«Ciao! Ti interessa un investimento sicuro con rendimenti super, ben più alti di quelli solitamente offerti dal mercato?» Se chi legge è tentato di rispondere sì, come tanti sardi hanno fatto fra il 2016 e il 2019 fidandosi di una rete di sedicenti broker ora al centro di un'inchiesta della Procura di Cagliari e di un'indagine della Questura di Oristano, farà bene a stare attento: rischia di restare vittima di uno schema Ponzi. Sistema piramidale, multilivello: chi c'è cascato, di solito, ci ha rimesso e se ne vergogna. Si sente un pollo. Eppure, appena una dozzina d'anni fa, a essere raggirati furono diversi dei più accreditati (e, si suppone, smaliziati) istituti finanziari del pianeta. Il loro errore? Essersi fidati di uno in gamba, molto in gamba, pure troppo (a posteriori): Bernie Madoff, ex presidente del Nasdaq, star di Wall Street. Rastrellò un tesoro valutato fra i 50 e i 65 miliardi di dollari prima di beccarsi una condanna a 150 anni di carcere: sui reati fiscali, notoriamente, gli Stati Uniti sono particolarmente severi.

UN MOTORE ALIMENTATO DALL'AVIDITA' Come funziona lo schema Ponzi? È un po' come un motore alimentato da un carburante che non rischia di esaurirsi: l'avidità. La scintilla è la promessa di rendimenti rapidi e consistenti, basati su meccanismi finanziari poco chiari, proposti in modo fumoso a un pubblico non competente in materia. Di solito basta convincere un piccolo gruppo. Il potenziale cliente, incantato dalle promesse, affida al broker il suo gruzzoletto, diciamo 5.000 euro. Dopo qualche settimana, il broker gliene restituisce una parte, poniamo 1.000 euro, dicendo che è il rendimento promesso. A quel punto l'investitore si convince: il sistema funziona. E diventa elemento attivo, spargendo la voce e reclutando altri investitori. Ognuno dei nuovi investitori consegna capitali di cui riceve una parte, convinto di star guadagnando, e ne recluta altri. In pochi passaggi, si è passati da un gruppo ristretto a una platea allargata. I soldi circolano, ma è un movimento drogato: poiché il broker in realtà non ha un capitale sociale, non appena le richieste di rimborso superano i capitali versati, il motore si inceppa.

Bernie Madoff (a destra) va all'udienza della Corte federale Usa nel 2009 (foto archivio L'Unione Sarda)
Bernie Madoff (a destra) va all'udienza della Corte federale Usa nel 2009 (foto archivio L'Unione Sarda)
Bernie Madoff (a destra) va all'udienza della Corte federale Usa nel 2009 (foto archivio L'Unione Sarda)

CHI ERA CHARLES PONZI Successe per la prima volta negli Stati Uniti, un secolo fa. Era il 1920. L'italo-americano Charles (all'anagrafe Carlo Pietro Giovanni Guglielmo Tebaldo) Ponzi, un quarantenne svelto arrivato a Boston dopo un'esperienza carceraria, cambia nomi con frequenza (Charles Ponci, Charles P. Bianchi e altri), ha un'oratoria capace di persuadere e, soprattutto, di far balenare la prospettiva di guadagni facili e abbondanti. Un trucco legale gli consente di lucrare sui Buoni di risposta internazionale, e dunque sulla differenza di costo dei francobolli fra gli Stati Uniti e i Paesi esteri. I soldi, per i primi investitori, fioccano davvero. Un sacco di immigrati si fidano: nel giro di pochi mesi gli investitori sono 40 mila, il giro d'affari tocca i 15 milioni di dollari (di allora). Qualcuno, pur di raggranerallare soldi da affidare alla Securities exchange company di Ponzi, ipoteca la casa. Poi il crac. Il capitale sociale è irrisorio rispetto al gigantesco volume di investimenti. L'avventuriero finisce di nuovo in carcere. Ne uscirà con un nuovo nome e un nuovo meccanismo truffaldino, lo Scam. Nuovo arresto, nuova detenzione, quindi il rimpatrio in Italia; la morte nel 1949 in un ospedale per poveri a Rio de Janeiro.

LO SCHEMA DOPO PONZI Lo schema Ponzi, però, è destinato a non morire col suo inventore. Nel tempo, anzi, si è evoluto arricchendosi di varianti. Negli anni Cinquanta, in Italia, fu resuscitato, rivisto e corretto, dal primo "Banchiere di Dio", Giovanni Battista Giuffrè, che prosciugò i conti di alcuni ordini religiosi. Negli anni Novanta, nell'Albania appena uscita dall'economia comunista, uno schema Ponzi mandò in fumo i risparmi di più di una famiglia su tre. Nel nuovo millennio il meccanismo si è fatto più pericoloso per effetto dell'accelerazione che la rivoluzione digitale imprime alle transazioni finanziarie: del 2008 è il crac generato negli Stati Uniti da Bernie Madoff, a sua volta diventato il modello per futuri truffatori. Vedi il caso del broker Gianfranco Lande, il cosiddetto "Madoff dei Parioli", che generò un buco da 170 milioni di euro. Fra le vittime, diverse celebrità dello spettacolo e del calcio.

La storia insegna: davanti alla prospettiva di rendimenti mirabolanti, basati su meccanismi fumosi e strutture piramidali multilivello, è sempre saggio drizzare bene le orecchie e mantenersi prudentissimi.
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