Dal coma al podio paralimpico di nuoto, gioie e fatiche di una rinascita
In un libro il nuorese Francesco Delpiano racconta il suo percorso dopo un terribile incidente e la scelta di lavorare come counselor per aiutare gli altriPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Una prima vita brillante, da ingegnere di successo. Un’altra costellata di fatiche e penitenze, allietata poi da vittorie nei campionati paralimpici di nuoto e da affermazioni in altri percorsi che gli consentono di aiutare gli altri. In mezzo un incidente terribile: l’auto guidata da un conducente ubriaco lo travolge mentre lui attraversa la strada e lo manda in coma. Il calvario e la resurrezione di Francesco Delpiano sono un racconto di vita intenso, proposto in un libro, sincero ed emozionante, dove assieme alle mille difficoltà emerge il coraggio di una rinascita piena di sorprese e di speranza. Lui, nuorese, curioso e dinamico, dal sorriso facile, deve fare i conti con una data spartiacque: 17 febbraio 2000. È il giorno in cui a 33 anni, dirigente dei lavori della metropolitana di superficie di Sassari e con incarichi prestigiosi come ricercatore universitario e manager di multinazionali, finisce nel reparto di Rianimazione, a Sassari. È la fine di una vita e l’inizio di un periodo buio che, però, lascia filtrare nuova luce. Lui ha la capacità di intercettarla e farla propria, senza lasciarsi divorare dal dramma che fisicamente lo segna per sempre.
Il risveglio è accompagnato dalla scoperta di una rara patologia neuromuscolare che lo obbliga a convivere con sedia a rotelle e stampelle. Con un impegno ammirevole riesce a vincere disagi e problemi d’ogni genere, fisici e psicologici, e a immergersi in una vita piena, rigenerata dalla forza benefica dell’acqua e dalla voglia straordinaria di ritrovare l’armonia con se stesso.
Il titolo del libro “Tutto il mare che ho nel cuore” sta dentro una copertina che ritrae l’acqua, fonte della rinascita dell’autore. “Ma davvero possiamo cambiare il nostro destino?” è l’interrogativo impresso sotto il titolo e dà l’idea del moto positivo che l’acqua è capace di donare assieme a tanta determinazione, forza di sacrificio, voglia salvifica di farcela in ogni caso. La resurrezione è un percorso lungo e complesso con ricoveri in 27 ospedali, compreso quello di Houston, in Texas, infinite terapie riabilitative e sedute motivazionali dove c’è spazio perfino per un viaggio speciale di meditazione in India. Epicentro della rinascita è comunque Parma dove Delpiano approda dopo il risveglio, pur miracoloso, avvenuto a Sassari. Inizia lì il percorso per ricomporre una vita finita in frammenti di dolore.
Il rapporto con l’acqua, che sia quella delle piscine nei centri di riabilitazione o quella del mare di Sardegna a cui non rinuncia mai (nell’estate del 2017 di fronte all’isola di Tavolara salva un turista che rischia di annegare), diventa fondamentale assieme a quello che lo lega alla musica. Con la sedia a rotelle, per esempio, riesce a fare una fuga dall’ospedale e raggiungere Torino per seguire il concerto degli U2. Ma è soprattutto l’acqua che gli rivela una forza atletica da campione paralimpico. L’avventura agonistica inizia con il primato regionale nei 50 metri. Colleziona premi, medaglie e vittorie: 13 record italiani nei 50 e 100 metri stile libero e nei 50 metri delfino lo portano a un passo dalle Paralimpiadi di Pechino.
Parma è la sua città di adozione. Mette su famiglia e trova una nuova attività professionale, quella di counseling. Ne sperimenta i benefici durante il suo lungo percorso riabilitativo. «Mi era stato di grande aiuto e aveva prodotto in me un cambiamento così grande, positivo e profondo che avevo deciso di studiare la disciplina», confessa. E spiega: «Il counselor pone la persona e la relazione al centro del suo intervento. È un professionista che si mette in gioco per costruire un aiuto e che consegna al suo interlocutore il ruolo di persona, potenzialmente in grado di trovare le migliori soluzioni al suo momento di disagio». L’attività lo appaga, può dare una mano a chi è alle prese con sfide, paure e problemi, tiene conferenze e seminari esperienziali. «Aiuto gli altri e contemporaneamente proseguo un percorso di crescita personale», ammette.
Il libro, presentato a Nuoro, arriva a compimento della sua rinascita, scrupoloso come un diario a cuore aperto, un viaggio coraggioso nelle sorprese della vita. «L’ho scritto per me, partendo da me», sottolinea Delpiano. E aggiunge: «Ma l’ho scritto anche per chi legge nella speranza che possa trovare qualcosa che possa aiutare a scoprire che tutto è possibile».