Gli inglesi scoprono la Vernaccia di Oristano. E con la regina delle doc isolane, rivalutano molta Sardegna. All’International Wine Challenge, uno dei concorsi enologici storici e più antichi di Londra, il nobile vino del grande Giudicato conquista uno dei 17 ori ottenuti dall’Italia enologica in trasferta sulle rive del Tamigi. A emozionare i giudici internazionali è la Vernaccia di Oristano Riserva 2006 di Silvio Carta, voto 95 punti, tra i più alti tra quelli della compagine tricolore. Due argenti con due eccellenti Vermentini e un bronzo col Cannonau per Antonella Corda che ancora una volta conferma come il grande impegno professionale unito alla passione e all’amore per la terra siano le armi vincenti della giovane azienda di Serdiana. Importante argento anche per la Cantina del Vermentino di Monti con Arakena 2018, Vermentino di Gallura Docg; e infine la blasonata cantina Siddura, di Luogosanto, nella Gallura più profonda, che piazza tre argenti con Spera Vermentino di Gallura,Docg 2020, Maìa Vermentino di Gallura Docg superiore 2018 e infine Fòla Cannonau di Sardegna 2018 riserva.

BIG BANG DI SILVIO CARTA

Nato nel 1984, l’International Wine Challenge di Londra è composto da una giuria proveniente da 38 nazioni con 460 esperti internazionali invitati a giudicare le 51 nazioni da cui arrivano i vini. Sul podio più alto quest’anno si è piazzata dunque la Vernaccia di Oristano Riserva 2006 dell’azienda Silvio Carta di Baratili San Pietro, unica realtà dell’Isola tra i 17 ori italiani. «Le nostre riserve di Vernaccia sono come i vecchi libri scritti dagli amanuensi, ogni goccia è il racconto di un momento, di un metodo, di una tradizione millenaria» commenta soddisfatto Elio Carta, figlio di Silvio, proprietario e Wine Maker dell’azienda. «Questo nuovo oro dell’Iwc, come tutti i premi ricevuti per le nostre vernacce mi rendono doppiamente felice e orgoglioso, perché sono sì il riconoscimento per il lavoro e i sacrifici della nostra azienda, ma anche l’evidenza del valore che questo grandioso e antichissimo vitigno rappresenta per un intero territorio, un unicum di inestimabile pregio». E ha ragione Elio Carta a essere felice per questo ennesimo trionfo e a citare i tanti riconoscimenti raccolti dalle etichette dell’azienda. Giusto per ricordarne due: nel 2018, la Vernaccia di Oristano doc 2004 di Silvio Carta ha trionfato al Vinitaly come il miglior Vino d’Italia in assoluto. L’anno dopo due preziosi ori conquistati nella prestigiosa guida The Wine Hunter Award: una per la Vernaccia di Oristano Doc 2004 e l’altra per la rarissima Vernaccia di Oristano Doc 1968. A quest’ultimo antico vino, la guida aveva assegnato anche il premio più ambito: il Platinum.

Vernaccia di Oristano Silvio Carta Riserva 2006, fonte Azienda Carta
Vernaccia di Oristano Silvio Carta Riserva 2006, fonte Azienda Carta
Vernaccia di Oristano Silvio Carta Riserva 2006, fonte Azienda Carta

ORGOGLIO DI SARDEGNA

Oggi la superficie vitata del vitigno Vernaccia non raggiunge i 300 ettari. I 17 Comuni autorizzati da disciplinare Doc (Siamaggiore, Zeddiani, Baratili San Pietro, Nurachi, Riola Sardo, Oristano, con Nuraxinieddu, Massama, Donigala, Silì, Santa Giusta, Palmas Arborea, Cabras assieme a Solanas, Simaxis con la frazione San Vero Congius, Solarussa, Ollastra, Zerfaliu, Tramatza, Milis, San Vero Milis e Narbolia) con le 8 aziende vitivinicole produttrici, hanno dato vita all’Associazione Ecomuseo multimediale del Vernaccia di Oristano. Sede a Tramatza presso Casa Enna. Ma la strada è ancora lunga.

ANTONELLA CORDA

«Un riconoscimento molto importante perché premia non solo la qualità dei vini ma anche il lavoro che c’è dietro», Antonella Corda, titolare della cantina vitivinicola di Serdiana, è doppiamente soddisfatta. «È la prima volta che partecipiamo a questa competizione e i risultati ottenuti ci spingono a proseguire su questa strada».

Antonella Corda, titolare dell'azienda vitivinicola. Fonte a. c.
Antonella Corda, titolare dell'azienda vitivinicola. Fonte a. c.
Antonella Corda, titolare dell'azienda vitivinicola. Fonte a. c.

Studi in agraria a Sassari e master a San Michele all’Adige in viticoltura e enologia, Antonella Corda nel 2010 ha deciso di mettere mano ai 7 ettari di proprietà di mamma Maria e iniziare così la sua grande avventura tra Vermentino, Cannonau e Nuragus. I risultati le danno ragione. Il quadro attuale conta 16 ettari di cui 10 con Vermentino e 60 mila bottiglie commercializzate, un mercato estero che dà le maggiori soddisfazioni: Usa, Svizzera, Germania, Belgio, Olanda e oggi anche tanta Australia. «Ziru è un Vermentino particolare - spiega - il suo nome deriva dalle antiche anfore per conservare l’olio. Questo Vermentino infatti fa una vinificazione particolare: in terracotta sulle bucce». Massima attenzione al territorio, una terra profonda con una buona percentuale di argilla quella che disegna le colline di Serdiana. Qui i venti salmastri carichi di mare regalano salsedine e profumi distintivi ai vini «una determinante complessità di situazioni che richiama il territorio». Questo luglio si completa il delicato periodo di conversione green e la prossima vendemmia 2021 darà la certificazione di “biologico” in etichetta. Per l’azienda di Antonella Corda il naturale sbocco di un cammino «impegnativo ma affascinante» costellato da tanti successi.

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