Uccisa a 42 anni. Messa dentro un borsone e abbandonata a due metri dal ciglio della strada. Su Facebook il colpevole è il marito Igor Sollai che, però, dal carcere continua a professarsi innocente. Lo anche per lo stato di diritto (sino a prova contraria). Ma poi a leggere gli elementi del delitto che non tornano, istintivamente ci si allinea con le sentenze della Rete. È il corto circuito costante tra emotività e giurisprudenza.
Un colpo secco alla testa, fatale, un’esecuzione in piena regola: si cerca l’arma del delitto, forse un manubrio che manca dall’appartamento di San Sperate