Nel mondo ci sono milioni di bambini che soffrono la fame e la denutrizione e tanti altri che invece sono obesi e patiscono per l’eccesso di alimentazione. Fotografia cruda, purtroppo scontata: Onu, Unicef e Oms cercano (spesso invano) nuove strade, nuove politiche, per affrontare questa situazione globale.

Un aspetto della vicenda riguarda lo spreco alimentare, diffuso nei paesi cosiddetti occidentali. Aspetto conosciuto anche in Sardegna, dove istituzioni come le parrocchie e la Caritas ma anche associazioni laiche sono impegnate nel recupero dei beni che finirebbero in discarica e invece li utilizzano per aiutare la famiglie bisognose e per preparare un pasto caldo a chi non può permetterselo.

Da qualche anno poi la lotta contro lo spreco alimentare, molto sentito negli alberghi, nei supermercati e nei ristoranti, è portata di telefonino. Stanno avendo sempre più successo quelle applicazioni che consentono di acquistare la merce in giacenza in certi negozi di alimentari, il pane invenduto, i polli arrosto preparati in eccesso, le paste avanzate nei bar quando l’ora della colazione è passata da un pezzo e si preparano i taglieri o i piatti per l’aperitivo.

To Good To go è probabilmente la app per telefonini più conosciuta: è nata in Danimarca nel 2016 e oggi è diffusa in 18 Paesi tra Europa e America, Stati Uniti compresi. Un successo che sembra non volersi arrestare, anzi, è sempre in maggiore crescita: oltre cento i milioni di utenti registrati, 170mila i partner commerciali, dai panifici ai bar, pizzerie, rosticcerie, ristoranti, market ma anche fiorai perché pure i mazzi di rose o di ciclamini corrono il rischio – se invenduti - di finire in una compostiera.

Il funzionamento è semplice: ci si registra tramite una mail e una carta di credito, poi si avvia la ricerca. Durante tutte le ore della giornata, dal mattino a quella di pranzo sino alla cena, le attività mettono in vendita le eccedenze a un prezzo scontato di circa due terzi. Così a fare l’affare si è in tre: il venditore che recupera denaro da marce invenduta; i clienti che all’ultimo momento, dopo aver lasciato l’ufficio, possono acquistare un prodotto a un prezzo molto conveniente; e il pianeta terra, grazie al mancato spreco alimentare e a una limitazione del consumo di anidride carbonica. Così dopo ogni acquisto, il messaggio che arriva è proprio questo: grazie per aver contribuito a salvare il mondo.

No allo spreco
No allo spreco
No allo spreco

Attraverso To Good to go ogni attività prepara una busta a sorpresa: non si può scegliere, il cliente deve accontentarsi del risparmio e di quel che troverà. Vengono proposte buste grandi o piccole, si parte da 2,99 euro per arrivare anche cifre superiori. Può capitare con 3,99 euro che vengano consegnate due buste di rosette, pane di Sanluri, focacce e pane speciale in una quantità da smaltire in una settimana intera. Oppure con 5 euro si po' ottenere una busta piena di gelati. Anche il vassoio di pizze o focacce che si possono ritirare in genere dopo le 22 è abbastanza abbondante: alla fine è quasi sempre vero che la busta costa all’acquirente circa un terzo rispetto al suo reale valore di mercato.

Nel sito internet ufficiale To Good to Go spiega che la lotta contro lo spreco alimentare fa bene al pianeta, certo, ma è anche un’opportunità per le aziende: in genere il 41 per cento degli utenti che si presenta in un’attività per ritirare la sua busta sorpresa effettua poi anche altri acquisti, e nel 61 per cento dei casi il cliente scopre per la prima volta quel negozio attraverso proprio questa applicazione che contiene le offerte del momento nella tua città, nel tuo quartiere. Sempre secondo i fondatori della applicazione, ogni busta presa evita 2,7 chili di emissioni di anidride carbonica. Come si arrivi a questo calcolo non è dato saperlo, ma è comunque un messaggio – promozionale. che colpisce.

In un negozio
In un negozio
In un negozio

Ovviamente To Good to Go ha una percentuale sugli incassi, ma in genere quel che attira venditori e clienti è proprio la possibilità di evitare di buttare tra i rifiuti pane, cibo, bevande e quant’altro.

Phenix
Phenix
Phenix

Nel mondo globalizzati ci sono anche altre applicazione impegnate in questa sfida. Per esempio Phenix, che consente sempre di acquistare beni da ristoratori, bar, gastronomie e supermercati vicino a casa: l’idea in questo caso è partita nel 2014 in Francia e si è diffusa anche nel Nord Italia.

Sull’applicazione Myfoody invece i supermercati possono registrarsi e segnalare sconti e offerte speciale per i prodotti quasi in scadenza. La app Svuotafrigo invece suggerisce all’utente come preparare un pranzo o una cena con quel abbiamo nel frigorifero o nella dispensa: a disposizione circa 25 mila ricette. Per non buttar via nulla, quasi nulla: come fece Pinocchio quando – in presa alla fame – mangiò della mela anche la buccia e il torsolo. Così Collodi è stato un antesignano della lotta contro lo spreco alimentare.

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