Una ciambella di salvataggio per i ricci di mare. L'ha lanciata la Regione che ha adottato un provvedimento unico in Italia che vieta la pesca dei ricci fino al 30 aprile 2024. Una proposta accolta dai pescatori, che da tempo condividono la necessità di intervenire per tutelare questo patrimonio: per troppo tempo, infatti, si è andati avanti con una pesca che ha impoverito i fondali. Tutta colpa degli abusivi che, senza scrupoli, hanno fatto man bassa anche nelle stagioni in cui il prelievo era rigorosamente vietato. Ma c’è un aspetto sul quale i pescatori non sono d’accordo: la fornitura di servizi, proposta dalla Regione, i cui tempi e modalità sono stati contestati.

La pesca dei ricci è stata alimentata dalla grande richiesta dei ristoratori e dei tanti buongustai: e come dar loro torto? Le strisce radiali all'interno del guscio spinoso sono deliziose spalmate su crostini di pane abbrustolito oppure sugli spaghetti, e perfino sulle pizze appena sfornate. Ma il grande uso in cucina ha messo a rischio la sopravvivenza di questa specie, diventata sempre più rara nella costa occidentale e meridionale dell'Isola.

Gli studiosi lo hanno sostenuto con forza: occorre mettere un freno alla pesca. Ecco perché la Regione ha, in un primo momento, adottato una serie di norme restrittive dei prelievi e, lo scorso autunno, ha fatto molto di più.  Ha deciso che dal 22 gennaio 2022 e per i prossimi tre anni in Sardegna sarà vietata la pesca dei ricci.

Il fermo biologico per il Paracentrotus lividus, il riccio del Mediterraeo, è stato studiato per permettere il ripopolamento della specie messa in pericolo dall'eccessiva domanda della sua polpa da parte di alberghi e ristoranti, non solo sardi, e dalla pesca indiscriminata e spesso illegale per colmare questo fabbisogno, a discapito anche dell'ecosistema.

Il divieto è stato previsto dalla legge regionale 17 del 22 novembre 2021, e ha previsto una serie di indennizzi, approvati con una delibera della Giunta regionale, a sostegno dei pescatori, circa 200 in tutta l'Isola quelli autorizzati: 400mila euro per il 2021, 1 milione e 200mila euro per il 2022 e il 2023, per un totale di 2 milioni e 800mila euro. A lungo ha lavorato sulla necessità di bloccare la pesca dei ricci il capogruppo in Consiglio regionale di Fratelli d’Italia Francesco Mura.

"Un fermo necessario - spiega Mura, - per consentire il recupero e la ricostituzione della risorsa nel nostro mare territoriale, messa a rischio dal massiccio prelievo effettuato negli ultimi anni”. Questo sovra sfruttamento, se perpetrato, afferma l’assessora regionale alla Pesca Gabriella Murgia, “potrebbe determinare nel breve periodo il collasso della risorsa e l'estinzione commerciale della specie, quindi si è reso necessario intervenire con drastiche misure gestionali e con una chiusura temporanea".

Misure simili sono state adottate a livello nazionale anche per altre specie: il 29 dicembre, per esempio, il ministero delle Politiche agricole ha deciso il blocco anche alla pesca dei cetrioli di mare, Holothuroidea, per tutto il 2022 in modo da evitare squilibri all'ecosistema.

Un riccio (foto archivio L'Unione Sarda)
Un riccio (foto archivio L'Unione Sarda)
Un riccio (foto archivio L'Unione Sarda)



Il problema del numero dei ricci è vissuto in modo contrario lungo le coste della Spagna, dove la specie è considerata quasi una piaga, mentre in Sardegna è pressoché estinta. Ecco perché la popolazione sempre minore ha portato la Giunta regionale a indire lo stop della pesca, con un progetto che va oltre la salvaguardia della specie. "Durante questi tre anni, con il coinvolgimento degli stessi pescatori, attueremo - conclude l'assessora Murgia - un piano di monitoraggio scientifico per valutare gli effetti della chiusura della pesca e daremo la possibilità agli operatori di svolgere attività di recupero ambientale, come la pulizia dei fondali e la rimozione delle attrezzature di pesca". Ma su questo si è scatenata la polemica dei pescatori che ancora attendono di capire come il loro mancato guadagno, quello scaturito dal blocco della pesca dei ricci, sarà risarcito. “Il progetto proposto dalla Regione non va bene”, protesta Giacomo Bilancetta, pescatore di Cabras, “perché a noi è stato imposto il blocco dell’attività ma passeranno mesi prima che saremo coinvolti nel progetto. Ci è stato chiesto di fare formazione in modo da poter poi svolgere un monitoraggio scientifico: questa per noi è fantascienza. Ecco perché ci sentiamo presi in giro”.

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