«Non c’era premeditazione»: omicidio Deidda, ricorso in Appello contro l'ergastolo a Igor Sollai
Femminicidio della quarantaduenne di San Sperate, gli avvocati del marito condannato impugnano la sentenza di primo gradoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Non c'è stata premeditazione, né le aggravanti della crudeltà e della minorata difesa. E devono essere riconosciute le attenuanti legate al comportamento processuale dell’imputato, che favorendo il deposito del fascicolo della Procura in apertura di dibattimento ha garantito la celerità del procedimento in primo grado.
Con queste motivazioni gli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba hanno impugnato la sentenza di condanna all’ergastolo (con isolamento diurno di un anno) emessa dal tribunale di Cagliari contro Igor Sollai, giudicato colpevole dell’omicidio della moglie Francesca Deidda, avvenuto a San Sperate il 10 maggio del 2024.
Il ricorso in Appello è stato depositato questa mattina. Secondo la ricostruzione della difesa Sollai non aveva organizzato il femminicidio: il delitto si sarebbe consumato al culmine di una lite avvenuta nell’abitazione della coppia, quando l’uomo avrebbe colpito mortalmente la quarantaduenne alla testa con un oggetto appuntito, per poi nascondere il corpo lungo la vecchia Orientale, a poca distanza dal ponte romano che porta verso San Vito.
Il venir meno della premeditazione e delle altre aggravanti comporterebbe una riduzione della pena, così come il riconoscimento delle attenuanti generiche che sarebbero legate al comportamento processuale di Sollai, rimasto a lungo reticente in fase di indagini, quando aveva provato a smentire ogni suo coinvolgimento nella morte della donna. Fino alla confessione.
