Coppa Davis: Italia-Australia, una sfida lunga 63 anni
Quarta finale contro i canguri per gli azzurriPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
L’Italia è in finale di Coppa Davis e i tennisti azzurri scendono in campo favoriti contro l’Australia. Neppure il tempo di smaltire le emozioni di una semifinale indimenticabile vinta contro la Serbia del numero uno al mondo Novak Djokovic, battuto da Jannick Sinner sia in singolare che in doppio in coppia con Sonego (al fianco di Nole c’era Kecmanovic, che aveva battuto nel match di esordio Musetti regalando il parziale 1-0 ai serbi).
Una semifinale indimenticabile soprattutto perché Sinner (e quindi l’Italia) si è trovato a un passo dalla sconfitta, 4-5 al servizio e 0-40: l’altoatesino ha annullato tre match point a Djokovoc che poi si è disunito. Troppo forte si è rivelato poi il doppio azzurro contro una coppia serba zoppa, vista la mancanza di attitudine alla specialità di Kecmanovic.
L’Italia di Sinner (4 al mondo), Sonego (28) , Arnaldi (22) e il doppista Bolelli (Musetti si è infortunato ieri) scende in campo da favorita per l’ottava finale della sua storia. Curiosamente è la quarta contro l’Australia e i precedenti sono tutti in favore dei canguri, che però gli azzurri avevano affrontato nell’atto conclusivo del campionato di mondo a squadre sino a oggi solo in trasferta: nel 1960 e nel 1961 ai tempi di Pietrangeli, Sirola, Laver ed Emerson e nel 1977 con Panatta, Barazzutti, Zugarelli e Bertolucci contro Roche, Alexander e Dent.
Per gli azzurri si tratta della prima finale da quando è stata varata la nuova formula della Coppa Davis in sede unica, al meglio dei tre incontri (due singoli e un doppio due set su tre) e quindi la finale contro gli australiani si svolge in campo neutro, sul veloce indoor a Malaga, dove i tifosi italiani sono senz’altro in stragrande maggioranza.
In campo per l’Australia De Minaur (12 al mondo), Popyrin (249, Purcell (25) ed il doppista Ebden, che cedono parecchi quarti di nobiltà tennistica a Sinner e compagni. Anche se nel tennis, sport del diavolo per eccellenza, è sempre opportuno diffidare dei pronostici. La semifinale Italia-Serbia 2-1 è l’ennesima prova
L’Australia vanta 28 successi nella Coppa Davis, l’Italia solo uno, ma in campo non scende la tradizione e nemmeno i precedenti, per fortuna degli azzurri. Australia-Italia, un film lungo 63 anni che vale la pena rivisitare in attesa del verdetto odierno.
Nel 1960 la formula della Davis dava la possibilità ai campioni uscenti di disputare soltanto il match di finale, per giunta in casa. Pietrangeli e Sirola erano stati bravissimi a conquistare l’accesso al cosiddetto Challenge Round, per usare la terminologia nota anche nella Coppa America di vela, ma sull’erba dall’altra parte del mondo si sono rivelati troppo superiori giocatori del calibro di Rod Laver e Roy Emerson, per giunta sulla loro amata erba Laver nel 1963 e nel 1969 riuscì a realizzare il cosiddetto Grande Slam, cioè a vincere nell’anno solare i quattro tornei più importanti al mondo (Melbourne, Parigi, Wimbledon e New York), record ancora imbattuto.
Forse il confronto sarebbe andato diversamente sulla terra battuta, superficie dove Pietrangeli a quei tempi era considerato il numero uno al mondo, visti anche i due successi al Roland Garros. E stesso discorso si potrebbe fare per il 1977, quando Panatta, Bertolucci, Barazzutti e Zugarelli affrontarono Alexander, Dent e un Tony Roche nella fase calante della sua splendida carriera. Sull’erba del White City Stadium spazzato da un fastidioso vento Panatta nella terza giornata, all’indomani di un bellissimo e vincente match doppio, ebbe l’opportunità di portare l’Italia sul 2-2 e di affidare a Barazzutti la chanche di affrontare Roche nel match decisivo. Il campione romano perse sul filo di lana del quinto set uno di quei match che purtroppo hanno segnato in negativo una carriera che sarebbe potuta essere molto più prestigiosa per lui, visto l’innegabile talento.
Oggi a Malaga quindi la quarta finale di Davis contro l’Australia. Gli azzurri non giocano l’atto conclusivo della Davis dal 1998, quando Gaudenzi, Sanguinetti, Nargiso e Pozzi persero contro la Svezia 4-1 l’unica finale disputata in casa. Fu un epilogo amaro soprattutto per Andrea Gaudenzi, l’attale presidente della Federazione internazionale, all’epoca uno dei migliori giocatori al mondo sulla terra battuta: si ruppe il legamento di una spalla sul 6-6 al quinto set contro Norma nel match inaugurale. L’episodio segnò l’esito della sfida che premiò Gustafsson, Bjokrman e Kulti.
Segnata da un infortunio nel match inaugurale anche la finale di San Francisco contro gli Usa. Barazzutti si procurò una distorsione a una caviglia nel secondo set contro Gerulaitis ma comunque l’Italia aveva pochissime chanche contro una squadra che poteva contare sul numero uno al mondo del momento, Jonh McEnroe, che inoltre con il fido Fleming formava una copia praticamente invincibile non solo per Panatta e Bertolucci. Gli azzurri tornarono in Italia senza neanche la consolazione di un set.
Ben diversa la finale del 1980 a Praga. Sul veloce Panatta e Barazzutti persero i loro singolari dopo belle lotte contro Smid, Lendl e soprattutto contro i giudici di linea, davvero troppo di parte. Una sorta di scandalo sportivo, quando l’occhio di falco era un miraggio: ogni palla dubbia era chiamata contro gli azzurri, al punto che dopo quel match la federazione internazionale decise di inviare giudice arbitro e arbitri di sedia di altre nazionalità rispetto alle squadre in campo. Finalmente vere direzioni di gara, non giudici partigiani.
La finale di Praga segnò anche la fine del ciclo di quella squadra capace nel 1976 di portare a Roma l’insalatiera d’argento battendo a Santiago il Cile per la prima e finora unica volta da quando esiste questo prestigioso trofeo. Oggi Sinner e soci potranno entrare nella storia. Curiosamente a Santiago del Cile il numero uno azzurro, in quel caso Panatta, era numero 4 al mondo. Come Sinner oggi. Corsi e ricorsi della storia dello sport.
Le finali dell’Italia in Coppa Davis
1960 Sydney (erba)
Australia-Italia 4-1
Freaser-Sirola 46 63 63 63
Laver-Pietrangeli 86 64 63
Emerson-Fraser/Pietrangeli Sirola 10-8 57 62 64
Laver-Sirola 97 62 63
Pietrangeli- Fraser 11-9 63 16 62
1961 Melbourne (erba)
Australia-Italia 5-0
Emerson-Pietrangeli 86 64 60
Laver-Sirola 61 64 63
Emerson-Fraser / Pietrangeli-Sirola 62 63 64
Laver-Pietrangeli 63 36 46 63 86
Emerson-Sirola 63 63 46 62
1976 Santiago del Cile (terra)
Cile-Italia 1-4
Barazzutti-Fillol 75 46 75 61
Panatta-Cornejo 63 61 63
Panatta-Bertolucci / Fillol-Cornejo 36 62 97 63
Panatta-Fillol 86 64 36 10-8
Praxioux-Zugarelli 64 64 62
1977 Sydney (erba)
Australia-Italia 3-1
Roche-Panatta 63 64 64
Alexander-Barazzutti 62 86 46 62
Panatta-Bertolucci/Alexander-Dent 64 64 75
Alexander-Panatta 64 46 26 86 11-9
1979 San Francisco (cemento indoor)
Usa-Italia 5-0
Gerulaitis-Barazzutti 62 32 rit.
McEnroe-Panatta 62 63 64
Lutz-Smith/Panatta-Bertolucci 64 12-10 62
McEnroe-Zugarelli 64 63 61
Gerulaitis-Panatta 61 63 63
1980 Praga (Cemento indoor)
Cecoslovacchia-Italia 4-1
Smid-Panatta 63 63 36 64 64
Lendl-Barazzutti 46 61 61 62
Lendl-Smid/Panatta-Bertolucci 36 63 36 63 64
Barazzutti-Smid 36 63 62
Lendl-Ocleppo 63 63
1998 Milano (terra indoor)
Italia-Svezia 1-4
Norman-Gaudenzi 67 76 46 63 66 rit.
Gustafsson-Sanguinetti 61 64 60
Bjorkman-Kulti/Nargiso-Sanguinetti 76 61 63
Gustafsson-Pozzi 64 62
Nargiso-Norman 62 63