Certo, è importante avere le carte in regola. Ma anche che siano quelle giuste, soprattutto se servono a spendere denaro senza sprecarne. Carte conto con Iban oppure prepagate, o ancora carte di credito a rate o a saldo: l’offerta è vasta e scegliere quella giusta è importante. Il problema è che “quella giusta” in assoluto non esiste: c’è invece la carta più adatta alle esigenze di chi la utilizza, e questo dipende dal “profilo” di ciascuno di noi.

A prendersi la briga di studiare le varie carte di plastica con dentro il microchip è stato il sito Sostariffe.it, che una regola generale l’ha comunque trovata: le carte conto sono le più convenienti, però le prepagate offrono costi fissi inferiori. La migliore? Come detto, dipende: per essere più precisi, dipende da noi, da come le usiamo.

Nel suo studio, l’Osservatorio del sito Internet specializzato nell’analisi delle tariffe ha analizzato costi, commissioni e caratteristiche di quelle che, con una definizione che possa comprenderle tutte, sono definite “carte di pagamento”. L’aveva già fatto, il sito, precisamente nel 2019, che a pensarci oggi ad appena due anni di distanza sembra un’era geologica fa: perché non c’era il Covid, perché si viveva come sempre si era vissuto e le carte di pagamento, pur già importanti, non lo erano quanto lo sono ora. La pandemia ha spostato infatti molti acquisti su Internet, considerato che ci sono stati i lockdown e che questo ha cambiato le abitudini anche degli italiani, che con il denaro elettronico non avevano mai avuto un rapporto troppo affettuoso. Da queste parti, complice anche l’evasione fiscale, i pagamenti in contanti erano più frequenti.

E allora, vediamolo questo studio di Sostariffe.it, categoria per categoria. Per quella “costi fissi”, the Oscar goes to le carte prepagate. Considerato il canone (mensile, trimestrale o annuale) richiesto dall’istituto che le ha emesse, sommato al costo di emissione della carta, una prepagata costa 5,84 euro una tantum (il 5% in più rispetto a due anni fa) e un canone mensile al limite del ridicolo: in media 0,45 euro, con una flessione del 26% rispetto al 2019. Per i costi fissi, le carte conto con Iban costano 4,37 euro al mese di canone medio (-16%) mentre la tariffa di emissione è bassissima: 1,07. Le carte di credito hanno spese di “mantenimento” più alte: quella a rate si compra con 3,07 euro (-7% rispetto al 2019), ma aumenta del 4% il canone mensile: 4,19. Ancora, una carta a saldo si porta via a 1,54 (-40%), ma il canone mensile è di 6,67: il più “salato” fra tutte le tipologie.

Con le carte si paga, certo, ma anche si preleva ai bancomat, che in tutto il mondo sono conosciuti come Atm (Automated teller machine). E qui, la prepagata perde perché la commissione non è fissa, bensì in percentuale: più si preleva, più alta è la spesa. In questo caso si paga in media 0,68 euro per il prelievo nella propria banca (+58% rispetto a due anni fa), 1,81 in un'altra banca: una carta conto costerebbe molto meno, per le operazioni all’Atm. Però, prelevare con la carta di credito – con la commissione in percentuale sul denaro richiesto – può portare a spendere molto di più allo sportello automatico: la commissione è almeno del 3,28% per le carte di credito a rate e del 3,55% per quelle a saldo. Un po’ come nel 2019. Se il denaro si preleva all’estero, quindi in valuta diversa dall’euro, conviene mettersi in tasca una carta conto con Iban: la commissione è dello 0,72%.

E poi c’è l’acquisto con carta di pagamento utilizzando il Pos: ebbene, una vale l’altra perché, per gli acquisti in euro, le commissioni non ci sono.

Ma quanto si può prelevare al giorno? Con le carte di credito, in media, 607 euro, e assai di meno con le carte conto perché si arriva massimo a 445 (cifre non “rotonde” perché sono una media). Però, sui massimali si può trattare con l’istituto bancario che emette la carta: il massimo è 23mila euro per le carte a saldo, 2.639 per quelle a rate.

Dunque, quale carta di pagamento scegliere? Dipende, s’era detto fin dall’inizio: dipende da come la usiamo. Si può dire che le carte conto con Iban convengono per i prelevamenti agli sportelli Atm, addirittura in molti casi la commissione non si paga se si preleva nella propria banca. Se invece l’utilizzo più massiccio che facciamo della carta è per pagare beni servizi – e non importa se col Pos nel negozio o on line – il nostro matrimonio si deve celebrare con una carta prepagata. Però, se si preleva denaro all’Atm, si spende di più. E quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare e sono quelli che hanno in tasca la carta di credito: il plafond (la possibilità di spesa) è più elevato e questo consente maggiore libertà di gestione, ma è meglio non usarla per prelevare contanti all’Atm: costa non pochissimo. Se poi la carta di credito è a rate, gli acquisti si possono ammortizzare in un periodo più lungo. Certo, se non si fa il passo più lungo della gamba, altrimenti il fatto di acquistare con soldi (elettronici) che in realtà non abbiamo (nel senso delle banconote), può rovinarci la vita per un bel pezzo.

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