Se i numeri si leggono bene, non solo con gli occhi, il bilancio della vendemmia sarda di questo 2020, svela aspetti meno trionfalistici e più equilibrati. I dati nazionali conclusivi, pubblicati in questo fine ottobre da Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini, parlano (giustamente) di una "vendemmia ottima nella qualità e misurata nella quantità". E nonostante il momento difficile soprattutto dal punto di vista economico, le tre organizzazioni evidenziano "una raccolta molto promettente anche per il futuro commerciale del principale produttore mondiale di vino al mondo". Il quadro è ben delineato: "Una vendemmia perfetta anche dal punto di vista dello stato fitosanitario delle uve", segnata da una più rilevante contrazione per le regioni del Centro e Sud d'Italia. "In controtendenza la Sardegna (+20 per cento)", si legge. L'Isola quest'anno prevede, dunque, una produzione di 436 mila ettolitri contro i 363 mila dello scorso anno.

LA RADIOGRAFIA In realtà è tutta da interpretata l'ottima performance dell'Isola rispetto per esempio alla Toscana che registra un -21%, alla Sicilia (-20%), l'Umbria e il Lazio (-10%); o in rapporto a Veneto che registra un +1% e che "con 11 milioni di quintali di vino previsti, mantiene il primato produttivo nazionale, seguito dalla Puglia, in calo dell'8% e dall'Emilia Romagna (+10%). E poi Abruzzo (+6%), Trentino Alto Adige (+5%), Lombardia (+10%) e Marche (+5%) «mentre cala di 9 punti il Friuli Venezia Giulia". In questo contesto, si può capire perché l'annata sarda appaia unica e straordinaria. Ma l'entusiasmo va in qualche modo circoscritto e ridimensionato. A dare una migliore lettura di quelle percentuali, è il presidente regionale Assoenologi Sardegna, Mariano Murru, che spiega nel dettaglio questo picco (straordinario) di produzione. "Bisogna specificare con chiarezza che quel 20 per cento in più di quest'anno non significa che la Sardegna ha prodotto in modo spropositato, ma bensì che è ritornata ad una situazione di normalità dopo tre annate molto difficili". E i numeri confermano. La racconta 2020 infatti si avvicina a quella del 2018, con 434 mila ettolitri, sotto la media. "La produzione ad ettaro dei nostri vigneti rimane tra le più contenute a livello nazionale - continua - e in grado di fornire prodotti di eccellenza assoluta in tutte le categorie".

UVE SANE, VINO ECCELLENTE Murru, premiato ai primi di ottobre di quest'anno come miglior enologo italiano nel concorso organizzato dall'associazione Vinoway, conferma anche come "l'annata 2020, in piena sintonia con quanto annunciato ad inizio della campagna vendemmiale, si conferma molto positiva per la Sardegna, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, con ottima qualità su tutte le varietà sia a bacca bianca che a bacca rossa". L'enologo fa poi una menzione particolare per il vitigno Vermentino "che grazie all'assenza di gelate primaverili e alle condizioni climatiche favorevoli ha riportato le produzioni a una situazione di normalità contribuendo in maniera decisiva all'aumento generale di circa il 20% rispetto allo scorso anno. I buoni risultati ottenuti - conclude Murru - sono di buon auspicio per il superamento di questo momento critico, che va ricordato andrebbe adeguatamente supportato con una corretta azione di sostegno delle aziende e una più che mai indispensabile strategia di promozione sui mercati nazionali ed internazionali".

LA SITUAZIONE NAZIONALE Lo studio di Assoenologi nazionale conclude evidenziando che "la produzione complessiva di vino e mosto nella penisola si attesta su 46,6 milioni dei ettolitri, con una flessione del 2 per cento rispetto ai 47,5 milioni di ettolitri del 2019. Una stima che registra un lieve calo anche rispetto ai primi dati di settembre (meno 1 per cento con 47,2 milioni ) dovuto a minori rese sia in campo che in cantina - si legge in conclusione - ma che vede crescere l'asticella della qualità, con uno standard che grazie al meteo si è elevato di settimana in settimana". Ora c'è grande attesa per degustare finalmente quest'annata 2020. Valutarne i profumi e le strutture dei suoi vini. Conoscere il lavoro svolto in cantina, dopo la raccolta, dove le produzioni segnate dal danno del Covid sono in fase di affinamento e crescita.
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