Un fiume e il suo parco in quaranta immagini. Una mostra permanente per raccontare Tepilora, l’unica area protetta fluviale della Sardegna, dalle montagne dove nasce il corso d’acqua fino allo sbocco a mare del Rio Posada. Il fotografo naturalista Domenico Ruiu le ha messe insieme per raccontare un parco che esiste ma ha bisogno di crescere, di diventare qualcosa in più di una distesa di ottomila ettari dove sono tornate a volteggiare le aquile del Bonelli, sono stati reintrodotti daini e mufloni e dove il pollo sultano nidifica vicino al mare. Perché Tepilora è anche integrazione tra uomo e natura nei luoghi dove da sempre i pastori di Bitti passavano per la loro transumanza verso Olbia e dove, a poca distanza dalla colonia agricola di Mamone, sono nate aziende che hanno creduto nella prospettiva di un’area in cui produzioni locali e turismo si possono integrare facilmente.

L’iniziativa

L’idea della mostra è nata proprio dall’accostamento tra uomo e natura, dall’idea che un’area come quella di Tepilora è tutta da vivere. A finanziare l’iniziativa è stato il Gal, il gruppo d’azione locale, che da tempo spinge sull’acceleratore del parco. “Ventisei anni fa, insieme all’idea dell’area protetta, nacque anche l’ipotesi di realizzare qui un agriturismo proprio per creare servizi all’interno dell’area di Tepilora”, racconta Agostino Demurtas “Gotteddu” nel patio di Ertila, l’azienda agricola creata dal padre Agostino (da tutti conosciuto come “Pigozzi”) che oggi è un punto di riferimento per camperisti, escursionisti a piedi e a cavallo e per coloro che vogliono scoprire le bellezze di del parco fluviale. Un quarto di secolo fa, Bitti e i bittesi sono stati forse i primi a credere in questa iniziativa ambientale, con l’idea di favorire uno sviluppo diverso del territorio. Ora, a distanza di 26 anni e con il parco che è diventato una realtà, è necessario anche fare un po’ di storytelling intorno all’area, raccontarla, farla conoscere nei sui angoli più belli. Ecco perché a “Gotteddu” e Domenico Ruiu è venuta l’idea di promuovere un progetto, finanziato dal Gal, un po’ diverso da quelli che rientrano nei canoni tradizionali: raccontare il parco di Tepilora con le immagini e dare ai turisti che transitano in questa zona un’idea completa di cosa stanno attraversando.

La mostra

Le immagini, poi, fanno il resto. Dalla prima all’ultima, illustrano ogni angolo di questo pezzo di Sardegna che nasce alle pendici del monte Tepilora e poi si snoda lungo il corso del Rio Posada e dei suoi affluenti. Un esempio concreto di gestione oculata dell’ambiente dove Domenico Ruiu mette in evidenza le bellezze e le unicità. L’immagine più particolare, una vera rarità, è quella che ritrae l’accoppiamento del pollo sultano. Il fotografo nuorese è l’unico ad aver scattato quel fotogramma in Sardegna. E poi ci sono i daini, i mufloni, l’aquila, la martora, tutte specie che hanno trovato nuova linfa dalla protezione ambientale. Qui l’interazione tra uomo e natura è un esempio concreto e l’obiettivo è quello di rendere queste politiche anche redditizie. “Un esempio virtuoso della relazione tra natura ed essere umano inteso come cultura del paesaggio che è proprio il frutto dell’interazione che si è costruita nel tempo”, spiega Domenico Branca, antropologo dell’Università di Sassari arrivato a Ertila proprio per studiare il caso. La mostra è la conferma delle stratificazioni che nel tempo si sono costruite qui tra uomo e natura. E oggi se ne traggono i risultati con l’escursionismo, le ippovie e tutto ciò che ha portato il parco a essere inserito nella rete mondiale dell’Unesco come Riserva della Biosfera Tepilora, Rio Posada e Montalbo. Non solo. È stata riconosciuta anche come Zona umida d’importanza internazionale secondo i criteri della convenzione Ramsar in ragione dell’alto grado di biodiversità presenti nell’area.

La promozione

Ora non resta che agire ancora di più sul fronte della promozione, incrementando la conoscenza dei percorsi di Forestas e le vie all’interno del parco. “Noi diamo un servizio e le informazioni necessarie ai turisti che vengono qui, ma serviva anche qualcosa che raffigurasse il territorio in tutta la sua complessità”, spiega Agostino Demurtas. E anche la bellezza di questo luogo, quella che emerge dalle ultime foto scattate e aggiunte proprio subito dopo l’inaugurazione della mostra, coincisa il 2 aprile scorso con una nevicata che era assolutamente necessario immortalare e inserire nella mostra per la sua straordinarietà. E così è stato. “Per Tepilora è un’iniziativa molto importante – aggiunge la direttrice Marianna Mossa – anche perché noi cerchiamo sempre di creare un legame concreto tra le aziende e il territorio per valorizzare le attività economiche che operano nell’area. Il fatto di poter raccontare attraverso le foto di Domenico Ruiu le bellezze del parco è una grande opportunità che ci permette di mettere in campo sinergie profonde con i privati e far sì che l’area di tutela si possa identificare con chi opera nelle attività economiche di Tepilora”.

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