Quando i cagliaritani dicono «Pittica sa Siberia» sanno di che cosa parlano. O meglio, sanno che la regione tra la Russia e il Kazakistan è la più fredda del mondo, per quanto le temperature non siano minimamente paragonabili a quelle nostrane. È in Siberia, del resto, che si trova la città più fredda del mondo: si chiama Yakutsk, a circa 330.000 abitanti e la temperatura può arrivare a -70 gradi, anche se la media di gennaio è solo di -50. Non a caso la città è stata costruita sul suolo ghiacciato, il permafrost.

Ma perché è così fredda e come si fa a vivere in un posto così estremo? La risposta alla prima domanda è che è lontana dal mare ed è ricca di neve e ghiaccio, ragioni per cui i raggi solari riflettendosi nel bianco non riscaldano il terreno. Tutto ciò favorisce una bassa umidità, alta pressione atmosferica e cielo limpido. A ciò si aggiunge che la città è stata costruita in un fondo valle dove si insinuano correnti fredde.

La risposta al secondo quesito è più complicata. La dà lo youtuber Stefano Tiozzo in un video reportage pubblicato nel gennaio 2023. Già quando, dopo l'arrivo in aereo, si esce dall'aerostazione l'impatto con l'aria così fredda e shockante e viene subito da tossire. Tiozzo mostra un piatto di noodles che congela in pochi secondi, una banana gelata usata come martello per piantare un chiodo nel tronco di un albero, l'acqua di una bottiglia lanciata in aria che, gelandosi, forma suggestivi archi di ghiaccio. Questo per far capire dove ci si trova.

Ma lo youtuber spiega anche che il concetto di freddo è relativo se è vero che a -44 gradi ci sono i bambini che giocano in un parco scendendo da uno scivolo e planando per metri sul terreno ricoperto da un ampio strato di ghiaccio. Il concetto è: basta coprirsi bene e si può resistere, e persino avere una vita sociale e lavorativa, anche lì. Se c'è una cosa che gli abitanti della città siberiana patiscono, quella è la nebbia che si forma dalla condensa del riscaldamento delle case e copre il sole – che altrimenti sarebbe quasi sempre presente - avvolgendo costantemente tutto. Ecco, non è il freddo estremo, ma il non vedere ciò che li circonda è il disagio più sentito, almeno dal punto di vista atmosferico e, di solito, sino a febbraio, quando la coltre si dirada un po' e il mondo riappare com'è.

Se pensate che in un posto del genere non si possa vivere all'aperto, d'inverno, sbagliate. Perché nella città vecchia – fondata dai cosacchi nel '600 – ci sono anche mercati en plen air dove si vendono carne e pesce, naturalmente congelati (sì perché la temperatura di un freezer domestico varia tra 15 e 20 gradi sottozero). I venditori stanno all'aperto per otto ore al giorno, tutti i giorni. E riescono pure a sorridere.

A causa della presenza del permafrost i palazzi sono costruiti su palafitte non su normali fondamenta, in modo da non poggiare sul terreno e trasmettere il calore che potrebbe scioglierlo. Tra le attrazioni della città c'è proprio il museo del permafrost dove, manco a dirlo, si trovano numerosissime sculture di ghiaccio.

Una delle cose più curiose della città più fredda del mondo è che le auto non vengono mai spente, perché se lo si facesse liquidi e lubrificanti congelerebbero: non solo i motori non si riaccenderebbero, ma la carrozzeria verrebbe completamente ricoperta di uno spesso strato di ghiaccio. Dunque a ogni sosta, che sia di pochi minuti, di ore o di giorni, non le si spegne mai. Tutt'al più se l'auto deve stare ferma a lungo la si copre con dei vestitini termici chiamati “Natasha”, dal nome della prima azienda che li ha brevettati. Per chi percorre lunghi viaggi occorrono, peraltro, macchine speciali – giapponesi soprattutto – modificate nelle sospensioni e negli pneumatici per renderle più alte e con dispositivi speciali per misurare le temperature, con motori coperti per evitare che gelino (ma può succedere, anche mentre camminano), doppi vetri e altro.

Insomma, quando sentite freddo e in realtà ci sono dieci gradi pensate a Yakutsk e smettete di lamentarvi.

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