Tra pochi giorni comincia il torneo di tennis di Wimbledon e tanti appassionati, outsider specialisti dell’erba permettendo, sperano di rivedere la grande sfida tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, il numero uno e il due al mondo.

Jannik Sinner (ITA) and Carlos Alcaraz (ESP) during the final award ceremony at the end of men's Singles Final between Jannik Sinner (ITA) and Carlos Alcaraz (SPA) at central court during the Internazionali BNL d'Italia 2025, Foro Italico in Rome, Italy, 18 May 2025 ANSA/ROBERTO RAMACCIA
Jannik Sinner (ITA) and Carlos Alcaraz (ESP) during the final award ceremony at the end of men's Singles Final between Jannik Sinner (ITA) and Carlos Alcaraz (SPA) at central court during the Internazionali BNL d'Italia 2025, Foro Italico in Rome, Italy, 18 May 2025 ANSA/ROBERTO RAMACCIA
Jannik Sinner e Carlos Alcaraz ANSA/ROBERTO RAMACCIA

Rivincita della finale del Roland Garros di qualche settimana fa, famosa per i tre match ball annullati dalla spagnolo in faccia all’italiano, finita al super tie break del quinto set e considerata da John Mc Enroe la più bella partita che lo campione statunitense abbia mai visto.

In tanti appassionati hanno pensato davanti a quegli scambi quasi perfetti: chissà quanti altri match tra questi due fuoriclasse vedremo ancora. Jannik e Carlos sono ancora giovani e hanno uno stile di gioco che - uno opposto all’altro -si esalta proprio nello scontro diretto.

Soprattutto ai guardoni di tennis sono tornate alla mente le grandi rivalità del recente passato del tennis internazionale, quelle che hanno contribuito tantissimo al successo di uno degli sport più popolari e soprattutto praticati al mondo, match e storie che in alcuni casi sono diventati addirittura film. Ripercorriamole per il piacere in qualche modo di riviverle.

This content is subject to copyright.
This content is subject to copyright.
Bjorn Borg e John Mc Enroe

Borg contro Mc Enroe, per esempio, ha segnato la fine degli anni 70 e l’inizio degli anni 80. L’uomo di ghiaccio svedese contro il moccioso newyorchese figlio di papà non proprio un esempio di comportamento, il giocatore con il rovescio bimane superdotato dal punto di vista atletico che inventò un nuovo modo di giocare, da fondocampo con il top spin, grazie a due gambe da campione di mezzofondo, opposto al giocatore forse più talentuoso mai visto con le racchette in legno, capace di giocare da fondocampo di controbalzo, di tocchi a rete deliziosi.

I confronti si sono chiusi in parità, sette vittorie per parte, ma le ultime due di Mc Enroe, le finali del 1981 a Wimbledon e a Flushing meadows, hanno avuto un peso specifico maggiore se è vero che poi Borg si è ritirato a soli 26 anni, incapace di sopportare di essere stato spodestato dal trono mondiale e il prezzo della pressione dell’inevitabile invasione della privacy.

Borg inavvicinabile sulla terra battuta anche per Mc Enroe, sfide più equilibrate altrove, due finali a Wimbledon diventate icone di questo sport: la prima la vinse Bjiorn al quinto, la seconda John e segnò il sorpasso, poi certificato a New York. L’attaccante tutto serve and volley e approcci in back alla fine ha avuto la meglio sulla macchina lanciapalle svedese, questo è stato il verdetto (almeno morale, se non statistico) di una rivalità sul campo che è diventata poi sincera amicizia fuori .

Mc Enroe poi ha lottato strenuamente anche con Ivan Lendl, che studiò al videotape come passare John proteso a rete, narra la leggenda. Ma quelle sfide non hanno avuto il fascino delle partite contro Borg, a parte la finale del Roland Garros del 1984 quando l’americano perse la sua grande occasione di aggiudicarsi lo slam parigino sprecando un vantaggio di due set e un break.

Pete Sampras e Andrè Agassi
Pete Sampras e Andrè Agassi
Pete Sampras e Andrè Agassi

Sampras-Agassi è stata un’altra grande rivalità fatta di stile di gioco e personalità. Alla fine tra i due connazionali Usa ha prevalso Sampras 20-14, e anche come numero di Slam (14 a 8), anche se Andrè ha vinto tutte le prove Major, compresa Parigi sempre ostile a Pistol Pete.

Sampras è stato un grande attaccante in possesso di un servizio, di un diritto e di un gioco a rete incredibili. Di origini greche, è stato anche lui come Borg un esempio di correttezza e professionalità, al termine della sua carriera in pochi pensavano che il suo record di Slam potesse essere battuto, almeno in tempi stretti. Agassi ha reinventato il tennis di Borg con le racchette, le corde e palline moderne, un corri e colpisci quasi di controbalzo in anticipo nato sui campi in cemento e forgiato attraverso ore e ore di allenamento raccontate nella sua bellissima biografia scritta insieme al premio Pulitzer John R. Moehringer.

Il gioco a rete contro i passanti, Sampras e Agassi hanno regalato spettacolo in tutto il mondo e nelle diverse finali Slam: Sampras ha vinto nel 90 in Asutralia, sugli stessi campi Agassi si è preso la rivincita tre anni dopo. Tre finali di New York sono invece andate di nuovo a Sampras, a firmare una supremazia iconica per il tennis di quegli anni.

epa00989654 Rafael Nadal (L) of Spain talks to Roger Federer (R) of Switzerland as they pose for photographers with their trophies after their final match at the ATP Master Series Monte Carlo Open tennis tournament in Roquebrune-Cap-Martin, France, 22 April 2007. Nadal won 6-4 and 6-4. ANSA / EPA/ASM CORBIS OUT /JI
epa00989654 Rafael Nadal (L) of Spain talks to Roger Federer (R) of Switzerland as they pose for photographers with their trophies after their final match at the ATP Master Series Monte Carlo Open tennis tournament in Roquebrune-Cap-Martin, France, 22 April 2007. Nadal won 6-4 and 6-4. ANSA / EPA/ASM CORBIS OUT /JI
Rafael Nadal e Roger Federer ANSA / EPA/ASM CORBIS OUT /JI

E poi vennero gli anni di sua maestà Roger Federer, cioè il manuale del tennis diventato dio della racchetta sul campo, contro Rafa Nadal e il suo tennis perpetuo, i suoi ganci e i suoi recuperi impossibili che sembravano usciti da un videogame. Federer è stato più a lungo numero uno al mondo, Rafa ha vinto più scontri diretti, 24-16, e più Major (22-20). Sfide che si sono evolute negli anni. Federer per lunghi tratti, soprattutto sulla terra, soffriva troppo il pressing da fondo e la palla arrotata e veloce, unica, di Nadal. Poi piano piano gli ha preso le misure, soprattutto sul cemento e grazie ad alcune innovazioni nel rovescio studiate insieme a un coach che è stato molto importante per lo svizzero nella seconda parte della sua carriera, Ivan Ljubicic. Anche tra Rafa e Roger ci sono state finali epiche a Wimbledon (tre di fila dal 2006 al 2008, due per Roger e l’ultima vinta da Nadal.

Certo, tra i due poi si è intromesso Djokovic, nel senso che –essendo più giovane di Roger e Rafa – prima ha raggiunto il loro livello poi li ha superato come numero di settimane in vetta alla classifica Ato e soprattutto come Slam vinti (24). Un fenomeno.

Ora c’è Sinner contro Alcaraz e per noi appassionati italiani è un po’ diverso: la passione sportiva è contaminata naturalmente dal tifo, corretto ma sempre tifo. Non si possono non ammirare le doti tecniche di Alcaraz, quel diritto con il quale sembra che possa chiudere ogni palla, quel tocco di palla incredibile sia a rete sia per le smorzate o il pallonetto; ma non si può negare che Sinner sia più continuo, che se interpreta il suo migliore tennis di potenza e precisione riesce a non dare la possibilità allo spagnolo di variare e inventare il suo tennis.

Sinner contro Alcaraz come Borg-Mc Enroe, Sampras-Agassie Federer-Nadal: non è un sogno, è realtà. Godiamocela, tra pochi giorni comincia Wimbledon. E sull’erba londinese Alcaraz non parte così favorito come sulla terra parigina.

© Riproduzione riservata