La diga Santa Chiara, una mostra fotografica rievoca la costruzione
Esposizione all’hotel Mistral 2 di Oristano, a cento anni dalla inaugurazione del colossoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Un salto indietro nel tempo per riscoprire o scoprire le fasi, una dopo l’altra, della costruzione della diga Santa Chiara a Ula Tirso, a cento anni dalla inaugurazione. Il racconto fotografico si può “sfogliare” all’hotel Mistral 2 di Oristano che fino al 19 gennaio ospita la mostra “Tirso mirabile”. Una ventina di stampe che svelano molti aspetti inediti, quanto meno a tanti visitatori, relativi alle tecniche di costruzione; seppur ampiamente superate nel tempo ci aprono scenari di un’altra epoca, con dettagli talvolta sorprendenti.
La mostra, inaugurata a metà dicembre scorso, con una conferenza di Andrea Filippo Saba su Angelo Omodeo, si compone di foto che hanno già fatto tappa all’hotel Palazzo Tirso a Cagliari e non a caso: lì infatti ebbe sede la Società elettrica sarda. Le immagini provengono in gran parte dall’archivio dell’ingegnere piemontese Felice Costamagna, direttore del cantiere di Santa Chiara; vennero commissionate con il fratello Andrea, direttore amministrativo, per conto della Ses. Alla sua morte, furono lasciate in eredità a Felice Italo Pisu, e nel 2011 alla scomparsa di questi sono passate ai figli Aldo, Lino e Sandro Pisu. È grazie a loro tre che le stampe sono state rese disponibili per la pubblicazione e la fruizione.
Una stampa della mostra fotografica. Foto Mocci
Le immagini sono una parte delle 60 complessive arrivate in Sardegna da Torino. Le stampe originali, in buono stato di conservazione, rimandano a scatti effettuati tra il 1920 e il 1924, realizzati all’interno di varie campagne fotografiche, e sono in parte anonimi. Uno dei fotografi coinvolti nel lavoro di documentazione fu l’olbiese Mario Pes, scomparso a Cagliari nel 1963, dopo aver lavorato per le Ferrovie complementari della Sardegna. Appartengono a lui gli scatti che documentano la demolizione nel vecchio villaggio di Zuri e la ricostruzione della chiesa romanica di San Pietro nell’altopiano, che si possono ammirare nella mostra.
All’hotel Mistral 2 si può scoprire anche un’opera dell’illustratore Giulio Cisari (Como 1892 - Milano 1979) dal titolo “La diga di Santa Chiara d’Ula”, con la quale nel 1934 l’artista partecipò alla XIX Esposizione internazionale d’arte della città di Venezia. Incisore e in particolare xilografo, Cisari studiò all'Accademia di Brera e divenne poi membro dell'accademia stessa e direttore dell'Istituto di Belle Arti di Urbino. Contribuì con opere di illustrazione, cartellonismo e grafica minore al grande movimento di rinascita della xilografia originale, iniziato in Italia da De Carolis, nel primo decennio del secolo. Attivo anche come architetto e scenografo, si dedicò in prevalenza all’illustrazione e decorazione dei libri per gli editori Treves, Bemporad, Alpes, Mondadori e delle edizioni musicali Ricordi.
Nel corso della conferenza su Omodeo tenuta da Andrea Saba, in occasione della inaugurazione della mostra, è emerso in particolare l’aggiornamento sugli studi che hanno preceduto e seguito la sua fondamentale opera di raccolta degli scritti dell’ingegnere lombardo. Dottore di ricerca in storia, impegnato in progetti di storia ed educazione civica per le scuole nell’Ufficio scolastico regionale della Lombardia, Saba è autore fra gli altri di una “Storia ambientale”, di saggi sulla memoria e la didattica della storia. In particolare, riempì un vuoto negli studi su Omodeo vent’anni fa, rilevato dal professor Piero Bevilacqua che fu tra i primi a mettersi sulle tracce della pur importantissima figura dell’ingegnere, chiamato a costruire dighe in mezzo mondo, dal Canada al nord Europa, all’Asia. Amico di Turati, socialista emarginato dal fascismo, fu interlocutore di Stalin nella progettazione di grandi trasformazioni nell’allora Unione Sovietica.
La mostra fotografica si inserisce nel quadro delle manifestazioni organizzate da Paesaggio Gramsci, associazione presieduta da Umberto Cocco, con il patrocinio della Regione, della Fondazione di Sardegna, del Comune di Ula Tirso.
L’allestimento è stato curato da Cristiana Carta, Fabio Ferrari, Paulina Herrera, Barbara Pinna e Rossella Sanna, padrona di casa del Mistral che ha aperto le porte dell’hotel per accogliere questo pezzo importante di storia della provincia e non solo