Quello scheletro così originale e imponente suscita meraviglia e stupore alle migliaia di visitatori che si fermano quasi a contemplarlo. Impossibile non restare ammirati davanti alla Torre Eiffel, nata dal genio dell’ingegnere Gustave Eiffel. Il simbolo di Parigi è conosciuto da tutti ma non altrettanti sanno che quell’istrionico professionista, nato a Digione nel 1832, ha realizzato nel corso della sua vita molte altre opere interessanti. La prima di tutte risale al 1858 quando Eiffel costruì il ponte Saint-Jean sulla Garonna a Bordeaux, un collegamento lungo 510 metri. A distanza di poco meno di vent’anni gli venne affidato un altro grande lavoro, Magasin Au Bon Marché: un edificio caratterizzato da una copertura in vetro e ferro davvero singolare. La sensazione era di essere all’aperto nonostante così non fosse, un dettaglio che per l’epoca era fuori dagli schemi e decisamente all’avanguardia.

Lasciando la Francia, in Portogallo Eiffel fu molto creativo tanto che progettò e realizzò diverse opere, prima fra tutte il ponte Dona Maria Pia, del 1876. Un gigantesco e ardito arco in ferro che collegava Lisbona e Porto via treno. Non fu l’unico che ideò nel paese lusitano: Gustave Eiffel realizzò i ponti di Esposende, Viana do Castelo, Olhão, Barcelos, Alijó. Tra il 1880 e il 1884 fu impegnato, inoltre, nella realizzazione del Viaduc de Garabit di 165 metri.

E che dire della Statua della libertà di New York? Lo scheletro metallico è proprio frutto del genio di Gustave Eiffel, mentre la arte scultorea è opera di Frederic Auguste Bartholdi. Il 17 giugno 1885 la Statua arriva a New York in 300 pezzi di rame contenuti in 214 casse stipate sulla nave francese Isere. Un dono della Francia in occasione del primo centenario dell’indipendenza americana dagli inglesi. Ancora una curiosità: il vero nome della Statua, monumento simbolo di New York e degli Stati Uniti d’America, è Liberty Enlightening the World (La Libertà illumina il mondo). La figura rappresentata è Libertas, la dea romana della Libertà, riconoscibile anche dall'abito, che se fosse realmente realizzato richiederebbe quasi 3.500 metri di stoffa.

La Tour Eiffel (foto Ansa)
La Tour Eiffel (foto Ansa)
La Tour Eiffel (foto Ansa)

Ma torniamo alla Torre simbolo di Parigi, sulla quale di recente si sono riaccese le luci – come se ce ne fosse bisogno - grazie al film “Eiffel”, che ha raccontato una storia romantica, secondo cui la “Tour” sarebbe stata realizzata da Gustave Eiffel come omaggio alla donna che amava. La sua struttura, se ci si fa caso, ha la forma di una A: la ragione? Per celebrare appunto Adrienne Bourgès, al donna che catturò il suo cuore. La pellicola ricostruisce la fantastica avventura dell’ingegnere Eiffel e del suo viaggio per realizzare quello che sarebbe diventato uno dei monumenti più famosi al mondo.

Il film racconta che in un primo momento Eiffel fosse tutt’altro che propenso a costruire quella torre di ferro alta 324 metri. In origine era intesa come struttura per l’ingresso alla Esposizione universale del 1889. Ma alla fine aveva acconsentito. La ragione data dal film ruota intorno a una donna: il suo nome è, appunto, Adrienne Bourgès, che Eiffel aveva amato da giovane e a cui era stato negato il permesso di sposarla. Nel film Adrienne entra ancora nella vita del geniale ingegnere, affermato e coniugato. Quell’incontro lo emoziona e a un tempo lo sconvolge, tanto che progetterà il suo capolavoro a forma di “A”, in omaggio a quella donna che non aveva mai dimenticato.

Il film è stato accolto con grande entusiasmo dalla critica e la produttrice, Vanessa van Zuylen, lo ha definito come il “Titanic francese”.

Gustave Eiffel aveva davvero incontrato Adrienne,  esattamente a Bordeaux: lei aveva 17 anni e lui 27 e era all’inizio della sua carriera. L’ingegnere si trovava nella città, guarda un po’, per costruire un ponte di ferro sul fiume Garonna. Era sbocciato l’amore, Gustave e Adrienne speravano di sposarsi, ma l’idea di quel matrimonio non era piaciuta affatto al padre di Bourgès perché riteneva che l’ingegnere non fosse il marito giusto per la figlia.

Terribilmente deluso, Eiffel si sposò con l’amica di famiglia Marguerite Gaudelet. La coppia ebbe cinque figli. Ma quell’unione visse un dramma: nel 1877 Marguerite morì a soli 32 anni. Eiffel, che aveva 42 anni, quando rimase vedovo era ricco e di successo. A questo punto del film avviene l’incontro romanzato con Adrienne, che nel frattempo si era sposata con uno dei suoi amici.

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