Un killer quasi sconosciuto, ma con un curriculum di tutto rispetto. Spesso si cela dietro l’acronimo Bpco, broncopneumopatia cronica ostruttiva. È la terza causa di morte nel mondo dopo malattie cardiovascolari e i tumori. Una recente indagine ha rivelato come molti italiani non pensavano neppure fosse una malattia dell’apparato respiratorio.

In Italia la Bpco riguarda oltre tre milioni e mezzo di persone, i sintomi sono tosse insistente, catarro e mancanza di fiato costante. L’infiammazione cronica tipica della Bpco restringe le vie aeree, riducendo il passaggio dell’aria verso i polmoni, e distrugge il tessuto polmonare dove avviene lo scambio di ossigeno con il sangue.

I pazienti hanno una fame d’aria costante. Situazione che rende la vita molto difficile.

Diagnosticare la malattia è semplice, basta una spirometria, il fattore di rischio principale è il fumo.

La Bpco è una malattia progressiva e deve essere intercettata presto, per rallentarne la corsa e poter continuare a respirare bene più a lungo possibile. Una diffusa credenza è il miglior complice di questa malattia: pensare che chi fumi o in passato abbia fumato debba per forza avere la tosse.

Chi fuma sottovaluta i sintomi, tra tutti tosse e catarro, e tende a ritardare la visita dello specialista.

In Ogliastra parte il primo servizio di telemedicina per la cura della Bpco.

Nei giorni scorsi sono stati presi in carico alcuni pazienti, utilizzando una speciale tecnologia sperimentata sul territorio e basata sull’intelligenza artificiale.

Grazie a questo speciale progetto, i pazienti potranno essere monitorati direttamente dal proprio domicilio e nel caso si presentassero situazioni clinicamente critiche, verranno messi in condizioni di entrare subito in contatto con un medico.

«Il nostro progetto di telemonitoraggio della Bpco – spiega Angela Bussu, pneumologa della Asl Ogliastra - ha lo scopo prevalente di offrire ai pazienti arruolati una maggiore e continuativa assistenza nella gestione di una patologia che può divenire altamente invalidante, qualora venisse meno il supporto alla diagnosi precoce di riacutizzazione e ingravescenza».

Il nuovo servizio della Asl Ogliastra è stato sviluppato grazie alla collaborazione tra l’Azienda di via Piscinas e il policlinico universitario del campus Bio-Medico di Roma. Nel corso del 2019 è stata portata avanti sul territorio una sperimentazione su circa 100 pazienti: gli ottimi risultati ottenuti hanno consentito di partire col progetto.

Grazie a questo innovativo modello di presa in carico del paziente, infatti, si è riusciti ad ottenere una significativa riduzione delle riacutizzazioni (-70 per cento) e degli accessi al Pronto soccorso (-96 per cento).

“La tecnologia che consente di tenere “telemonitorati” i pazienti è costituita da un app con un “cuore” di intelligenza artificiale - spiega Giuseppe Capasso, Ceo di Bpco Media, spin-off del campus Bio-Medico di Roma e coordinatore del nuovo servizio di telemonitoraggio della Asl Ogliastra - che viene installata nel telefono cellulare del paziente o di un caregiver, e da un pulsossimetro bluetooth (la classica mollettina che viene messa al dito per misurare la saturazione e la frequenza

cardiaca) che viene utilizzato per registrare le funzioni cardiorespiratorie del paziente. Queste misurazioni – prosegue Capasso - devono essere effettuate tre volte al giorno”. I dati del paziente vengono trasmessi ad una dashboard gestita da un’équipe clinica collocata nel poliambulatorio di Tortolì. Ogni qualvolta il dispositivo segnala un “alert” o lo stato di salute percepito si discosta dalla misurazione effettuata dal dispositivo, il paziente si dovrà rivolgere ad un infermiere dell’équipe di monitoraggio o al proprio medico curante.

“L’utilizzo di questo sistema di telemedicina – continua Angela Bussu - ci consente di dare assistenza mirata e contestuale ad un numero molto maggiore di pazienti, monitorando la malattia e, all’occorrenza, correggendo la terapia e identificando alterazioni importanti, quali variazioni del ritmo cardiaco e insufficienza respiratoria. In questi casi – conclude la specialista – possiamo suggerire al paziente eventuali comportamenti e inviare gli "alert" ai medici curanti”.

Ora l’obiettivo del progetto è quello di raggiungere i 40 pazienti entro la fine dell’anno. In breve tempo, però, l’Asl Ogliastra prevede di poter raggiungere tutta la popolazione target del territorio che si aggira intorno alle 300 persone.

Simone Loi

© Riproduzione riservata