Yannick Sinner è numero 4 al mondo.

Jannik Sinner (foto EPA/MARK R. CRISTINO)
Jannik Sinner (foto EPA/MARK R. CRISTINO)
Jannik Sinner (foto EPA/MARK R. CRISTINO)

Un record per i tennisti italiani. Prima lo deteneva in solitaria Adriano Panatta, salito sin lassù nella sua annata d’oro, esattamente nell’ ottobre del 1976, dopo aver vinto Roma e Parigi (primo e unico Slam del romano) e prima del successo storico in Coppa Davis a Santiago del Cile che non gli ha portato punti Atp ma la gloria sempiterna per quell’unica insalatiera portata a casa dal tennis azzurro.

Panatta, classe 1950, aveva 26 anni e nel proseguo della carriera non si è più ripetuto a certi livelli. Sinner di anni ne ha 22 e sembra sul trampolino di lancio verso il Gotha del tennis mondiale, stando agli ultimi successi, sia nei tornei, sia in certi match: quelli su Alcaraz e su Medvedev a Pechino, per esempio.

Adriano Panatta (foto Archivio Unione Sarda)
Adriano Panatta (foto Archivio Unione Sarda)
Adriano Panatta (foto Archivio Unione Sarda)

Tra l’altro, all’appassionato non sfugge che Sinner e Panatta sembrano due giocatori agli antipodi. No, non dal punto di vista tecnico, perché l’evoluzione delle racchette, delle palline, delle superfici di gioco, persino delle corde, non permette un raffronto razionale e attendibile tra tennisti così lontani uno dall’altro negli anni.

La differenza sta nel percorso. Adriano Panatta è stato genio e sregolatezza, capace di alti e bassi come pochi: l’unico a battere Bjiorn Borg sulla terra rossa di Parigi, addirittura due volte, ma poi capace di perdere in Davis contro un cameriere ungherese, Skoke, contro il francese Jauffet, contro Pat Du Pre nei quarti di finale a Wimbledon nel 1979 e nella finale di Davis del 1977 in Australia contro John Alexander dopo essere stati diverse volta a due punti dal match con il servizio a disposizione. Tennisti che non avevano la nobiltà tecnica di Panatta.  Questo perché talvolta Adriano non era allenato alla perfezione, era indolente.

Yannick Sinner invece è un esempio di programmazione, di impegno negli allenamenti, dedizione, applicazione. Anche la scelta del nuovo coach Darril Cahill, è stata proprio in questa direzione: la volontà di migliorare alcuni aspetti del suo gioco. E il quarto posto nella classifica Atp, se per Panatta è stato l’acmè della sua carriera, per Sinner potrebbe essere solo una tappa di avvicinamento verso il primo posto.

Le dichiarazioni post vittoria in Cina dell’alto atesino di San Candido non devono stupire: «Ottima settimana, ma, devo lavorare, ci sono tante cose da migliorare». Sacrosanto, Federer, Nadal e Djiokovic sono diventati tali, leggende imperiture di questo sport, proprio grazie alla capacità di migliorare il loro tennis negli anni, per superare i rivali, per avere più armi a disposizione. Così abbiamo visto Nadal interpretare il serve and volley e utilizzare il rovescio slice, Federer giocare con i piedi attaccati alla riga di fondocampo quasi di controbalzo, e Djokovic chiedere maggiore aiuto al servizio, molto migliorato negli anni e di recente seguito anche a rete.

Jannik Sinner (EPA/SARAH YENESEL)
Jannik Sinner (EPA/SARAH YENESEL)
Jannik Sinner (EPA/SARAH YENESEL)

Sinner dovrà migliorare proprio la percentuale di prime palle di servizio, tallone d’Achille nel match perso al quinto contro Zverev negli ultimi Us Open, e il diritto che è ottimo, per carità, ma che tende a sbagliare troppo nelle fasi cruciali del match perché è il colpo più costruito dell’azzurro.

Che Sinner fosse un predestinato lo hanno capito subito in tanti. Anche chi ha avuto modo di intervistarlo giovanissimo, vincitore di un torneo internazionale minore da 25 mila dollari di montepremi,  sulla terra battuta di Santa Margherita di Pula al Forte VIllage. Era il 2019, Sinner non aveva ancora compiuto 18 anni, era il  322 al mondo ma aveva già le idee chiare a rileggere oggi le sue parole. «Voglio arrivare il più in alto in classifica vincere gli slam, giocare alle finali del Master. Sto dedicando la mia vita a questo».

Per questo sogno aveva abbandonato lo sci, era campione d’Italia under 12 di slalom gigante. «A una certa età ho dovuto scegliere». E se il suo modello iniziale era stato Andreas Seppi, altoatesino come lui, un passato da numero18 al mondo, all’epoca sognava di emulare, almeno nei gesti, <il tennis perfetto, inimitabile, di Roger Federer».

Chi è rimasto sorpreso dal gioco d’attacco messo in evidenza contro Alcaraz e Medvedev a Pechino deve sapere che nel 2019 era seguito a Bordighera da Ricardo Piatti, coach in passato anche di Djokovic ed era considerato un giocatore di attacco, più abile sul veloce e non sulla terra.

Ma anche da altre parole di Yannick Sinner si intuiva lo spessore umano e professionale di questo ragazzo di San Candido: «Diventare un giocatore professionista è un obiettivo, uno scopo, un progetto, che comporta un certo tipo di vita, ma non parlerei di rinunce. A me non è mai piaciuto uscire la sera per fare baldoria, n giro per i locali con i miei coetanei neanche prima della decisione di dedicarmi anima e corpo al tennis. Nessun sacrificio, ho scelto lo sport per la mia vita. Studio in una scuola privata, mi alleno e gioco. Per arrivare in alto. Più in alto possibile. Numero uno al mondo? Io ci credo».

E cominciamo a crederlo anche noi guardoni appassionati di tennis.

Adriano Panatta (foto ANSA/FLAVIO LO SCALZO)
Adriano Panatta (foto ANSA/FLAVIO LO SCALZO)
Adriano Panatta (foto ANSA/FLAVIO LO SCALZO)

I migliori giocatori italiani secondo la classifica Atp introdotta nel 1973


1) Jannik Sinner (numero 4 il 9 ottobre 2023) 

1) Adriano Panatta  (numero  4 il 24 agosto 1976)

3) Matteo Berrettini (numero 6 al 31 gennaio 2022)

4) Corrado Barazzutti (numero 7 il 21 agosto 1978)

5) Fabio Fognini (numero 9 il 15 luglio 2019) 

6) Paolo Bertolucci (numero 12 il 23 agosto 1973 

7) Marco Cecchinato (numero  16 il 25 febbraio 2019) 

8) Andrea Gaudenzi (numero 18 il 24 febbraio 1995) 

8) Andreas Seppi (numero 18 il 28 gennaio 2013) 

10) Omar Camporese (numero 18 il 24 febbraio 1992)

Le migliori giocatrici italiane secondo la classifica Wta nel 1975  

Francesca Schiavone  (AP Photo/Laurent Rebours)
Francesca Schiavone  (AP Photo/Laurent Rebours)
Francesca Schiavone (AP Photo/Laurent Rebours)

1) Francesca Schiavone (numero 4 il 31 gennaio 2011)

2) Sara Errani (numero 5 20 maggio 2013)

3) Flavia Pennetta (numero 6 il 28 settembre 2015)

4) Roberta Vinci (numero 7 il 9 aprile 2016)

5) Silvia Farina (numero 11 il 20 maggio 2002)

6) Raffaella Reggi (numero 13 il 25 aprile 1988

7)  Sandra Cecchini (numero 15 il 9 marzo 1988)

8) Martina Trevisan (numero 18 il 15 maggio 2023)

9) Sandra Cecchini  (numero 22 il 13 settembre 1993)

9) Tathiana Garbin (numero 22 il 20 maggio 2007)

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