Il vino sardo secondo The Wine Killer Luca Gardini
Il critico enologico e responsabile della Guida vini 2025 de L’Espresso premia 14 cantine dell’Isola: «Manca però un’efficace comunicazione»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Esprime il suo pensiero sul vino sardo tracciando cinque linee strategiche: unicità, identità, personalità, impronta stilistica e bevibilità. Sono queste le password assemblate da Luca Gardini, The Wine Killer, per valorizzare un grande calice che racconta fedelmente la Sardegna. Cinque coordinate emozionali che hanno portato nella prestigiosa Guida de L’Espresso 14 cantine isolane. Gardini ha una dimensione di analisi molto efficace. E romagnola, per stare al suo codice genetico, che lo rende unico tra tanti critici, scrittori o esperti enologici: lui crede nelle affinità elettive. Qualcosa di magico che lo rende un eterno giovane, molto easy e decisamente pop. E tuttavia con un sapere enologico fuori dal comune. Una sapienza spiccata da veterano che anticipa i tempi, si direbbe. Te ne accorgi, per esempio, quando sei con lui davanti a un Cannonau o a un Cagnulari: se ami quel vino, lo rispetti e ti appassiona la terra antica che lo ha creato, allora sei anche amico suo. È la regola per il miglior sommelier d’Italia, poi d’Europa e infine del Mondo; Gardini ambasciatore del metodo classico italiano e vetta irraggiungibile ogni volta che ha un calice in mano. Tecnica e arte che traspaiono appunto nella sua Guida ai 1000 Vini d’Italia 2025, presentata ufficialmente a fine novembre al Teatro Arcimboldi di Milano nel corso di una importante serata con produttori ed esperti da tutta Italia.
LA GUIDA Spiega il fuoriclasse Gardini: «Quest’anno sono state presentate in contemporanea la Guida dei 1000 Ristoranti d’Italia e quella dei 1000 Vini, per celebrare una vera e propria festa delle eccellenze enogastronomiche italiane. Per selezionare i migliori 1000 vini, destinati alla guida, sono stati degustati quasi 5.000 campioni, dando particolare risalto, oltre naturalmente alla qualità, all’equilibrio tra grandi produttori e piccoli artigiani, tra vini tradizionali, naturali, biologici e biodinamici, ai vini realizzati con vitigni autoctoni ma anche internazionali, con particolare attenzione ai territori emergenti. I vini sardi in guida si sono distinti per l’ottima qualità. Sono state selezionate 14 aziende, con alcune eccellenze che hanno ottenuto punteggi molto alti».
SARDEGNA, BELLO E BRUTTO «Amo l’unicità e la versatilità di alcuni vitigni autoctoni come il Cannonau, il Cagnulari, il Torbato, il Vermentino. I differenti territori caratterizzano lo stile dei singoli vini, conferendo loro timbri stilistici e aromatici assolutamente peculiari e riconoscibili. Non mi piace invece come questi vini vengono rappresentati, come vengono raccontati. A mio avviso non viene messa in luce la loro unicità, si tende invece a paragonarli ad altre tipologie per evidenziare alcune analogie. Andrebbe invece posta l’attenzione su quelli che sono i punti di forza dei vini sardi, per la loro unicità, per la loro trasversalità, identità, filosofia. Al momento invece la comunicazione è scarsa e approssimativa».
SFIDE DELL’ISOLA «La Sardegna può vincere la sua sfida con tutte le tipologie di vini, che siano bianchi, rosati o rossi, soprattutto puntando sull’identità e sull’autenticità delle varietà autoctone. Fondamentale è anche l’identificazione di microaree di produzione, ognuna delle quali può dare risultati molto diversi tra vini che rientrano nella stessa tipologia, ma che in base al clima, alla composizione dei terreni, alla vicinanza al mare e a tutte le condizioni pedoclimatiche che impattano sulla resa finale, si presentano nel bicchiere con caratteristiche assolutamente peculiari e diverse tra loro. Millennials e Generazione Z: per conquistare le nuove generazioni le aziende vitivinicole devono puntare su valori quali autenticità e sostenibilità, creando esperienze coinvolgenti che raccontino le tradizioni dei vini del territorio, con un approccio immediato e digitale».
I ROSSI «Apprezzo molto il lavoro che sta portando avanti il bravissimo enologo Daniele Manca, grande interprete di vini rossi dotati di estrema eleganza e pulizia. Alcuni esempi magistrali sono il Cagnulari Isola dei Nuraghi Igt Kressia e il Cannonau di Sardegna Doc San Costantino entrambi di Poderi Parpinello, ma anche il Cannonau di Sardegna Doc Riserva Tèrruas di Su’entu».
IL MERCATO DEL VERMENTINO «Il mercato del Vermentino sardo è in crescita per valore economico, ma affronta alcune sfide. Da un lato, le produzioni di massa rischiano di compromettere l’identità del vino per renderlo più commerciale; dall’altro, cresce l’impegno verso una produzione di qualità, con vini identitari e legati al territorio. Questa distinzione è fondamentale per preservare la competitività e l’unicità del Vermentino sardo a livello nazionale e internazionale».