Quasi quarant’anni condensati in pochi secondi. Dai ghiacciai che si sciolgono all’espandersi delle megalopoli. Oppure – nel nostro piccolo – le mille facce del Poetto, passato dal giallo brillante, screziato dai casotti, al grigio post ripascimento. Google Earth omaggia la Terra con un timelapse dagli anni Ottanta a oggi, ed è come aprire l’album delle fotografie di famiglia. Vediamo quanto siamo invecchiati e con un filo di nostalgia pensiamo ai bei tempi. Grazie a oltre 20 milioni di immagini satellitari raccolte nel corso degli anni, il software di Mountain View ci mostra come eravamo. Città, foreste, strade, fiumi: l’album virtuale ci consente di viaggiare nel tempo e vedere un mondo diverso da quello attuale.

Il Poetto
Il Poetto
Il Poetto

Un ambiente più vivo. E l’Isola non fa eccezione: vista dall’alto, nel 1986, la sagoma della Sardegna era più verde rispetto a come si presenta adesso. L’area urbana di Cagliari era decisamente più ristretta, il lago artificiale del Simbirizzi doveva ancora essere riempito (è stato inaugurato proprio in quel periodo), del porto canale esistevano solo i due lunghi moli, stagliati nel Golfo degli Angeli, e poco altro. Non c’era l’ombra dei container, che invece riempiono il piazzale nella foto satellitare del 2015. Cinque anni dopo, nel 2020, il deserto: la fuga dallo scalo industriale del capoluogo è immortalata anche dalle immagini di Google Earth, che ci restituisce un ritratto desolante di quello che sarebbe dovuto diventare il perno della zona franca.

Anche il Poetto è cambiato: la prima immagine disponibile è del 1985, un anno prima che sulla spiaggia cagliaritana arrivassero le ruspe per buttar giù i casotti. Che si intravedono – la risoluzione delle foto di quel periodo purtroppo non è la stessa di oggi – dal satellite. Dall’anno successivo le costruzioni spariscono, la spiaggia piano piano si assottiglia, fino ad arrivare ai giorni nostri: più grigia e ormai bisognosa di un nuovo intervento per evitare che il mare arrivi fino alla strada.

Il porto canale
Il porto canale
Il porto canale

Se ci si sposta più a nord, è interessante vedere l’evoluzione di Olbia: da piccola cittadina con un aeroporto perso (quasi) nel nulla, a capitale della Gallura. Negli anni i confini del centro abitato si solo espansi, si è aggiunta la zona industriale, i tetti delle case hanno sostituito il verde. Normale: all’epoca gli abitanti erano poco più di 30mila, ora sono raddoppiati.

L'evoluzione di Olbia
L'evoluzione di Olbia
L'evoluzione di Olbia

Allargando lo sguardo al resto del mondo, Google Earth ci dà la possibilità di vedere le trasformazioni più evidenti. Come  la conversione della foresta amazzonica di San Julián, in Bolivia, in villaggi e aziende agricole dediti alla coltivazione di soia. O le prove del global warming, testimoniato dal rapido ritiro del ghiacciaio Columbia, sulla costa meridionale dell'Alaska, affacciato sullo stretto di Prince William.

Il pianeta è in costante evoluzione anche per alcuni fenomeni naturali. E qui entrano in campo le eruzioni vulcaniche: si può ammirare la trasformazione del paesaggio in seguito all'esplosione, nel 1991, del Monte Pinatubo, nelle Filippine. Il più violento evento vulcanico degli ultimi 100 anni. La nuvola piroclastica alta 32 km, che raggiunse ogni angolo del Pianeta, ingrigì le pendici verdi delle montagne circostanti. Nel timelapse si nota come cambiano forma le valli, subito dopo l'eruzione, mentre nei decenni seguenti la vegetazione riconquista gradualmente le pendici del vulcano, che si fanno di nuovo verdi.

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