Per ora ci aiutano a rimanere nella nostra corsia, alcune riescono anche a parcheggiarsi da sole, le più sofisticate mantengono la distanza di sicurezza nel traffico. Ma il traguardo che quasi tutte le grandi case automobilistiche vorrebbero raggiungere entro il 2025 è quello di una vera guida autonoma, in cui il conducente viene declassato - almeno per gran parte del viaggio - a semplice passeggero. Molti storcono il naso, però altrettante persone scommettono sul fatto che questo sarà il futuro. E una parte dello sviluppo delle nuove tecnologie, che permetteranno alle auto di fare a meno di un uomo al volante, passa dalla Sardegna. Nelle scorse settimane si sono conclusi i test di guida autonoma su un tratto della Sassari-Olbia (la Statale 199): la sperimentazione di Anas e VisLab Ambarella è stata portata a termine su sette chilometri di strada che verranno prossimamente aperti al traffico.

"Puntiamo alla creazione del più grande laboratorio europeo di mobilità tecnologica, a partire dalla realizzazione di smart road", spiega Massimo Simonini, amministratore delegato di Anas. L'investimento sarà di 250 milioni di euro - sull'intera rete nazionale -, "che salirà complessivamente a un miliardo. Strade sostenibili, progettate per le sfide del futuro, dall'alimentazione elettrica alla guida assistita, a quella autonoma". Il progetto ha ricevuto i contributi europei del Pon Infrastrutture e reti 2014-2020.

Cosa potranno fare le automobili senza un comando diretto e costante del conducente? Gli esperti hanno diviso la guida autonoma in cinque livelli. Il primo è quello già abbastanza diffuso tra gli ultimi modelli in vendita: l'assistenza del conducente. In pratica il sistema elettronico aiuta il guidatore a evitare situazioni di pericolo - ad esempio: impedisce il salto di corsia - ma non prende il controllo totale dell'auto. Il secondo livello prevede un maggiore potere del computer di bordo sulla guida, ma il conducente rimane responsabile delle operazioni principali. Il terzo livello è quello di una guida "altamente automatizzata": il conducente in certe situazioni (in autostrada, per dire), può disinteressarsi della guida per lunghi periodi e concentrarsi su altre attività, come leggere un libro o guardare un film. Il quarto stadio è quello di una guida "completamente automatica": i veicoli sono indipendenti per la maggior parte del tempo del viaggio. Il conducente se vuole può prendere il controllo, ma può anche - per esempio - dormire. E' l'anticamera del quinto livello, quello che trasformerà tutte le persone in semplici passeggeri.

"Si calcola che entro il 2030 in Europa potrebbero circolare oltre 4 milioni di veicoli senza conducente" - evidenzia Simonini, "tanto che tutte le case automobilistiche sono impegnate nello sviluppo di veicoli a guida autonoma". Hyundai ha da poco aggiornato la propria roadmap per il 2025: uno dei pilastri su cui si basa questo percorso è proprio la guida autonoma. Una strategia che hanno da tempo tutti i grandi marchi: Mercedes, Bmw, Audi. Fca ha annunciato la scorsa estate un'alleanza con Waymo (l'impresa del gruppo Alphabet-Google che si occupa di veicoli autonomi) per produrre in breve tempo veicoli con sistemi di automazione al livello quattro. A fianco a tutto questo corre lo sviluppo delle strade. Che diventeranno Smart Road per consentire ai veicoli della prossima generazione di comunicare e ricevere informazioni. Le strade intelligenti avranno (e in parte già hanno) sistemi di rilevazione del meteo e del traffico in grado di inviare segnali in tempo reale alle auto. "La Smart Road è universalmente considerata l'ambiente migliore in assoluto per ospitare le auto a guida autonoma", dice l'amministratore delegato di Anas, "perché la strada digitale è in grado di fornire al veicolo informazioni preziose per la sicurezza e il confort di guida".
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