L’allarme della Cisl: «Nell’Isola 120mila famiglie povere»
L’appello del segretario alla governatrice Todde affinché la Regione faccia ciò che si puòPier Luigi Ledda, segretario regionale della Cisl, qui con il leader nazionale Luigi Sbarra
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Nell’Isola sono circa 120 mila famiglie povere. Un indicatore che allarma, su cui la Giunta Todde dovrà lavorare senza risparmio. I dati nel loro complesso - del resto - sono impietosi, segno che la crisi sta divampando in tutta la sua virulenza. In Sardegna nel 2022 l’incidenza di povertà relativa individuale era pari al 20%, un dato superiore al 14,8% dell’Italia nella sua globalità, e ben più elevato rispetto al 9,2% del Nord, al 9,9% del Centro, e solo leggermente inferiore al 25,3% del Sud. Non va meglio per il dato della povertà relativa familiare, secondo cui la Sardegna è sesta per percentuale di famiglie che vivono in povertà relativa, con il 15,3%, rispetto al 10,9% della media nazionale. Nel complesso, i sardi in stato di indigenza erano circa 380 mila e non risulta che siano diminuiti. Partendo da questi riscontri, la Cisl ha alzato il dito e, con il segretario Pier Luigi Carta, ha lanciato un appello al governo regionale affinché «si affronti con un piano concreto e con determinazione la drammatica situazione di povertà che ormai, in Sardegna, riguarda oltre 120 mila famiglie». Ledda, già nel primo incontro conla governatrice, ha consegnato ad Alessandra Todde un dossier con criticità e proposte per la Sardegna. «Nei giorni scorsi è stato presentato il Report statistico Povertà 2024 della Caritas», premette il segretario della Cisl, «che conferma come il fenomeno sia oggi ai massimi storici e strutturale del Paese. In Sardegna, che è assolutamente in linea con il quadro nazionale, la Cisl ritiene prioritario che vengano avviate politiche strutturali contro le povertà, vecchi e nuovi fenomeni spesso non censiti, e che si affronti una situazione ormai drammatica, che prelude ad una stagione ancora più difficile per la Sardegna qualora non si corra ai ripari con interventi utili a contrastare le diverse povertà. Rispetto alle povertà materiali la Sardegna presenta una fotografia preoccupante, insidiosa e drammatica in relazione al numero di famiglie senza reddito da lavoro, che supera il numero di 120 mila su un totale di 726.348». In Sardegna la povertà relativa e assoluta costituisce un fenomeno che coinvolge un numero sempre più importante di anziani. Il reddito previdenziale delle pensioni di vecchiaia registra l’importo medio mensile regionale di 1.090,34 euro (importo calcolato al lordo), soglia di reddito che coincide con quella individuata per la povertà relativa (1.085 euro per un nucleo composto da due persone). «Le pensioni assistenziali», rimarca Ledda, «registrano un dato medio mensile degli assegni sociali pari a 408,97 euro e di 426,44 euro per gli invalidi civili. Importi che evidenziano quanto pesa la povertà materiale tra gli anziani e, di conseguenza, quanto sia urgente intervenire con un welfare diffuso e generativo che rafforzi le politiche sociali e socio-assistenziali». L’appello è nella chiosa: «Non possiamo rimandare ancora», chiude Pier Luigi Ledda, «la politica deve mettere questo tema ai primi posti della sua agenda: ci vuole un piano pluriennale, un patto di legislatura, che prescinda dagli schieramenti e lavori nell’interesse dei sardi».