Sono rimasti in tre a difendere un fortino fatto di degrado, abbandono e incuria. Il mercato civico di Sant’Elia sta morendo, meglio è in coma irreversibile. Pochi boxisti e ancora meno clienti stanno segnando la sorte di quello che era un presidio del popoloso quartiere cagliaritano di Sant’Elia, e che ospita un ufficio di città fondamentale anche per chi abita a Monte Urpinu, La Palma e Quartiere del Sole. Gli spazi desolatamente vuoti, i frigoriferi arrugginiti e le cassette abbandonate, il Comune aspetta solo che gli ultimi barricadieri accettino di trasferirsi a Is Bingias per poi prendere un decisione che sembra inevitabile: la chiusura. Che coinciderà con l’abbandono della struttura al suo destino, come già accade per le ex circoscrizioni, l’ex liceo artistico a Castello, l’ex palestra di via Degli Stendardi e altre decine di immobili comunali?

E’ solo una questione di tempo, quello necessario a convincere i tre sopravvissuti a traslocare a Is Bingias. «Il nostro obiettivo è quello di garantire alle imprese la continuità lavorativa, nella struttura di Sant’Elia non vi è un passaggio di clienti sufficiente per essere economicamente vantaggioso, sia per gli operatori che per l’Amministrazione», afferma l’assessore comunale alle Attività produttive Carlo Serra. «Lo dimostra il fatto che il numero dei concessionari si è ridotto costantemente ed inesorabilmente nel tempo. Per questo motivo, con la deliberazione n. 82/2025 abbiamo previsto una misura di riduzione del canone per i concessionari che scelgono di trasferirsi in altri mercati; una misura, dunque, che rispetto alle possibilità di intervento del Comune, è pensata per venire incontro agli operatori. Questa opportunità è stata già colta da tre concessionari che oggi stanno lavorando con nuovo slancio nel mercato civico di Is Bingias. Ci auguriamo che anche gli altri tre concessionari rimanenti a Sant’Elia possano seguire la stessa strada dei loro colleghi. L’Amministrazione comunale sta facendo le sue valutazioni. Attualmente sono presenti al mercato di Sant’Elia tre operatori, due dei quali di circa ottant’anni di età, che al momento non ci risulta abbiano coinvolto qualcuno nel subentro nell’attività. Il Comune sostiene costi pari a 330.000 euro all’anno per il mercato di Sant’Elia, a fronte di soli 6.000 euro di entrate. Pertanto, bisogna valutare se sia corretto che l’Amministrazione spenda 110.000 euro a testa per ciascuno di questi operatori o se destinarli ad altri scopi: si tratta di un milione nel triennio».

Il mercato moribondo di Sant’Elia presto potrebbe avere una nuova vita. La struttura comunale conserverà la sua natura mercantile ma sarà dedicata ai più deboli, agli indigenti del capoluogo. Un accordo tra Comune e Diocesi consentirà di realizzare “L’emporio della solidarietà”. Si tratta di una delle due opere in programma per l’anno giubilare, l’altra è un centro dedicato alle donne senza fissa dimora. Il cambio di rotta La decisione della chiusura della struttura del popoloso quartiere cagliaritano era nell’aria da tempo. «In relazione all'andamento del mercato di Sant’Elia, alla valutazione dei costi e alla presenza di pochi operatori rimasti, stiamo studiando un progetto per realizzare un emporio della solidarietà, un grande supermercato che ha come obiettivo di coordinare le associazioni che a livello territoriale si occupano di assistenze ai bisogni primari», afferma Anna Puddu, assessora alla Salute e al benessere dei cittadini. Un modello di solidarietà già sperimentato in altre città italiane come Milano, Roma e Firenze. «Le persone indigenti attraverso meccanismi collaudati e con una tessera potranno ricevere quello di cui hanno effettivamente bisogno”. Un ruolo pedagogico per eliminare o quantomeno ridurre gli sprechi. “Quello degli sperperi è un aspetto in cima alle priorità del progetto. Attualmente sono le associazioni che decidono i prodotti da consegnare ai bisognosi e non tutti sono necessari. È una nuova concezione di contrasto alla povertà, un’opportunità per valorizzare nel migliore dei modi le risorse dedicate al soddisfacimento dei bisogni primari». La nuova mappa Nell’emporio della solidarietà saranno accentrate tutte le associazioni di volontariato che si occupano di assistenza ai più deboli. «A Sant’Elia sarà trasferita la Caritas diocesana che ora è ospitata nei locali di via Po che ha seri problemi strutturali», precisa l’assessora. «Faremo rete con altre organizzazioni come Croce Rosa, Amici di San Lorenzo per creare un coordinamento, un presidio per gli indigenti e invertire una rotta nella quale ciascuna organizzazione si muove senza guida. Vogliamo promuovere una nuova cultura di contrasto alla povertà». Costi e tempi? «L’iniziativa è in fase progettuale», precisa Anna Puddu. «A breve inizieranno i sopralluoghi nel mercato per capire nel dettaglio gli interventi necessari per la trasformazione». I fondi? «L’opera fa parte delle iniziative previste per l’anno giubilare. Grazie all’intervento dell’arcivescovo Giuseppe Baturi, una parte dei finanziamenti necessari alla riqualificazione della struttura saranno a carico della Diocesi cagliaritana, una parte, invece, sarà messa a disposizione dall’amministrazione comunale».

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