Fa venire le gambe molli, questo caldo umido che ormai caratterizza l’estate sarda fin dai suoi primi giorni, considerato che l’Isola – a causa del cambiamento climatico – non ha più quella gradevole frequentazione con il maestrale fresco e secco e ha cambiato amicizie: ora è affezionata ai venti caldi e umidi degli anticicloni che arrivano dall’Africa. Ma non è solo una questione di malessere, perché il caldo oltretutto costa parecchio, parlando in euro. D’estate, mediamente, chi ha un condizionatore non boccheggia, ma consuma 450 chilowatt in tutta la stagione. Detto in valuta, e calcolando sulla base delle tariffe elettriche più vantaggiose (quindi quelle del mercato libero, non certo del costosissimo mercato tutelato tipiche di chi non ha scelto un operatore quando il mercato elettrico è stato liberalizzato), sono 125 euro per tutta l’estate. E questo, sia chiaro, se il condizionatore acceso in casa è solo uno, altrimenti si deve moltiplicare la spesa per il numero di split che soffiano aria fredda sulle nostre giornate roventi.
Tutta colpa dei rincari nelle tariffe elettriche, ora alle stelle sia per la crisi energetica portata dalla guerra provocata dalla Russia con l’invasione dell’Ucraina sia per le speculazioni che, facendo sponda sul conflitto militare, si sono scatenate su petrolio e gas. Fatto sta che i 125 euro per condizionatore nella stagione calda, calcolati dall’Osservatorio SosTariffe.it e Segugio.it, sono una bella botta e si spera che il prezzo dell’energia non aumenti ulteriormente, altrimenti questi conteggi dovranno essere nuovamente rivisti al rialzo.
Come difendersi? Le stesse organizzazioni che hanno eseguito lo studio che abbiamo citato hanno deciso di diffondere una specie di Tavola del risparmio: quasi un decalogo (“quasi”, perché i suggerimenti sono otto) per avere case più fresche (meno roventi?) senza accendere il condizionatore, o comunque per farlo lavorare partendo da temperature degli ambienti più basse, e così risparmiando.
Sono consigli utili, quelli di SosTariffe.it e Segugio.it, anche se non di fortissimo impatto, ma già eliminare pochi gradi – in un inferno come quest’estate – significa magari non avere una temperatura confortevole in casa, ma quantomeno inferiore a quella che già abbiamo se non adottiamo gli accorgimenti suggeriti dall’Osservatorio. Con un’avvertenza: i 125 euro di spesa calcolati per l’intera stagione per ogni split che si accende, si riferiscono a condizionatori ad alta efficienza utilizzati per abbassare al massimo di dieci gradi la temperatura che abbiamo in casa. Se invece sono apparati non molto efficienti e non puliamo i filtri, altro che 125 euro.
E allora, in questo quasi-decalogo, che cosa ci suggeriscono i due siti specializzati nelle spese degli italiani? La prima regola è l’acquisto di un ventilatore, che consente una buona sensazione di raffrescamento e consuma poca elettricità. Certo, considerato che sudiamo, c’è anche il rischio di rimanere con collo o schiena bloccati, e proprio per questo si deve creare una corrente nella stanza senza che la ventola sia puntata direttamente sulle persone.
Consiglio due, sfruttare tende e tapparelle: mantengono l’interno della casa più fresco perché bloccano l’ingresso dei raggi solari: più che per raffrescare, questa pratica è utile per limitare il riscaldamento delle nostre case a causa del clima. Altro consiglio è tenere piante su balconi e finestre: parte del calore esterno, assai cortesemente, lo assorbono loro e quindi sono una piccola barriera all’afa davanti agli ingressi d’aria dell’abitazione.
La regola numero quattro è basata sul gioco delle correnti d’aria, per ridurre la sensazione di caldo in casa: certo, a condizione che ci siano finestre non soltanto su un lato. Fermaporte e bloccafinestre sono indispensabili, se non vogliamo sentire “rullate” di infissi che sbattono per via delle correnti d’aria. Al punto cinque degli accorgimenti c’è aprire le finestre di notte: il sole non c’è, l’aria è più fresca (o meno calda, è più corretto) e la casa ne giova. E noi con lei. Consiglio numero 6: chi ha ancora lampadine a incandescenza – parola che stona con il caldo micidiale di questo periodo – farà bene a sostituirle con quelle a led, più fredde e, oltretutto, dai consumi assai più bassi. Legato a questo punto c’è il successivo: evitare il più possibile di utilizzare dispositivi che generano calore, a partire dal forno, considerato che già l’ambiente è una specie di forno. Infine, e questo vale anche per i risparmi legati al riscaldamento d’inverno, migliorare l’isolamento termico della casa. E poi c’è la questione del condizionatore: se ne abbiamo uno vecchio, meglio sostituirlo con uno ad alta efficienza energetica, per il quale esistono anche detrazioni fiscali che possono essere del 50% o del 65%.
E così, in qualche modo, stiamo freschi.
 

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