Nell’incanto dell’acquario si incrociano colori e storie insolite e affascinanti. A Cala Gonone Ugo è un’attrattiva ormai storica. Nuota come se si trovasse nelle acque sconfinate del mare. È uno splendido esemplare di Caretta caretta che ha perso la vista. È finito spiaggiato in un posto lontano da Cala Gonone, nel Ragusano: i suoi occhi nel 2011 sono stati bersagliati dai volatili che lo hanno reso cieco. È arrivato qui perché nel 2014 il ministero dell’Ambiente ha ritenuto di affidarlo alle cure dell’unico acquario della Sardegna. Scelta azzeccata visto che Ugo si è ripreso alla grande anche se non è possibile che torni in libertà perché, a causa della cecità, avrebbe grosse difficoltà a trovare cibo.

Ugo qui è rinato: ha imparato a cogliere il canto delle balene. Uno stimolo sonoro che lo ha aiutato a riconoscere il cibo. I biologi dell’acquario di Cala Gonone si sono presi cura di lui che dalla piccola vasca attrezzata nel tempo è stato trasferito nella vasca pelagica, dove ritrova spazi grandi come fosse in mare aperto. «Ugo è un monito vivente», spiega Lucia Pinna, responsabile dell’acquario di Cala Gonone, una realtà nata 12 anni fa che è un bel viaggio alla scoperta di tante attrattive e anche un invito alla loro tutela.

Caretta caretta nell'acquario di Cala Gonone (foto concessa)
Caretta caretta nell'acquario di Cala Gonone (foto concessa)
Caretta caretta nell'acquario di Cala Gonone (foto concessa)

Ugo è senz’altro la presenza più fotografata tra le circa trecento specie ospitate nell’acquario dove l’occhio del visitatore può cogliere la linea sinuosa di Clotilde, murena verde di 25 anni, lunga due metri. Ha una vasca tutta per sé. È arrivata qui sfrattata da una struttura che non era più adeguata alle sue esigenze. E ha trovato ospitalità come è successo a Rosa, una volpe che ha uno spazio a parte, all’aria aperta. Un incontro davvero sorprendente, quasi fuori luogo se non fosse che all’acquario di Cala Gonone il ministero dell’Ambiente riconosce la licenza di giardino zoologico e perciò può allargare la varietà degli ospiti. Oltretutto la struttura di Dorgali aderisce agli standard previsti dalla cosiddetta legge zoo sulla biodiversità e sulla protezione della fauna selvatica. Un modo per certificare il benessere animale.  «In realtà, sia la volpe sia la Caretta caretta sono motivo per parlare di tutela ambientale. Se con Ugo parliamo dei pericoli della plastica in mare, con Rosa possiamo sensibilizzare sugli incendi boschivi», spiega Lucia Pinna. E aggiunge: «Qui ospitiamo anche animali di acqua dolce, di ambiente fluviale europeo e tropicale, non solo del Mediterraneo».

La star dell’acquario si chiama Ispera, nome non casuale: in sardo significa speranza e siccome è nata in piena pandemia, nel 2020, lo staff l’ha battezzata pensando ai migliori auspici per tutti. Soprattutto è finita nelle maggiori riviste scientifiche perché questo squalo palombo nasce senza fecondazione di esemplari maschi. Primo caso documentato al mondo, almeno per questa specie. La nascita è avvenuta per partenogenesi nella grande vasca pelagica, da 300 mila litri, che tra cernie, ricciole e tante altre specie mediterranee accoglie da più di dieci anni due femmine adulte di palombo, esemplari pesanti circa 20 chilogrammi e grandi quasi due metri. Accanto a loro c’è Ispera, esemplare femmina spuntata a sorpresa. Il suo arrivo fa comunque ben sperare anche per il futuro della specie, a rischio di estinzione a causa della pesca eccessiva tanto che è stata inserita come specie vulnerabile nella lista rossa dell’Unione internazionale per la conservazione della natura. Con una dieta a base di gamberi, calamari e piccoli pesci Ispera è cresciuta bene ed è diventata un’ambasciatrice internazionale dell’acquario, al centro di tante ricerche scientifiche. Assieme alla sua storia inedita, Ispera racconta anche quella della specie Mustelus mustelus, squalo della famiglia dei Triakidae, noto a tutti come palombo, diffuso nel Mediterraneo e nell’oceano Atlantico, non pericoloso per l’uomo. Può raggiungere fino a due metri e arrivare a 24 anni.

Una vasca dell'acquario (foto concessa)
Una vasca dell'acquario (foto concessa)
Una vasca dell'acquario (foto concessa)

A Cala Gonone è transitata anche Pasqualina, una Caretta caretta soccorsa dai pescatori con i quali lo staff dell’acquario collabora da sempre. Dopo il trasferimento nel centro di recupero del Sinis a causa dell’ingestione di plastica, la tartaruga marina, ritrovata il giorno di Pasqua e non a caso ribattezzata Pasqualina, a metà giugno è tornata a Cala Gonone per riprendere il largo, in piena autonomia. I visitatori non la ritrovano perciò all’interno delle vasche ma nei racconti è un’altra presenza importante per consolidare l’impegno per la tutela ambientale e sensibilizzare sui danni della plastica che assedia il mare.

L'acquario di Cala Gonone (foto concessa)
L'acquario di Cala Gonone (foto concessa)
L'acquario di Cala Gonone (foto concessa)

Nel percorso magico di tante specie e altrettanti colori scorrono i volti di persone d’ogni età, famiglie per lo più, di varia provenienza, anche col cane al seguito perché la struttura è pet friendly. Le presenze straniere sono imbattibili. Francesi e tedeschi in testa. Gli italiani sono attesi soprattutto nelle prossime settimane. Finite le gite scolastiche, riprese con successo dopo il lungo stop per la pandemia, a giugno l’acquario ha registrato un boom inatteso.

L'acquario di Cala Gonone (foto concessa)
L'acquario di Cala Gonone (foto concessa)
L'acquario di Cala Gonone (foto concessa)

«È stato il miglior giugno di sempre», commenta Lucia Pinna. Lei segue passo dopo passo l’acquario che, diretto da Flavio Gagliardi, fa capo alla società romana Panaque srl. È di Dorgali, come lo sono Angela Pira, biologa marina, e Ilaria Corrias, acquarista senior, che compongono lo staff scientifico di questa realtà che è anche un’impresa di successo: occupa una decina di persone, di cui sette a tempo indeterminato. E realizza un progetto visionario del comune di Dorgali, proprietario della struttura, dove tutto è green per favorire il basso consumo energetico. Di recente per l’acquario è arrivata la certificazione Friend of the sea (Amico del mare) che premia le pratiche ecosostenibili nei settori della pesca e dell’acquacoltura. Un traguardo che va di pari passo con il successo delle presenze perché l’acquario raggiunge in media i 55 mila visitatori l’anno, almeno prima della pandemia. Nel 2018 anche di più: 59 mila. In mezzo a loro molti studenti perché questa struttura affacciata sul mare strepitoso del Golfo di Orosei è tappa irrinunciabile per le gite scolastiche. «Gestire un acquario non è facile, richiede competenze specifiche. Oltretutto la struttura di Cala Gonone non è un punto di passaggio, non siamo vicini a Cagliari o Olbia. Ma è un attrattore fondamentale per il territorio e lavoriamo in rete con tutti i siti culturali e gli operatori enogastronomici di Dorgali e Cala Gonone», sottolinea Lucia Pinna mentre accoglie i turisti che tra un tuffo e l’altro sul mare incantato si concedono un viaggio tra vasche piene di fascino.

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