Guai a dire: una banale influenza! Questa affermazione  può rivelarsi veritiera ma solo in quella fascia della popolazione giovane e perfettamente sana. Da quando perfino il Covid è stato declassato nella fascia della banalità si rischia di sottovalutare un nemico che ogni anno puntuale come le tasse miete vittime specie tra gli anziani.

L’influenza è una malattia provocata da virus del genere Orthomixovirus. Infetta le vie aeree ed è supercontagiosa. Infatti si trasmette attraverso goccioline di muco e di saliva, con tosse e starnuti, parlando vicino a un’altra persona, o per via indiretta, attraverso il contatto con mani contaminate dalle secrezioni respiratorie. Associamo queste nozioni a ricordi poco piacevoli legati alla pandemia. Le modalità di trasmissione sono identiche. Per la sanità pubblica l'influenza è un problema molto rilevante specie in termini di costi. Comporta l’attuazione di misure di controllo e gestione dei casi e delle complicanze della malattia ed è tra le poche malattie infettive che, di fatto, ogni uomo sperimenta più volte, nel corso della propria esistenza, indipendentemente dallo stile di vita, dall’età e dal luogo in cui vive. In realtà la maggior parte delle persone ogni anno ha in qualche modo a che fare con febbre, tosse e raffreddore, ovvero influenza, in tutte le sue fantasiose declinazioni. 

Il Centro europeo per il controllo delle malattie stima che, in media, circa 40 mila persone muoiano prematuramente ogni anno a causa dell’influenza in Unione europea. Il 90 per cento dei decessi si verifica in soggetti di età superiore ai 65 anni. Le complicanze e i casi gravi sono frequenti nei soggetti al di sopra dei 65 anni di età e che cumulano fattori di rischio, come, ad esempio, il diabete, le malattie immunitarie o cardiovascolari e respiratorie croniche. Alcuni studi hanno messo in evidenza un aumentato rischio di malattia grave nei bambini molto piccoli e nelle donne incinte. Tuttavia, casi gravi di influenza si possono verificare anche in persone sane, che non rientrano in alcuna delle categorie citate. In Sardegna l’annuale ondata di influenza deve tenere conto dell’età media molto alta della popolazione. I nostri nonnini vanno tutelati con la vaccinazione.

Nonostante si faccia di tutto per non enfatizzare il fenomeno, complice anche l’aumento esponenziale di lauree in medicina autoproclamate il problema c’è e va affrontato. Al punto che ogni anno il Ministero della Salute predispone una circolare contenente indicazioni per la prevenzione e il controllo dell’influenza stagionale. Include diversi step: sorveglianza epidemiologica e virologica, prevenzione dell'influenza attraverso la vaccinazione e le misure di igiene e protezione individuale.

Il problema è la marcata tendenza di tutti i virus influenzali a mutare, ad acquisire cambiamenti nelle proteine di superficie, che permettono loro di aggirare la barriera costituita dall’immunità presente nella popolazione con esperienza pregressa di infezione; ciò spiega perché l’influenza possa ripetutamente colpire la popolazione e causare ricorrenti epidemie, la cui unica prevenzione resta la profilassi vaccinale. Il vaccino dell’anno scorso non funziona: con l’aggiornamento 2023 dell’influenza, si ha bisogno di un upgrade.

Così ogni anno sulla base dei dati relativi ai virus circolanti l’Organizzazione mondiale della sanità fornisce indicazioni sulla composizione del vaccino da utilizzare, poi richiamata nella circolare ministeriale.

I virus influenzali A e B, responsabili di malattia nell’uomo, mutano velocemente l’assetto genetico, determinando la comparsa di stipiti nuovi dal punto di vista antigenico.
I cambiamenti antigenici possono essere:

di minore entità (“drift antigenici”); molto frequenti, portano alla comparsa di ceppi responsabili delle epidemie influenzali che si susseguono di anno in anno.

di maggiore entità (“shifts antigenici”); si verificano, di fatto, solo per i virus di tipo A, e sono responsabili della comparsa di nuovi sottotipi di virus influenzali con caratteristiche antigeniche molto diverse rispetto ai virus precedenti.

I virus “mutati” potenzialmente hanno capacità di espansione pandemica, cioè della capacità di provocare epidemie estese in breve tempo a tutta la popolazione del globo. Le caratteristiche del tutto nuove rispetto ai virus circolanti, infatti, fanno sì che la popolazione umana non abbia alcuna protezione immunitaria nei loro confronti. Questo vuol dire che da un giorno all’altro potrebbe arrivare una nuova pandemia.  

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