Le trasparenze impareggiabili del mare al Porto della Madonna o a Budelli o Spargi questa volta saranno solo un contorno di extra lusso. E scusate se è poco. La Maddalena, candidata a capitale italiana della cultura 2024, mette sul piatto un patrimonio spesso sconosciuto agli stessi sardi. Eppure la grande storia è più volte passata in quella che orgogliosamente si definiva la piccola Parigi, attraverso le tracce dei personaggi che, nel bene e nel male, l’hanno scritta, da Napoleone a Nelson, da Garibaldi a Mussolini. L’isola oggi, dopo la ferita mai rimarginata del G8 mancato che avrebbe dovuto risarcire i maddalenini del pesante tributo pagato alle servitù militari, si lancia in un’affascinante sfida accompagnata – dal punto di vista istituzionale – da tutta la Sardegna, dalla Regione alla Provincia di Sassari, dall’Anci a ben 73 Comuni che hanno finora dato la loro adesione alla candidatura. Martedì scorso è stato presentato il dossier con il progetto nel dettaglio coperto da assoluta riservatezza. Non sarà una battaglia facile: la concorrenza è agguerrita e comprende 24 città, tra queste Pesaro, Siracusa, Viareggio, che entro il 18 gennaio saranno ridotte a 10 mentre il 15 marzo arriverà la decisione della giuria e in seguito la designazione ufficiale.

Il logo ufficiale di La Maddalena 2024
Il logo ufficiale di La Maddalena 2024
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LA CANDIDATURA

«Fin dalla campagna elettorale abbiamo messo tra i nostri obiettivi quello di incentivare il turismo culturale e scolastico, ottima base per allungare la stagione», spiega il sindaco Fabio Lai: «Si tratta di un’occasione importante per raccontare la nostra magnifica terra. Siamo anche orgogliosi di rappresentare la Sardegna, del sostegno della Regione e di ben 73 sindaci ma anche dell’Enpa nazionale, che fu fondata da Garibaldi, e da un’archistar come Stefano Boeri». La candidatura ha anche un sostegno internazionale con le città corse di Bonifacio, dall’altra parte dello Stretto che divide le isole, e Ajaccio. Ottimisti? Lai non si sbilancia: «Siamo fiduciosi, rispettiamo gli altri ma riteniamo che la nostra sia una candidatura forte». Memoria storica e paesaggio si intrecciano nell’arcipelago e si rispecchiano nel progetto della capitale della cultura. Tra i primi a sostenere la candidatura il Parco nazionale. «Il paesaggio è parte integrante della cultura di un luogo e questo è un punto qualificante della nostra proposta», spiega l’assessore alla Cultura Gianvincenzo Belli: «Riteniamo che questa iniziativa porterà un grande interesse per un lungo periodo intorno a La Maddalena con un grande coinvolgimento». 

LA STORIA

«La Maddalena – periferia delle periferie – è in realtà al centro del Mediterraneo, del Mare Nostrum, ed è un ponte tra le culture che lo hanno agitato questo mare,», scrive il presidente Emiliano Deiana nell'annuncio del sostegno di Anci Sardegna al progetto. Nel mare dell’arcipelago si intrecciano diverse rotte a partire da quelle della storia. I segni più noti e profondi sono quelli legati all’epopea garibaldina e all’esilio del condottiero a Caprera. La casa dell’Eroe è il museo più visitato della Sardegna ed è inserito in un unico sistema col Memoriale nello spettacolare Forte Arbuticci. Ma non solo. Nel palazzo comunale, su un piccolo basamento, è ancora conservata una delle palle di cannone che Napoleone Bonaparte sparava dall'isola di Santo Stefano verso La Maddalena. L'eroe della resistenza locale è il nocchiero Domenico Millelire che costrinse il futuro imperatore di Francia alla ritirata. Più pacifico il souvenir di Oratio Nelson che considerava l'isola sarda più strategica di Malta ma non fu ascoltato: donò due candelabri d'argento tuttora custoditi nella parrocchia di Santa Maria Maddalena. Tra tanti condottieri, è passato da queste parti anche l'uomo simbolo del pensiero anarchico: Michail Bakunin fu ospite di Garibaldi nel 1864 a Caprera definita «una vera repubblica democratica e sociale». Villa Weber, sull'isola madre, è invece nota per aver ospitato, in un periodo di prigionia, Benito Mussolini che qui affidò la confessione dei suoi peccati a monsignor Capula, potentissimo parroco fino agli anni Novanta e custode di tanti segreti dell’isola, compresi quelli che portarono all’insediamento della base americana, emblema degli anni della Guerra Fredda.

LE ROTTE DEL CINEMA

Passano nell’arcipelago anche rotte illustri del cinema. In una vecchia casa sull'isola di Santa Maria sono state scritte molte delle storie dello sceneggiatore Franco Solinas, capisaldi del cinema italiano degli anni Cinquanta e Sessanta, da “Quien Sabe” alla “Battaglia di Algeri”. Michelangelo Antonioni, nel 1964, portò sul grande schermo la sfacciata bellezza delle isole con il set di  “Deserto Rosso”, primo film a colori del maestro, Leone d'oro al festival di Venezia. E, sempre a Santa Maria, Roberto Benigni ha scritto parte della sceneggiatura del film premio Oscar “La vita è bella”. Nel cimitero di La Maddalena, una ruvida lapide di granito ricorda che qui riposa Gian Maria Volontè. Suggestioni e beni immateriali di un’aspirante capitale della cultura perché oltre il mare c’è di più. Anche quando è il mare dell’arcipelago di La Maddalena.

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