Gigi Riva arrivò da Leggiuno per fare grande il Cagliari quando il padre di Piero Canopoli partiva da Erula destinazione Leggiuno per fare l’artigiano. Compiuta l’epopea dello scudetto rossoblù e incarnata nell’Isola la leggenda di Rombo di Tuono, il figlio dell’emigrato è tornato alla sua madre terra per deliziarla con i propri vini. Ora, con la moglie Giuliana Dalla Longa, a Olbia ha impiantato venticinque ettari di vigneti trasformati col tempo in un’azienda enoturistica. Murales è la sintesi del percorso di una coppia che a Varese aveva prestigio e fama ma che ha deciso di fare una scelta inversa e mettere le proprie conoscenze, la propria passione e la sua stessa anima a disposizione della Sardegna.

«La nostra storia – racconta Piero Canopoli – parte da lontano. Giovanissimi, siamo stati attratti dal mondo del vino e ci siamo dedicati alla sommellerie, siamo diventati sommelier professionisti non ancora ventenni. Poi abbiamo sviluppato questo nostro istinto e questa nostra attività diventando anche formatori. Abbiamo anche scritto libri di testo su cui hanno studiato i sommelier della Fisar (Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori) e successivamente creato l’associazione Buonitalia, l’unica che ha un riconoscimento professionale reale nel mondo della sommellerie, in quanto legata al collegio dei periti esperti e consulenti del collegio di Milano».

Giuliana e Piero sono andati veloci, travolti dalla loro passione. Mia moglie è diventata una formatrice, io sono diventato un wine maker, ho fatto consulenze a diverse latitudini, anche nei paesi dell’Est Europa».

Piero Canopoli (foto Murales)
Piero Canopoli (foto Murales)
Piero Canopoli (foto Murales)

Eppure non era quello il destino della coppia di sommelier. Entrambi volevano una vita diversa, un ritorno alle radici. A un certo punto è nata la necessità, l’istinto (ricorre questo sostantivo nei ragionamenti di Canopoli, ndc) di tornare alla terra madre non più da turisti ma da gente che aveva voglia di viversela questa terra. Inizialmente non con l’idea di creare un’azienda. Siamo venuti a vivere in Gallura, e una volta qui l’istinto professionale che per noi è anche una grande passione ci ha portato, con altri soci, maturare l’idea di creare la cantina. Nel 2004 abbiamo cominciato a piantare i primi vigneti, nel 2007 sono uscite le prime bottiglie. E così siamo arrivati fino a oggi a piantare venticinque ettari di vigneto».

I vigneti (foto Murales)
I vigneti (foto Murales)
I vigneti (foto Murales)

Varie le tipologie sarde: vermentino, cannonau, carignano, senza trascurare la sperimentazione, con vitigni non autoctoni, ma che noi consideriamo comunque atti a sposare perfettamente il territorio granitico gallurese. Alcuni esempi? Viognier (raro in terra sarda, si legge nelle riviste specializzate), malvasia nera, cabernet, merlot. E la sperimentazione continuerà con nuovi vitigni.

Ragazze con i cosmetici prodotti nei vigneti dei Canopoli (foto Murales)
Ragazze con i cosmetici prodotti nei vigneti dei Canopoli (foto Murales)
Ragazze con i cosmetici prodotti nei vigneti dei Canopoli (foto Murales)

La produzione è cresciuta, Murales anche. «Nel 2010 abbiamo acquisito un vecchio borgo di stalle e l’abbiamo trasformato in un’azienda agrituristica, dove abbiamo la cantina di produzione, dieci camere per l’ospitalità, la ristorazione e un piccolo ranch, con asini, capre, oche, galline. Abbiamo un bel gregge di oche che noi concepiamo come manodopera gratis. Tengono rasa l’erba nei nostri vigneti e ci garantiscono il concime. Oggi la nostra è un’azienda a taglio enoturistico. E siamo l’unica azienda sarda a fare vinoterapia». Le tre figlie della coppia, Martina, Arianna e Greta, ne fanno parte integrante. Dalle vinacce e dai vinaccioli, elementi ricchi di polifenoli, proprietà benefiche, hanno fatto nascere una linea cosmetica basata sul desiderio di rispettare l’ambiente e di creare prodotti di massima qualità. L’azienda di Piero Canopoli e Giuliana Dalla Longa è nel Consorzio tutela del vermentino di Gallura «e io – precisa il patron di Murales - faccio parte del Consiglio di amministrazione». La coppia arrivata da Varese è pronta a nuove sfide, un tributo di gratitudine alla terra madre.

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