Tra le vittime più recenti ci sono le fioriere vandalizzate a Villanova, quartiere storico di Cagliari rimesso a nuovo nell’ultimo decennio. Ma l’elenco degli atti di vandalismo cui si assiste con sempre maggiore frequenza nelle città è lungo: vasi distrutti, pareti imbrattate, pavimentazione utilizzata come urinatoio, vetri frantumati, auto danneggiate. E che dire degli episodi di bullismo e delle risse in strada tra ragazzini, quasi sempre minorenni o poco più che maggiorenni?

Un fenomeno preoccupante

Negli ultimi anni comportamenti simili un tempo rari si fanno spazio e diventano un fenomeno sociale del quale preoccuparsi. L’impressione è che la situazione stia sensibilmente peggiorando e che famiglia e scuola abbiano perso la capacità di capire quel che accade ai propri figli e studenti, comprensione necessaria a prevenire l’insorgere di episodi di vandalismo e bullismo sempre meno rari. Di recente Renato Troffa, psicologo e insegnante all’Università del Maryland, ha spiegato sulle pagine dell’Unione Sarda che «le risse in strada sono sempre esistite» ma che da qualche tempo «esistono gruppi con norme deviate, estreme o violente dettate dalla frustrazione e dal mancato controllo delle emozioni» nei quali «il violento ha un riconoscimento sociale: è al centro delle attenzioni», così il suo esempio malsano «diventa uno stimolo a far parte di gruppi violenti». Comportamenti che non risparmiano gli arredi pubblici, di comune proprietà, e che dunque per paradosso creano un danno anche a chi lo provoca. Con la controindicazione che chi si rende responsabile di gesti simili non ha la capacità (né probabilmente gli strumenti) di capire il disvalore di quel che ha fatto.

Il Bastione Saint Remy a Cagliari (foto archivio L'Unione Sarda)
Il Bastione Saint Remy a Cagliari (foto archivio L'Unione Sarda)
Il Bastione Saint Remy a Cagliari (foto archivio L'Unione Sarda)

Pestaggi e furti

È sufficiente elencare una non breve serie di avvenimenti, i più recenti, per dare un’idea neanche tanto vaga del problema. Gli organi di informazione regionali (di qualunque tipo: quotidiani, siti web, televisioni, radio, social) hanno dato notizia di pestaggi tra ragazzini a Monte Urpinu a Cagliari (anche con l’uso di bastoni); il furto e il danneggiamento di tre carrozzine degli atleti della Dinamo Lab a Sassari, con le quali i ladri hanno giocato all’autoscontro; il ginepro secolare vandalizzato nella spiaggia di Feraxi; i pali dell’illuminazione pubblica danneggiati a Isili; il furto del prato sintetico nelle isole spartitraffico della nuova rotatoria che si trova lungo la strada alle porte di Nurachi; il raid contro i vecchi tavoloni in legno che da anni circondano l’area dei lavori nella stazione di Decimo; il pino abbattuto a Torre delle Stelle, località turistica divisa tra i Comuni di Maracalagonis e Sinnai; la musica a tutto volume che ha risuonato sino a tarda notte a Torregrande, dove peraltro spesso il lungomare è coperto di spazzatura; il doppio blitz vandalico al parco comunale di Siliqua, dove sono stati danneggiati tavoli e installazioni dell’area pic-nic; gli schiamazzi notturni di giovani disturbatori in piazza Parrocchia a Quartucciu, con annessi danni provocati ai beni pubblici; le buste di rifiuti lanciate dal finestrino delle auto in corsa a Muravera e Costa Rei, dove il sindaco ha minacciato di chiudere le spiagge per evitare di trovare spazzatura tra i rifiuti (per tacere degli alberi e delle fioriere danneggiate); i vetri della cabina ridotti in frantumi a San Gavino; le piastrelle del piazzale di Sant’Andrea ad Assemini smantellate e lanciate verso la chiesetta da una banda di ragazzini; i danni provocati ai semafori sul lungomare Poetto a Quartu; i teppisti che occupano, danneggiano e danno fuoco all’ex asilo nido di via Boito a Quartu; i danni provocati alla nuova area giochi per i bimbi nei giardinetti di via del Redentore a Monserrato; il quartiere a nord di Carbonia, in località Costa Medau Becciu, trasformato in discarica a cielo aperto e luogo di baldoria; il fuoco appiccato nel cortile che collega il sagrato della chiesa intitolata a Sant'Antonio da Padova con il retro dell’edificio a Uras; le recinzioni dell’area cani di via Crespellani completamente divelte, come i dissuasori di velocità a Urzulei; le bottiglie di vetro spaccate per terra e i gravi danni provocati alle auto in sosta nei parcheggi di via Rio Sa Murta a Elmas. E poi lanci di sassi, tronchi intagliati, pavimentazione imbrattata di vernici, intonaci scrostati. Una lista lunga, eppure sono tutti episodi avvenuti nell’ultimo mese e mezzo: da inizio luglio a oggi. E si tratta solo di quelli scoperti e segnalati, perché molti altri sono rimasti sconosciuti.

Spazzatura nella pineta di Torregrande (foto archivio L'Unione Sarda)
Spazzatura nella pineta di Torregrande (foto archivio L'Unione Sarda)
Spazzatura nella pineta di Torregrande (foto archivio L'Unione Sarda)

Dopo il lockdown

Allora: c’è un problema evidente, difficile da affrontare, esploso sensibilmente (almeno all’apparenza) dopo la fine del primo periodo di chiusura totale dovuto al diffondersi della pandemia. Lo stesso Troffa intervistato dal collega Matteo Vercelli spiegava che far fronte a certi comportamenti «con la repressione» sarebbe sbagliato: non servirebbe una punizione dell’autorità ma l’uso di «norme educative». Purtroppo il buon vecchio ceffone dei genitori sembra passato di moda, e del resto oggi in molti casi i ragazzini cominciano a emergere nel gruppo assumendo atteggiamenti violenti proprio per l’assenza di una guida sana da parte del padre e della madre, in verità spesso principali responsabili della mancata educazione dei figli. Mancano le regole necessarie, anzi: non di rado gli esempi negativi arrivano dalle stesse famiglie. E la scuola ha pochi strumenti per intervenire, che diventano sempre più fragili col passare del tempo. Chiedi all’alunno il telefonino prima della lezione? A fine mattina arriva il genitore che protesta con l’insegnante. Metti in punizione lo studente per aver insultato o preso in giro un compagno? Tempo poche ore ed ecco che il padre (o la madre) del povero ragazzo rimproverato ingiustamente rimette in carreggiata il docente insensibile e ingiusto. Il figliolo ha preso un brutto voto? Colpa del professore. Si può andare avanti così? Difficile stupirsi se poi si cresce una generazione di ignoranti, maleducati e violenti. Gli adulti non forniscono più regole chiare (o forse ne forniscono di sbagliate) e il disagio degli adolescenti aumenta.

Le famiglie

Esiste una soluzione? Sicuramente. Quale sia spetta agli esperti trovarla. Ma se le famiglie per prime non sono capaci di intervenire dando il giusto indirizzo, scalare la montagna sulla cui cima si trovano comprensione e rispetto degli altri e delle regole, buona educazione e condivisione di valori, sarà molto difficile.

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