Del Gennargentu conoscono il respiro, i passi sulla neve, la vertigine dell’alba. Generazioni di pastori legati alla montagna madre e despota. Conoscono le vene dell’acqua, il reticolo di sentieri tracciati dal bestiame, sono depositari di un patrimonio di storie e saperi. Agli allevatori il Comune di Arzana affida il compito di tenere gli occhi aperti, vigilare sulle condizioni delle stalle e delle strade, un dedalo percorso ogni giorno per raggiungere le aziende e buttare un occhio sui siti archeologici e il delicato ecosistema messo in crisi dal clima impazzito. Il gruppo coordinato dall’allevatore-assessore all’Agricoltura Antonio Doa certifica con un messaggio Whatsapp gli interventi urgenti. Sarebbe infatti impossibile per gli uffici tecnici del Comune effettuare i rituali sopralluoghi. Sono gli utenti e i più gelosi custodi a esercitare un ruolo di responsabilità. In modo che tutti, anche i visitatori, stiano al loro posto. Le colline hanno sempre avuto gli occhi, il Gennargentu ha anche le orecchie.

Clima mutato

La pioggia ha tinto di verde i pascoli massacrati dalla siccità. Gran parte degli alberi ha messo via il rossore malato di un’estate da dimenticare. L’anno scorso è mancata pure l’acqua, la prima volta a memoria di pastori. L’amministrazione ha aiutato le aziende a superare l’ostacolo ed adesso guarda avanti. «La storia dei pastori è da sempre intrecciata con quella della montagna», dice il sindaco di Arzana Angelo Stochino, « che da sempre plasmano e proteggono con il loro lavoro. Conoscono i sentieri, le piante officinali, villaggi e nuraghi scomparsi. Chi meglio di loro può controllare una parte del nostro vastissimo territorio». Venticinque chilometri separano Arzana da Punta Lamarmora. Ma non sono una passeggiata, la manutenzione delle strade è un capitolo gravoso e di primaria importanza. Basta un piccola frana per isolare un’azienda per settimane.

Antichi ovili

Il Comune Arzana ha in mano un progetto generale di recupero e valorizzazione del patrimonio montano. Tra gli interventi previsti il restauro dell’ovile Coili Luisu Cucca, sulla strada per Punta Lamarmora, il tetto dell’Isola. La via utilizzata dagli allevatori per raggiungere la vetta sarà ripristinata con un investimento di 60 mila euro. «Questa iniziativa è un primo passo per ridare centralità agli allevatori – conclude Stochino – protagonisti di una cultura millenaria e fondamentali per la salvaguardia dell’ambiente e dell’identità». L’individuazione e il recupero della sentieristica è uno dei passi più importanti. Il numero degli escursionisti che scelgono il Gennargentu è sempre maggiore. Un mercato che necessita della massima attenzione.

Il futuro

Antonio Doa è sicuro: «Un bell’esempio di collaborazione tra cittadini e amministrazione utile ad agevolare il lavoro e rendere tutti responsabili della gestione del nostro patrimonio». Tutelare il Gennargentu vuol dire proteggerlo e garantire che i pastori possano continuare a lavorare. «La pastorizia è l’attività economica più importante del nostro paese – spiega l’assessore all’Ambiente Marco Pinna – il nostro intento è coordinare questo settore con quello di un turismo ecostenibile, attraverso escursioni a piedi, a cavallo o in mountain bike».

Uno spicchio del vasto territorio di Arzana visto dal Bau Muggeris (Foto Loi)
Uno spicchio del vasto territorio di Arzana visto dal Bau Muggeris (Foto Loi)

Uno spicchio del vasto territorio di Arzana visto dal Bau Muggeris (Foto Loi)

Lungo i sentieri verso Ruinas e le cascate di Pirincanis i visitatori potrebbero riposare e mangiare negli ovili che hanno dato riparo alla solitudine di generazioni di pastori arzanesi. «Lo sviluppo di un turismo gastronomico e con la realizzazione di agriturismo negli ovili e B@b sarebbe da parte nostra auspicabile. Spero e credo alla valorizzazione del settore pastorizia coordinato a un turismo sostenibile e in tutela dell’ambiente e che dia vita a nuove attività economiche per Arzana», conclude Pinna. La vetta del Gennargentu, i pascoli nelle terre assolate del sud, le vigne di Quirra. Arzana ha un patrimonio naturale vasto e complesso. Prendersene cura è uno dei modi migliori per valorizzarlo. 

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