La stessa trama avvincente e adrenalinica, ma stavolta ancora più sanguinaria della prima stagione, tra crescenti guerre di potere, violenza, mostruosi dragoni, sesso, vendette brutali, incesto. Ma stavolta bisogna scegliere con chi schierarsi: con i Verdi che combattono per Re Aegon II (il biondissimo Tom Glynn-Carney) o con i Neri che stanno con sua sorella, la Regina Rhaenyra (Emma D'Arcy, stessi capelli platino e sguardo di ghiaccio). Il regno di Westeros si spacca sprofondando verso una guerra civile in una storia che ancora tiene con il fiato sospeso gli spettatori, tra cavalieri e dragoni volanti, lotte di potere, intrighi di corte e battaglie. La seconda stagione di “House of the Dragon” su Sky è un successo (come nelle attese). Produttivo, di qualità e di scrittura.

Tratta dal libro Fire and Blood, scritto dallo stesso Martin, House of the dragon è ambientato duecento anni prima di Cersei Lannister e segue la guerra interna a una delle famiglie più potenti di Westeros, i Targaryen. I nuovi episodi prendono il via più o meno da dove si erano fermati nella passata stagione. Ciascuna delle due fazioni ritiene legittima la propria aspirazione al Trono di Spade: su un fronte la fazione dei Neri guidati dalla supposta regina Rhaenyra (Emma D'Arcy) e da suo zio/marito Daemon (Matt Smith) che la sostiene sanguinariamente. Dall'altra parte, ci sono i Verdi dell'usurpatore Aegon II (Tom Glynn-Carney), fratellastro di Rhaenyra, il quale con il sostegno della madre Alicent (Olivia Cooke) e del nonno Otto Hightower (Rhys Ifans) sostiene di essere il re legittimo. Proprio il fratello senza un occhio di Aegon, Aemond (Ewan Mitchell), aveva ucciso il figlio di Rhaenyra alla fine della prima serie. Ora ne vedremo le conseguenze.

“House of the Dragon 2” è un successo per molti dovuto anche al ruolo delle donne. Donne (e uomini) mossi da dolore e dalla brama di potere. Tutto in virtù di un'eredità sotto forma di trono che dilania chiunque ci si avvicini.

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