C’è chi pensa sia di cattivo gusto, altri sostengono di aver già dato tantissimo in vita, e dunque sia inutile o addirittura diseducativo lasciare soldi e case ai figli. Zero eredità: un club per nulla ristretto di imprenditori – s quasi sempre veri milionari -, attori, personaggi famosi che hanno deciso di escludere, per quanto possibile, la discendenza dal testamento. Annunciandolo urbi et orbi.

Poche settimane fa è stato Daniel Craig, uno dei pochi 007 ad avvicinarsi al mito di Sean Connery, a spiegare al Daily Telegraph la sua intenzione di lasciare ai figli il minimo indispensabile. Il suo modello è un americano di origine scozzese (guarda caso), Andrew Carnegie, uno degli uomini più ricchi della Storia: re dell’acciaio e filantropo, lasciò un’eredità enorme in beneficenza (oltre 2.500 biblioteche pubbliche americane sono state costruite e finanziate dal milionario, morto nel 1919). Craig vuole seguire questa strada: “Non c’è un vecchio proverbio secondo il quale se muori da ricco hai fallito nella vita? Carnegie lasciò in beneficenza una cifra che calcolando l’inflazione oggi sarebbe di circa 11 miliardi di dollari. Non voglio lasciare grandi somme, penso che un’eredità sia una cosa piuttosto sgradevole. La mia filosofia è: meglio sbarazzarsene o regalarla prima di andarmene”.

Mark Zuckerberg, la moglie\u00A0e il figlio\u00A0(foto LaPresse)
Mark Zuckerberg, la moglie\u00A0e il figlio\u00A0(foto LaPresse)
Mark Zuckerberg, la moglie e il figlio (foto LaPresse)

In realtà Craig è in buona compagnia. Almeno se si considerano gli annunci. Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, e la moglie Priscilla, lasceranno il 99% delle azioni di Facebook alla loro fondazione benefica. Bill Gates invece ha intenzione di lasciare ai figli soltanto (si fa per dire) dieci milioni di dollari a testa, destinando i suoi miliardi alla fondazione che porta il suo nome. Ora però, dopo il divorzio dalla moglie Melinda, questo desiderio potrebbe finire al centro della trattativa con gli avvocati. Secondo Gates ereditare miliardi impedirebbe di trovare una propria strada nella vita: non caso Gates ha lanciato insieme a Warren Buffett (dichiarato uomo più ricco del mondo da Forbes nel 2008), il “Giving Pledge”, patto d’onore che punta a convincere i ricchissimi a lasciare in beneficenza tutto il loro patrimonio, o almeno una buona parte.

Un altro caso è quello di Chuck Feeney, fondatore nel 1960 del Duty Free Shoppers Group: già in vita si sta liberando velocemente dei suoi miliardi e non lascerà niente ai figli La figlia spiegò al New York Times: che si tratta di una “scelta eccentrica ma sensata: nessuno mi tratterà mai in modo diverso per i miei soldi. La sincerità è un regalo”.

Luca Barbareschi (foto archivio L'Unione Sarda)
Luca Barbareschi (foto archivio L'Unione Sarda)
Luca Barbareschi (foto archivio L'Unione Sarda)

Qualche settimana fa anche Luca Barbareschi ha rivelato la sua intenzione di non lasciare niente ai sei figli. “Sono cresciuti nelle migliori scuole del mondo. Nelle università che per cinque anni costano tra gli 800mila e i 900mila euro. Possono lavorare in tre continenti. Hanno avuto moltissimo. La loro vita poi dipenderà da quanto sapranno sfruttare quello che hanno già avuto”, ha spiegato l’attore.  "Non è una cattiveria. Lo faccio anche perché vedo molti miei coetanei che hanno preferito viziare i figli. E vedo risultati terribili. Anche se questo non è un Paese dove la meritocrazia è diventata sistemica. Devi ancora conoscere quello o quell’altro". Dunque l’eredità di Barbareschi è destinata a finire nei conti di “qualche fondazione che fa opere di bene".

La figlia Eleonora non si è limitata ad ascoltare le intenzioni del padre e ha risposto: “Condivido con le mie sorelle l’eredità, quella sì, di un genitore con un carattere difficile, che ci ha allevato come tre maschi e quindi con il desiderio di essere libere, di venire riconosciute per i propri sforzi, in maniera meritocratica. Il problema, semmai è un altro. È confondere la linea sottile che intercorre tra il rendere un figlio libero di emanciparsi e l’abbandono”.

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