L’homo furunculus, nome che ben identifica il senso di fastidio provocato al prossimo dalla sua presenza, esce dalle tane nel pomeriggio, quando il sole batte con tutta la sua potenza, oppure di primissimo mattino, con la temperatura ancora lieve. Smaltiti i bagordi della notte precedente (se di giovane-media età), si rianima a tarda ora, si rinvigorisce grazie a una corposa colazione e poi, con gli occhi ancora un poco chiusi e incollati, si prepara al nuovo ingresso in società. Oppure (se più avanti negli anni) raccoglie tutti i parenti a portata di mano e si mette in marcia all’alba verso l’aria più fresca della costa per trasferire la propria abitazione su decine di metri quadrati del litorale. Identico il fine di entrambi gli schieramenti in campo: stipati nelle borse cibo e bevande, soprattutto ettolitri di birra, le due legioni prendono l’auto e si insediano sulla spiaggia di riferimento dando ivi appuntamento ad amici e familiari, occupano ogni spazio possibile non curandosi della eventuale presenza attuale o futura di altri ed estranei astanti, predispongono l’area tutt’attorno come piccola dependance privata, sistemano ombrelloni sdraio sedie asciugamani borse e financo tettoie in tela ben saldate sulla sabbia secondo piano d’attacco, poi cominciano la loro giornata.

Un grande classico – È il “must” dell’estate 2022, ma anche di quelle passate. Non c’è località in Sardegna che ne sia priva. Costa Smeralda e sud Sardegna, litorale oristanese e località del Nuorese. Piccole isole comprese. La stagione è lunga ma la densità media di presenze che cresce a dismisura da metà giugno a fine agosto rende il clima rovente. E non si parla di temperature. La galassia del buzzurro comprende tutti: giovani e maturi, donne e uomini, locale o continentali, qualche straniero.

Riunione in spiaggia con tanto di pranzo (Archivio)
Riunione in spiaggia con tanto di pranzo (Archivio)
Riunione in spiaggia con tanto di pranzo (Archivio)

Tono di voce particolarmente elevato, si rapporta ai propri simili secondo regole tutte sue che travalicano buona educazione e quieto vivere (dei vicini). Separati da amici e parenti da tre o quattro file di inconsapevoli bagnanti, e non in grado di percorrere quel troppo lungo percorso per avvicinarsi e comunicare con discrezione e civilmente, i cafoni fanno scattare il piano B (che per loro è piano A, unico conosciuto): far sapere ciò che ritengono impellente e non differibile utilizzando ogni decibel di cui dispone la loro ugola. C’è la fetta di anguria da mangiare, la bottiglia da stappare, il cugino da salutare, il cognato da insultare, il marito da cazziare, il bambino da controllare e richiamare all’ordine, l’ultima novità da far sapere non solo ai conoscenti ma a ciascun vicino di lettino. Sai mai che le fondamentali vicissitudini su tizia che ha tradito Caio, o Sempronio che ha litigato con chissà chi, possano interessare anche loro.

Sigarette in spiaggia (Archivio)
Sigarette in spiaggia (Archivio)
Sigarette in spiaggia (Archivio)

Cicche e bottiglia – Risata sguaiata, sigaretta o sigaro in bocca, bottiglia in mano, crema solare e abbronzante a ettolitri sparse sul corpo, si sistemano di regola fronte mare proprio davanti a chi, per buona educazione, ha lasciato liberi al transito quei quattro metri di spazio tra la sabbia e la battigia; inchiodano seggiola e asciugamano ai lati e dietro chi è già presente, costretto a quel punto non di rado a fare miracoli per non poggiare la testa sui piedi altrui; ascoltano e fanno ascoltare a mezzo litorale musica inudibile; inviano e ricevono messaggi vocali (una delle abitudini peggiori di quest’epoca screanzata); fumano hascisc e marijuana; giocano coi racchettoni e col pallone noncuranti di chiunque passi da quelle parti; ruttano e poi ridono (accade anche questo nel regno degli zotici).

Spazzatura abbandonata in spiaggia a Torregrande in questo 2022 (Archivio)
Spazzatura abbandonata in spiaggia a Torregrande in questo 2022 (Archivio)
Spazzatura abbandonata in spiaggia a Torregrande in questo 2022 (Archivio)

Ancora nel 2008 un’indagine di Codacons e Tanasi Consumers su un campione di 300 turisti spagnoli, tedeschi, britannici e giapponesi in diverse località balneari nazionali aveva fatto emergere che tra i comportamenti degli italiani più sgraditi in spiaggia c’erano i cellulari che squillavano di continuo, il rispondere e parlare ad alta voce, il rimproverare i figli con lo stesso tono troppo elevato, il giocare a calcio, il mangiare come si fosse al ristorante, l’invadere lo spazio tra un ombrellone e l’altro. A naso, dopo 14 anni non parrebbe che le cose siano cambiate. Anzi.

La spiaggia occupata da bagnanti tornati a casa per il pranzo (Archivio)
La spiaggia occupata da bagnanti tornati a casa per il pranzo (Archivio)
La spiaggia occupata da bagnanti tornati a casa per il pranzo (Archivio)

L’epopea del rozzume – Siamo nell’epoca del rozzo, fa tendenza il mostrarsi come realmente si è senza curarsi dell’altro. Avere rispetto e buona creanza non va di moda, tutt’altro: è da sfigati. Allora, che fare? Sopportare, nella speranza che, come tutte le mode, l’ostentazione burina passi e diventi vecchia come i pantaloni a zampa di elefante. Sapendo però che a volte le vecchie abitudini tornano in auge. E che la maleducazione purtroppo sinora è passata indenne attraverso i decenni.

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