Oltre 270mila visitatori di cui quasi 26mila arrivati dall’estero; 116 tra seminari e convegni; e un’attività promozionale-commerciale frenetica per le 1.350 industrie espositrici in una vetrina mondiale aperta per cinque intensi giorni. Numeri da Guinness quelli di Eima 2021, l’esposizione internazionale della meccanica agricola e per il giardinaggio, organizzata da FederUnacoma e chiusa a Bologna sabato 23 ottobre. Cinque giorni intensi (è stata inaugurata martedì 19) di conoscenze e business in cui il mondo dei campi e dell’innovazione tecnologica-digitale legata all’agricoltura consacra la rassegna bolognese come evento leader nel panorama fieristico. Un successo doppio perché arriva mentre ancora preoccupano i contraccolpi dell’emergenza sanitaria. «L’Eima ha voluto andare in scena quest’anno, malgrado l’inevitabile defezione di espositori e visitatori da alcuni Paesi che sono ancora in emergenza sanitaria - ha detto Alessandro Malavolti, presidente di FederUnacoma, l’associazione dei costruttori italiani, patron dell’evento - e malgrado lo scetticismo di tutti coloro che puntavano a congelarla fino al novembre 2022. I dati - aggiunge soddisfatto -ci hanno dato piena ragione». Un evento clou sia per il numero di visitatori ma anche per «la qualità del pubblico, composto in gran parte da operatori economici, interessati alle novità di prodotto e all’acquisto di tecnologie adatte ai più diversi contesti agricoli», spiegano gli organizzatori.

Eima 2021 a Bologna, Agricoltura 4.0, foto Roberto Ripa
Eima 2021 a Bologna, Agricoltura 4.0, foto Roberto Ripa
Eima 2021 a Bologna, Agricoltura 4.0, foto Roberto Ripa

TECNOLOGIA AVANZATA La 44esima edizione della rassegna bolognese ha segnato un punto fermo soprattutto nel fertile panorama mondiale della meccanizzazione avanzata e digitale. L’agricoltura 4.0 è stato uno degli aspetti più seguiti quest’anno. Di particolare interesse l’indagine realizzata da Cnr-Stems, Università di Roma Tre, L’Informatore Agrario e FederUnacoma, sulla propensione delle aziende agricole e agromeccaniche a investire in macchine e sistemi per la digitalizzazione dell’agricoltura e in tecnologie green. Una ricerca  su un campione di oltre 450 aziende, che ha evidenziato una maggiore disponibilità agli investimenti in tecnologie verdi da parte delle imprese più strutturate, in particolare quelle che operano nella zootecnia dove il tema inquinamento è maggiormente avvertito, o nella filiera dell’ortofrutta in cui la sostenibilità si traduce in valore aggiunto. Strumenti fortemente innovativi che richiedono nuove competenze e un modo nuovo di fare agricoltura. Basta un dato, emerso a Bologna, per capire: oltre il 90% delle macchine oggi sono connesse a sistemi di manutenzione e supporto da remoto. Una evoluzione che richiede un’alta specializzazione in azienda. Nascono così le figure professionali come l’esperto del “connected support”, i consulenti in “integrated solutions” e il “technical communicator”, che ha accesso diretto a tutto il flusso delle informazioni del processo produttivo. Specialisti nell’avanguardia tecnologica in grado di far funzionare una macchina al 100% delle proprie potenzialità. E sempre sul fronte agricoltura 4.0 va ricordato il progetto comunitario Transfarm, che vede coinvolti, oltre all’Italia, Austria, Polonia, Slovenia e Ungheria. Un lavoro, presentato a BolognaFiere, per la diffusione dell’agricoltura di precisione avanzata orientata per esempio a sfruttare metodi per ridurre i consumi di acqua e di prodotti chimici con positive ricadute economiche e ambientali. Cuore del progetto (che vede tra i suoi partner anche il Crea, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria) 3 innovazioni cruciali: l’impiego di nuovi Isobus, sorta di linguaggio informatico per far dialogare i trattori con le attrezzature prodotte dai differenti marchi; l’uso di sensori con i quali si riduce la dispersione di prodotti irrorati in campo aperto, e infine le costante presenza di intelligenza artificiale per ricavare informazioni utili all’agricoltore. Transfarm 4.0 si concluderà a giugno 2022 per poi passare il know how agli enti locali e regionali deputati alla diffusione delle tecnologie digitali in agricoltura.

Eima Bologna 2021, foto Roberto Ripa
Eima Bologna 2021, foto Roberto Ripa
Eima Bologna 2021, foto Roberto Ripa

RIVOLUZIONE GREEN Eima 2021 quale motore propulsore delle tematiche ecologiche e di tutela ambientale per un’industria agromeccanica sempre più attenta e sensibile alla salvaguardia del paesaggio e della salute. E non poteva essere altrimenti in un momento in cui macchine agricole e tecnologie sono sempre più interamente governati da computer, telecamere e sensori, capaci di analizzare tutti i parametri ambientali e di garantire l’uso calibrato dell’acqua, il rispetto della sostanza organica dei terreni, l’utilizzo scientifico di tutti i fattori produttivi. Da sistemi satellitari una radiografia del terreno e mappature di alta precisione, droni capaci di registrare dati ambientali e monitorare le piante. Sofisticati sistemi informatici gestiscono in autonomia i movimenti delle macchine sul campo, e l’enorme flusso di informazioni raccolte viene convogliato mediante le reti nei database specializzati. Fra i cinque i saloni tematici, uno, l’Eima Digital, è stato dedicato proprio ai sistemi elettronici, informatici e satellitari applicati alle macchine e alle attrezzature agricole. Non solo. In vista delle annunciate svolte impresse da Bruxelles per ridurre le emissioni di C02, grande attenzione è stata data al settore strategico legato ai veicoli alimentati con combustibili ecologici per la tutela ambientale, già realtà per molti costruttori di motori destinati ai trattori. Al momento si parla di un’ipotesi secondo cui il divieto di vendita di motori endotermici per veicoli semoventi per l’agricoltura dovrebbe entrare in vigore dal 2035. L’industria delle macchine agricole lavora sulla creazione di motori elettrici o alimentati a idrogeno. Presenti nel mercato i motori ibridi o alimentati a metano, a minore impatto ambientale.

I ROBOT Bologna è stata anche l’occasione per fare il punto sui sistemi più avanzati di elettrificazione e automazioni delle macchine agricole. Su uno scenario internazionale è stato rilevato che oggi sono presenti un centinaio di robot agricoli, molti ancora in fase di prototipo. Leader del settore sono gli Usa con ventiquattro robot, sedici arrivano da gruppi olandesi, dodici da compagnie francesi e sette da imprese del settore tedesche. Quattro esemplari di robot di ultima generazione sono Made in Italy, a pari merito con inglesi, danesi e spagnole. I dati messi a punto da L’Informatore Agrario, insieme a Francesco Marinello, docente di Meccanica agraria all’Università di Padova, rivelano come «i robot fino ad ora prodotti sono destinati per il 44% a colture erbacee, per il 35% arboree, per il 21% orticole. E sono alimentati nella stragrande maggioranza da motore elettrico (78%) o diesel (14%). Solo l’8% è ibrido. Appena il 3%, infine, è un trattore autonomo mentre oltre il 30% è destinato al diserbo meccanico o alla raccolta. Insieme alle macchine elettriche i robot rispondono alla richiesta di maggior capacità di controllo e di trasmissione e di rendimenti più elevati. «A bordo della macchina agricola - spiega Francesco Marinello - il rendimento di conversione di energia meccanica varia a seconda del tipo di propulsione». Con la benzina oscilla tra il 20 e il 30%, con gli accumulatori elettrici tra il 70 e il 90%. «Il prezzo al chilo delle batterie al litio è in costante diminuzione da dieci anni a questa parte, a differenza di quello del gasolio a tonnellata, che negli ultimi anni ha mostrato una tendenza alla crescita e il cui valore dipende da molteplici fattori, compresi quelli geopolitici».

IL MERCATO La rassegna bolognese ha evidenziato inoltre il buon momento che sta vivendo il comparto. Le immatricolazione di trattori nei primi nove mesi dell’anno sono cresciute del 43,8%, e forti incrementi registrano tutte le altre tipologie di macchine. Un trend, è stato ripetuto, che a fine anno raggiungerà «un fatturato complessivo dell’industria italiana non inferiore ai 14 miliardi di euro». Il grande successo di questa edizione dunque fa ben sperare. L’ottima ripartenza è già alle spalle, la riconferma invece è attesa sempre a Bologna con Eima 2022, dal 9 al 13 novembre.

© Riproduzione riservata