Suona come un’eresia: impedire ai tedeschi di accendere i loro barbecue per arrostire carni e salsicce - esercizio praticato appena è possibile in tutti i parchi cittadini, nei cortili delle case, dove ci sia un angolo con un po’ di verde - è impensabile. Quell’inconfondibile fil di fumo è l’indizio sicuro di un rito in cui sono indiscutibilmente maestri. Quale pazzo, allora, può candidarsi a fare il cancelliere se ha tra i progetti quello di vietare un’abitudine tanto amata e radicata? Avrebbe perso ancora prima di gareggiare. In questa “minaccia elettorale”, va da sé, non c’è nulla di vero. Perché è una delle tante fake news, delle avvelenate bufale, che si sono abbattute sulla candidata dei Verdi in corsa per la cancelleria tedesca. Annalena Baerbock, 40 anni, cresciuta in una fattoria della Bassa Sassonia, ex ginnasta, tre bronzi nazionali nel trampolino elastico, studi in Scienze politiche, un master in Diritto internazionale alla London School of Economics, donna di punta dei Verdi, ha buone chances di prendere il posto di Angela Merkel e diventare così la più giovane “Kanzlerin”. La sua strada ora si è fatta più dura: è vittima di una pesante campagna di disinformazione, come già era avvenuto per Hillary Clinton e Kamala Harris, a conferma che gli attacchi sessisti e misogini on line, secondo un’indagine fatta dall’istituto di ricerca americano Wilson Center, sono esponenzialmente aumentati.

Oltre al divieto di cucinare le amate salsicce arrosto,  hanno attribuito a Baerbock l’idea di vietare gli animali domestici (“L’eliminazione dei cani consentirebbe di risparmiare 19 milioni di tonnellate di Co2”) o di abolire le pensioni per le vedove. L’hanno accusata di aver “aggiustato” il suo curriculum e di aver persino posato nuda, da giovane, per guadagnare un po’ di soldi. Ovviamente era un volgare fotomontaggio con il corpo nudo di una porno star sul cui collo era stata piantata la testa di Annalena.

Ma ora a manovrare contro di lei in modo pesante si è messa la Russia di Putin. Se infatti la falsa verità (ricordate la litania di Donald Trump sulle origini americane di Barack Obama?) può sedurre solo menti poco attente, è più vischioso e subdolo il fatto che il premier russo, ancora una volta, cerchi di indirizzare, o quanto meno condizionare, il voto elettorale di un altro Paese.

Basta leggere i media russi secondo cui una vittoria della candidata dei Gruenen, la cui bandiera è “io sono il cambiamento” viene associata a una “presa di potere”. Da non credere.

Allora che cosa c’è in gioco? Ecco la vera domanda. Perché sbarrare la strada a una donna, arrivata otto anni fa in Parlamento, tra le fila di un partito adulto e non più ribelle, capace di incarnare un modello femminile moderno (sarà suo marito, da agosto, a prendere congedo e occuparsi delle due figlie, durante il rush finale della campagna elettorale)? Una delle possibili risposte è l’opposizione dei Verdi tedeschi al completamento del gasdotto Nord Stream2 e le critiche severe rivolte alle politiche di Mosca, da un partito come quello degli ambientalisti da sempre attento al rispetto dei diritti umani e alla tutela delle minoranze.

Il Nord Stream 2, secondo braccio controllato da Gazprom, renderebbe, secondo gli oppositori, l’Europa troppo dipendente da Mosca, per di più ai danni dell’Ucraina. Proprio alcuni giorni fa Putin ha giusto annunciato il completamento della prima linea: «Gazprom è pronta a pompare il gas in Germania», ha detto, mentre sulla seconda linea i lavori procedono. Che ne sarebbe di questo strategico impianto se dovesse arrivare alla Cancelleria un’oppositrice? Che fine farebbero i delicati equilibri internazionali su cui l’intera impresa poggia?

L’allarme è stato lanciato nei giorni scorsi dal Verfassungsschutz, il servizio segreto interno tedesco, secondo i quali la candidata rischia di diventare vittima di notizie riservate e sensibili «rubate e rese pubbliche» dalle spie russe. Bugie, fake news lanciate in rete, verità stravolte, ecco gli ingredienti al veleno delle campagne elettorali, tanto più aggressive se a gareggiare è un donna.

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