Il primo convento sorto in Sardegna a opera dei frati francescani. Si dice che fosse ancora in vita San Francesco. La bellissima struttura, del XIII secolo, sorge nel cuore di Luogosanto, in piena Gallura. Recentemente ristrutturato, custodisce il centro di documentazione del Medioevo in Gallura. Le sale permettono di ripercorrere gli itinerari dell'antico passato di Luogosanto, attraversando tutte le epoche. Sono esposti i gioielli, ex voto, donati nei secoli dai fedeli alla Madonna e dove si testimonia il culto dei santi delle chiese campestri del territorio.

Luogosanto, la chiesa. Foto Mocci
Luogosanto, la chiesa. Foto Mocci
Luogosanto, la chiesa. Foto Mocci

Il paese ne conta una ventina, ciascuna custodita da una famiglia che se ne occupa: particolarità di questi piccoli gioielli religiosi è che le chiesette sono sempre aperte, notte compresa. Il convento sorge accanto alla chiesa dedicata alla Madonna: nella facciata la porta santa che si apre ogni sette anni e che richiama, inevitabilmente, numerosi fedeli. Nella porta alcune formelle raccontano la storia della chiesa.

La leggenda racconta che la Vergine Maria sarebbe apparsa a due monaci indicando loro dove trovare le reliquie dei santi Nicola e Trano e suggerendo di erigere in suo onore un santuario fra graniti e querce di capo Soprano, laddove sarebbe poi sorta Locus Santus. La storia dice che la chiesa della Natività della beata Vergine Maria, nota come Nostra Signora di Luogosanto, fu costruita attorno al 1218 dai francescani giunti in Gallura a inizio XIII secolo, che qui edificarono anche uno dei primi monasteri quando san Francesco era ancora in vita. Pochi anni dopo la nascita, nel 1227, papa Onorio III elevò la chiesa alla dignità di basilica minore (prima chiesa gallurese a ricevere l’onorificenza). Nello stesso anno, in campagna, dove furono ritrovate le reliquie dei santi protagonisti della leggenda, sorse il santuario detto Eremo di San Trano.

Luogosanto. La porta santa della chiesa. Foto Mocci
Luogosanto. La porta santa della chiesa. Foto Mocci
Luogosanto. La porta santa della chiesa. Foto Mocci

Nel XVIII secolo, quando la basilica fu ricostruita, ricevette il privilegio della porta santa. In passato murata, dagli anni Settanta del XX secolo rappresentata da una porta bronzea, opera dello scultore Luca Luchetti. Attualmente viene aperta dal vescovo ogni sette anni per 12 mesi. Un patrimonio culturale straordinario, curato da don Francesco Tamponi , responsabile dei Beni culturali ecclesiastici della diocesi di Tempio Ampurias e raccontato con grande passione da Alessandro.

Nostra Signora di Luogosanto, molto venerata, è simbolo di Luogosanto, dichiarato ‘città mariana’ dal 2008. All’interno della basilica sono custodite altre opere d’arte, tra cui gli affreschi del Battesimo di Gesù e dei santi Nicolò e Trano, le statue dell’Addolorata statua e di sant’Antonio abate e un caratteristico crocefisso. Nella navata centrale si può ammirare la statua della Madonna, ma è particolare perché è una Madonna bambina.

L’antico convento ospita il Museum Natività beata Vergine Maria, centro di documentazione del Medioevo in Gallura, che ripercorre le vicende storico-religiose ed espone gli ex voto donati nei secoli alla Madonna bambina.

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L’antico sposa l’ultramoderno in un oggetto che attira la curiosità dei visitatori: il passaggio dei Giovanniti,da Gerusalemme ha alimentato il mito del sacro gral, che compare in una installazione moderna. Un ologramma che compare al centro.

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Merita una tappa, l’eremo di San Trano, che sorge sulla sommità di una collina, incastonato in una monumentale roccia granitica, modellata fantasiosamente dal vento,

Un luogo di quiete e silenzio. A meno di mezz’ora d’auto dalle coste nord-orientali dell’Isola, c’è una piccola chiesa immersa tra graniti e macchia mediterranea, perfetto esempio di semplicità francescana. La sua (quasi) millenaria storia è avvolta da racconti popolari legati ai due protagonisti dell’origine di un luogo misterioso e austero. L’Eremo di san Trano deve il nome ai due santi anacoreti Nicola e Trano, vissuti tra IV e V secolo, che scelsero questa dimora, lontana da agi e vizi, per vivere in pieno la loro fede.

La costruzione del santuario risale al XIII secolo, a essa si lega indissolubilmente una leggenda attorno ai due frati. Si narra che nel 1227 i corpi dei due santi furono ritrovati da due frati francescani, guidati dall’apparizione della Madonna, che durante un pellegrinaggio indicò loro il posto in cui Trano e Nicola avevano sempre vissuto e li indusse la costruzione della chiesetta. L’edificio rupestre sorge attorno a una grotta granitica dentro cui trovarono riparo i due santi eremiti. La cavità fu inglobata all’interno della struttura muraria e assunse funzione di abside naturale, quasi ‘a protezione’ dell’altare, ottenuto da un blocco di granito, anch’esso ‘plasmato’ dalla natura. Anche il resto della costruzione è semplice, in nome della regola francescana. L’interno è a navata unica con pochi banchi e pavimentazione costituita da lastre granitiche.

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L’eremo è una meta davvero originale tra le tante che attirano pellegrini a Luogosanto. Lo stesso centro abitato deve la nascita all’arrivo dei francescani, che vi costruirono un convento.

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