Una modella bionda e ingioiellata tiene vicino al collo una boccetta. Potrebbe essere un profumo di lusso, ma a ben guardare sull'etichetta c'è scritto "Covid-19 Vaccine". La campagna pubblicitaria realizzata dall'agenzia Tante Randi per l'Unicef Norvegia, è bellissima e lancia un messaggio forte: "Unisciti a noi nella lotta per rendere il vaccino accessibile a tutti".

L'Organizzazione mondiale della sanità ha lanciato l'allarme già mesi fa, e le sue previsioni erano del tutto corrette: i vaccini anti-Covid sono distribuiti sul pianeta in maniera non equa, non solidale e non democratica. I ricchi hanno la precedenza, i poveri non è detto che li riceveranno. Finora il 95% delle dosi inviate e somministrate nel mondo sono andate soltanto a pochi Paesi, quelli più industrializzati, e nella corsa all'accaparramento le regioni che già soffrono per la fame e la siccità, per le altre malattie, per la mancanza di sistemi sanitari, continuano a restare molto indietro anche nella lotta alla pandemia, non riescono neppure a entrare nella competizione e a chiudere contratti per acquistare vaccini dai colossi farmaceutici.

Il numero uno dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, lo ripete un giorno sì e l'altro pure, evidenziando le disparità evidenti tra Paesi. "Più di 39 milioni di dosi di vaccino sono state somministrate in almeno 49 Paesi ad alto reddito. Solo 25 dosi sono state somministrate in un Paese a basso reddito. Non 25 milioni, non 25 mila ma solo 25", ha detto all'apertura della sessione del Consiglio Esecutivo dell'Organizzazione. E lo stesso giorno, il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres, ha lanciato un appello alla solidarietà, ricordando - perché purtroppo ce n'è bisogno - che i vaccini devono essere un bene pubblico globale, a disposizione di tutti, ovunque. E forte si è levata la voce di Papa Francesco e della Chiesa anglicana, che hanno chiesto alle multinazionali, alle autorità sanitarie e ai governi, di agire subito per un cambio di rotta. La richiesta di cancellare i brevetti sui diversi prodotti, in modo che si possa ampliare il più possibile la platea di soggetti produttori è stata portata al Wto (l'Organizzazione mondiale del commercio) da India e Sudafrica, ma per ora gli ostacoli sono parecchi. La proposta sarebbe stata discussa in una riunione a porte chiuse della commissione sul Trips, l'accordo globale sulla proprietà intellettuale, e se fosse accettata permetterebbe ai singoli paesi di realizzare in proprio vaccini, ma anche farmaci, reagenti diagnostici e altro materiale. Tra i critici - ha reso noto il Times of India - ci sono l'Unione Europea, gli Stati Uniti e la Svizzera, che sostengono che abolire i brevetti non risolverebbe i problemi di produzione e distribuzione che già ora causano tagli e carenze nelle consegne e nel rispetto dei contratti. Inoltre, chi si oppone alla liberalizzazione, sostiene che la tutela della proprietà intellettuale e dei brevetti serve anche e soprattutto a garantire la ricerca". Medici Senza Frontiere ha detto che la "strategia" adottata è quella di rinviare continuamente la decisione. Intanto è arrivato un annuncio dell'Oms - "la luce in fondo al tunnel" - che ha siglato un primo accordo con Pfizer-BionTech con l'obiettivo di fornire 40 milioni di dosi ai Paesi più svantaggiati, grazie al sistema Covax, creato appunto per cercare di mettere in campo una suddivisione più giusta. Le fiale saranno fornite a prezzo di costo e consegnate nel corso del primo trimestre - ha dichiarato la Pfizer - ma intanto sono sorti problemi anche per le consegne all'Unione europea, come si sa, dunque è lecito sollevare qualche dubbio sul buon esito del patto nei tempi stabiliti. Il fatto è che le disparità tra ricchi e poveri ci sono anche all'interno dei Paesi ricchi. Come racconta Ttg Italia, si sta diffondendo una nuova formula di vacanza - ovviamente riservata a persone molto facoltose - un all inclusive che oltre alle solite comodità - offre anche la vaccinazione anti-Covid. Il caso più pubblicizzato è quello del Knightsbridge Circle di Londra, una sorta di agenzia di viaggi super esclusiva (un club al quale ci si iscrive versando 25mila sterline) che organizza per i suoi clienti una trasferta a cinque stelle negli Emirati Arabi, che comprende anche l'inoculazione. Boom di richieste, si dice, e adesso anche i non soci possono acquistare il pacchetto, alla non modica cifra di 10mila sterline. Anche in diverse località sciistiche degli Stati Uniti, ai turisti viene offerto un trattamento che comprende il vaccino, con doppia puntata, per la prima dose e in seguito per il richiamo. Due weekend tra divertimento e immunizzazione. E, come è facile immaginare, entro breve tempo l'offerta si troverà nei resort più esclusivi e nelle destinazioni per vip di ogni angolo del pianeta, così come è accaduto per tamponi e test. Ricordate? Nei primi mesi della pandemia era difficilissimo riuscire a fare un controllo di positività, poi chi si è potuto permettere di pagare non ha avuto alcun problema. Succederà anche con i vaccini, che verranno venduti in quantità ai milionari, mentre saranno somministrati col contagocce a tutti i derelitti della Terra.
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