Se l’orizzonte regala infinite dimensioni
Arte contemporanea, fotografia, video nell’esposizione allestita al Museo diocesano arborense di Oristano; resterà aperta fino al 30 marzoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Una sensazione, un concetto, una dimensione. Cos’altro racchiude la parola “orizzonti”? Davvero tanto altro, basta liberare la fantasia e buttare giù i paletti che talvolta imbrigliano la mente. Lo rivela una mostra che apre un ventaglio di possibilità per dare un significato a orizzonti, appunto. Un percorso originale allestito al Museo diocesano arborense di Oristano nella esposizione. I curatori Marta Cincotti, Simone Mereu Canepa, dell’associazione Auravisiva, con la loro passione e visione hanno lavorato sodo e il risultato ha rivelato risvolti spettacolari. E allora immergiamoci in questa dimensione, per esplorarla e viverla. Lasciandoci ispirare.
Fotografia, arte contemporanea e video si susseguono e si alternano in una narrazione metaforica e sentimentale che restituisce la complessità del rapporto dei sardi con l’orizzonte e quindi con quel territorio.
A dare vita al percorso espositivo sono le opere di quattordici artisti oggi attivi in Sardegna (Enrica Badas, Elisabetta Cabras Mannu, Mariano Chelo, Tiziana Contu, Giorgio Corso, Stefano Masili, Maria Grazia Medda, Roberto Meloni, Andrea Milia, Roberta Napoli, Daniela Nobile, Mercedes Pitzalis, Tiziana Sanna, Nicoletta Zonchello), una designer (Sara Vignoli) e tredici fotografi (Francesca Ardau, Marianna Bernardini, Sandro Cabras, Ettore Cavalli, Andrea Cocco, Elisabeth Euvrard, Enrico Marras, Roberta Montali, Barbara Pau, Antonio Pintus, Monica Porcu, Alessandra Scoppetta, Alessandro Toscano), che ci restituiscono un racconto di orizzonti geografici, simbolici, metaforici, interiori e intimi.
Tutti parte di una narrazione che ha al centro la Sardegna e la percezione di chi la vive come filtro. Arricchiscono l’esposizione due video: Orizzonti, prodotto dalla facoltà di Ingegneria eArchitettura di Cagliari, e il docufilm Dalla parte del mare (durata 73’) realizzato dal regista Massimo Gasole insieme all’architetto Marco Cadinu durante un viaggio lungo le coste della Sardegna. “Abbiamo pensato a questa mostra- spiega Simone Mereu Canepa - partendo dal concetto di orizzonte come limite e possibilità, insito nel nostro essere “isolani di costa” che hanno negli occhi l’orizzonte marino quale panorama quotidiano, chiusura del sardo mondo percettibile ma anche foriero di alterità, nella sua dimensione di soglia da varcare verso il mondo. Basandoci proprio sull’ambiguità del rapporto con un limes tutt’altro che definito, mobile, imprevedibile e soggettivo quanto lo sguardo, abbiamo pensato di sollecitare artiste e artisti, fotografe e fotografi sul tema nella sua implicazione fisico-visuale ma anche metaforica e il risultato del loro interrogarsi è qui esposto”.
“L’esame analitico del paesaggio e delle sue modificazioni è oggetto dei due video presenti in mostra, uno in apertura e uno in chiusura- afferma Marta Cincotti - Il percorso si apre con un video tratto dal documentario “Alla fonda” ideato e scritto da Marco Cadinu e girato da Massimo Gasole durante il viaggio in barca a vela compiuto lungo le coste della Sardegna. Un punto di vista opposto rispetto all’orizzonte di cui finora si è parlato: l’orizzonte ora è quello tra l’isola e il mare, e proprio il mare diventa il punto di vista che permette un’osservazione e un’analisi più distaccata e lucida del paesaggio. In chiusura il video, prodotto dalla facoltà di Ingegneria e Architettura di Cagliari, mostra come il processo di modificazione e ingegnerizzazione del paesaggio, alimentato dalla conoscenza, dallo studio e dalla ricerca, abbia generato sviluppo ma abbia anche mutato di segno il destino dei luoghi”.
Ancora una originale proposta da scoprire fino al 30 marzo nel Museo diocesano arborense, guidato da Silvia Oppo.