Vertigini da podio. C'è chi le avverte quando vi balza sopra con slancio eccessivo e chi perde l'equilibrio quando la curva della vita gli annuncia, qualche volta bruscamente, che il successo non è eterno. L'elenco è lungo e comprende anche numerosi “insospettabili”.

Josip Ilicic (foto Ansa)
Josip Ilicic (foto Ansa)
Josip Ilicic (foto Ansa)

Vertigini

In piena Olimpiade, a Tokyo, Simone Biles, regina statunitense della ginnastica, che nei suoi appena 24 anni ha conquistato 7 medaglie olimpiche e ben 25 ai campionati del mondo, è uscita di scena in modo clamoroso rinunciando addirittura alla gara a squadre “per non compromettere lo sforzo delle mie compagne” a causa dei “demoni dai quali devo liberarmi”. Questa sorta di male oscuro che la stava perseguitando da tempo, è stato reso via via insopportabile proprio dalla pressione esercitata dai troppi trionfi, fino a fare smarrire alla giovane atleta il senso dello spazio facendola scivolare nella paura di perdersi. Un tonfo che ha fatto rumore e che avvolge nell'incertezza il futuro della ginnasta che aveva oscurato perfino la fama della divina Nadia Comaneci.

Smarrimenti

Contro una sorta di questi cosiddetti “twistes” - appunto la perdita di consapevolezza della propria presenza – sta probabilmente lottando da qualche tempo anche la tennista giapponese Naomi Osaka, 23 anni e 7 titoli Wta conquistati. Prima tre mesi di silenzio per “tutelare la sua salute mentale”, poi le lacrime durante ogni conferenza stampa. Soprattutto un vuoto inaspettato nella casella delle vittorie.

Che dire, del resto, di Josip Ilicic, artista del pallone in forza all'Atalanta, che all'improvviso – in piena epidemia Covid- stordito e smarrito è tornato precipitosamente nella sua Slovenia per stare vicino alla famiglia? E per settimane non ha voluto sentirne di tornare a Bergamo e ricominciare la normale vita di un fuoriclasse del calcio?

Valentino Rossi (foto\u00A0Ansa)
Valentino Rossi (foto\u00A0Ansa)
Valentino Rossi (foto Ansa)

Anche Matteo Berrettini, viceré di Wimbledon a 25 anni, ha tirato in ballo un non meglio precisato “male oscuro” per giustificare la rinuncia alle Olimpiadi dopo l'exploit a Londra e per difendersi dalla valanga di critiche ricevute. Soltanto una banale giustificazione? Resta il fatto che il tennista azzurro sta faticando più del previsto per ritrovare i ritmi e le certezze che gli avevano consentito di fare tremare nientemeno che Novak Djokovic.

Fasi calanti

Anche la discesa dal podio, tuttavia, può provocare insicurezza e fragilità. C'è una pattuglia di quarantenni, capaci per anni di regalare magie e sogni nelle loro rispettive specialità sportive, che continuano a restare aggrappati all'utopia di respingere il trascorrere del tempo. Geniali in campo e ora nell'escogitare perfino la loro uscita di scena al rallentatore: smetto, ma il prossimo anno; sono infortunato, ma tornerò (forse); devo diluire gli impegni, ma i miei avversari non si facciano illusioni. Quasi volessero abbassare gradualmente le luci del successo: abbaglianti, ipnotiche, irrinunciabili. Valentino Rossi, 42 anni, 25 dei quali trascorsi in sella a una moto, irraggiungibile per chiunque: 9 titoli mondiali, 425 gare disputate (115 vinte e 235 podi). Nelle ultime stagioni ha dovuto sgomitare nelle posizioni di rincalzo, eppure non ha esaurito la carica di adrenalina che gli ha consentito di entrare nella leggenda del motociclismo. E continua a preferire il rombo del motore al classico giro d'addio.

Quasi in contemporanea, proprio mentre festeggiava il quarantesimo compleanno, Roger Federer, divino artista del tennis, ha annunciato che un infortunio lo terrà lontano dai campi per un lungo periodo.

Simone Biles (foto Ansa)
Simone Biles (foto Ansa)
Simone Biles (foto Ansa)

Ma non ha neppure accennato alla possibilità di ritirarsi. D'accordo, le stelle dello sport sono ormai a capo di autentiche holding e non possono staccare la spina all'improvviso. Ma c'è qualcosa di più profondo e misterioso nella tenacia a tenere sollevato il sipario sulla loro scintillante vita da “numeri uno”. Le luci della ribalta, la musica degli applausi, le notti insonni di tante vigilie dei loro trionfi. Perfino le delusioni delle rare sconfitte. Una forza dirompente che va ben oltre i giganteschi patrimoni che hanno accumulato in carriera. Un uragano di emozioni e sentimenti che provoca vertigini quando si sale sul podio, ma non vuole sentirne di scemare quando qualcun altro, da quel podio, tenta di farti capire che sei un intruso.

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