È polemica nel mondo del volley femminile per Tiffany Pereira da Abreu.

Ovvero, la trans che un tempo si chiamava Rodrigo e giocava nella serie B maschile belga e che ora si è trasferita in provincia di Reggio Calabria e gioca nella serie A2 femminile, grazie a un nulla osta della federazione.

La Abreu domenica scorsa ha trascinato la sua squadra, il Palmi, verso la vittoria contro il Trentino, realizzando ben 28 punti.

Alta 1,94 metri, un fisico imponente, è subito diventata l'idolo dei suoi tifosi, scatenando però le ire delle avversarie e i dubbi dello stesso presidente della Lega, Mauro Fabris.

"Cosa succede se andiamo in Brasile, ingaggiamo tre trans e le portiamo a giocare nella A2 femminile? Vinciamo il campionato, ma così non può andare bene", ha detto - uno fra i tanti - il direttore generale del team Brescia Emanuele Catania.

"Chiediamo regole precise e chiarezza, le altre società devono essere tutelate, altrimenti anche noi guardiamo al mercato dei trans che non abbiamo mai considerato", ha continuato il dirigente, che non esclude l'ipotesi di organizzare una class action assieme agli altri club.

Più cauto il presidente della Lega volley femminile Mauro Fabris: "Fivb (la Federazione internazionale, ndr) ha dato l'ok, mi rivolgerò al Coni per capire come possiamo comportarci: vorrei che i campionati di mia competenza fossero corretti e leali, la furbata non può essere accettata".

La società del Palmi risponde alle critiche con un comunicato sul suo sito, sottolineando che l'operazione per cambiare sesso comporta "una importante riduzione della massa muscolare, della forza e dell’elevazione".

"Ricordiamo inoltre a tutti - continua la squadra calabrese - che non ci siamo intrufolati in un buco normativo, ma le regole sono chiare e definite da tempo in modo inequivocabile".
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