Quando i nostri reni non riescono a formare l’urina e depurare il nostro sangue dalle scorie che si formano nell’organismo si può ricorrere alla dialisi, una terapia che salva la vita a chi ha insufficienza renale. La tecnologia aiuta in modo determinante i pazienti che grazie alla telemedicina sono monitorati a distanza, con un notevole miglioramento della vita. Stefano Murtas è il responsabile dell’Emodialisi della Asl di Cagliari.

Dottor Murtas, come funziona la dialisi a distanza?

«La dialisi a distanza prevede prima un periodo di addestramento in ospedale del paziente e, quando necessario, anche del suo partner per poter poi proseguire la terapia al proprio domicilio. La macchina per poter fare la dialisi utilizzata a casa è connessa tramite internet al centro ospedaliero che può vedere, nella cartella informatica del paziente, se la terapia è stata fatta correttamente ed eventualmente quali sono stati i problemi in modo da poter intervenire. A casa del paziente viene inoltre portato un sistema, sempre connesso a internet, che consente di poter effettuare una videochiamata ad alta definizione tra operatori sanitari e paziente. Questo sistema è molto utile per diversi motivi: per i pazienti che hanno bisogno, soprattutto nelle prime dialisi fatte a casa, di avere ancora assistenza da parte dell'equipe sanitaria oppure per ripetere a casa l'addestramento fatto in ospedale o per alcuni problemi clinici risolvibili in remoto. In ogni caso è fondamentale far sentire al paziente la vicinanza dell'equipe sanitaria in qualunque momento sia necessario».

La dialisi è una procedura sicura?

«Conosco la dialisi da più di trent'anni e posso dire che grazie alla tecnologia che abbiamo oggi a disposizione la maggior parte dei pazienti durante la dialisi riesce a dormire, a leggere un libro, ascoltare la radio o guardare la TV. Oggi è sicuramente è una terapia meglio tollerata rispetto a trent'anni fa».

La dialisi evita il trapianto di rene?

«Il trapianto è la terapia migliore quando si ha la necessità di sostituire la funzione dei reni molto ammalati che non riescono più a garantire uno stato di salute accettabile del paziente. Deve essere la prima terapia da proporre a tutti i pazienti che non hanno controindicazioni ad effettuarlo sia che siano in dialisi che nella fase di malattia renale molto avanzata. Se il trapianto non arriva per tempo però la dialisi bisogna iniziarla e dà modo di curare adeguatamente il paziente e prepararlo al trapianto».

Può essere sostituita dai farmaci?

«La dialisi non può essere sostituita dai farmaci ma se il paziente viene seguito precocemente dai nefrologi, la terapia farmacologica e nutrizionale consentono, soprattutto nelle fasi iniziali, di ridurre al minimo il ricorso alla dialisi».

I consigli per difendere i nostri reni.

«I consigli validi per tutti sono sempre gli stessi e cioè quello di mantenere uno stile di vita attivo, controllo della pressione arteriosa, controllo del peso e dieta sana ben bilanciata (meglio chiedere al proprio medico qualche indicazione piuttosto che improvvisare), ridurre l'apporto di sale, adeguato apporto di acqua, non fumare, limitare l'uso di alcool e assumere farmaci solo quando consigliati dal medico. Controllare glicemia e funzione renale quando lo reputa opportuno il medico di base che deciderà poi se eseguire una vista nefrologica presso i nostri ambulatori. Ci sono poi consigli e indicazioni terapeutiche individuali che cambiano da paziente a paziente. La prevenzione è fondamentale per la cura di qualsiasi malattia soprattutto quelle che, come quella renale, hanno un alto impatto sociale ed economico nella nostra società».

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