L’Italia resta tendenzialmente europeista, ma meno di molti altri Paesi membri e meno di prima. È la sintesi dei dati del nuovo rapporto di Eurobarometro incrociati con quelli di cinque anni fa.

Vediamo subito i dati di oggi, espressi dai nuovi sondaggi che Bruxelles ha commissionato e pubblicato secondo una prassi inaugurata cinquant’anni fa. Come sintetizzato nei giorni scorsi dall’Ansa, “il 72% degli europei crede che per il proprio Paese essere membro dell’Ue sia un beneficio. Il dato mostra un gradimento stabile rispetto al 2022 ed è la media di due estremi: si va dal 92% della Lituania al 55% dell’Austria”. Prima di criticare quegli euroscettici degli austriaci, frugali nei conti e ostili alle politiche comuni sui migranti, meglio alzare lo sguardo di appena uno scalino: al penultimo posto nella classifica dei Paesi che apprezzano l’Unione europea, appaiata alla Bulgaria con un 57% di abitanti soddisfatti della scelta sovranazionale, c’è proprio l’Italia.

Un dato che potrebbe sorprendere per almeno due motivi: dagli albori dell’integrazione europea siamo tradizionalmente stati fra i più entusiasti, e con l’allentamento del Patto di Stabilità dettato dal Covid (ma anche con l’euro come zattera di salvataggio rispetto alla tempesta di inflazione: in pochi pensano quali effetti avrebbe avuto un trend del genere sulla lira) l’Unione della realtà ha cominciato ad assomigliare un po’ di più a quella sognata da Roma.

Eppure quella quota di italiani eurofili, per quanto maggioritaria, è davvero un dato pallido rispetto a quella media del 72% di europei che apprezza l’Ue. I più convinti sono irlandesi e lussemburghesi, appaiati in cima alla classifica col 93% (e si potrebbe facilmente ironizzare sul fatto che ad apprezzare maggiormente l’Unione sia chi è riuscito a coniugare i vantaggi del mercato unico con qualche disinvoltura fiscale). Appena un punto sotto, come detto, c’è la Lituania. Robusto l’apprezzamento per l’Ue anche di danesi e portoghesi, con l’88%, e sopra la già consistente media europea si piazza la Spagna con un nettissimo 78% di abitanti europeisti convinti. Lievemente sotto la media, ma comunque nettamente convinti della scelta europea, francesi e tedeschi, appaiati al 70%.

E proprio questi due popoli rendono interessante il raffronto con i dati Eurobarometro di cinque anni fa: i tedeschi sono europeisti un po’ più tiepidi rispetto al 2018, quando era ben l’81 per cento ad apprezzare l’Unione, mentre i francesi si vanno nettamente entusiasmando, visto che all’epoca i filo Ue erano solo il 55%. Nel 2018 in testa alla classifica, con l’84%, c’era la solita Irlanda mentre i ciprioti, con il 55%, sembravano molto meno convinti. La media dei Paesi membri non era molto distante da quella di oggi, giusto un po’ più bassa con il 68%. L’Italia era sempre nella seconda metà della classifica, ma con un 64% di abitanti che apprezzavano l’Europa comunque più significativo del 57% di oggi. Ma il calo non è una tendenza costante, e anzi cambiamo idea con una certa rapidità: l’anno prima gli europeisti soddisfatti erano solo il 48%.

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