Si sono svolti oggi a Cagliari, alla chiesa della Santissima Annunziata, i funerali di Francoise Fadda, scomparsa ieri all’età di 80 anni.

È stata campionessa sarda di tennis alla fine degli anni Sessanta.

Nell’unica intervista rilasciata nella sua vita, spiegò il suo rapporto con lo sport. "Da ragazza, quando studiavo al liceo a Parigi, per me il tennis è sempre stato uno jeux da chateau, un gioco da giardini dei castelli o delle case in campagna. Divertimento puro. Quando conobbi mio marito in vacanza in montagna, mi sposai e venni ad abitare nel capoluogo, sinceramente, feci fatica a confrontarmi con un’altra mentalità. L’agonismo, i tornei, per certi versi il fanatismo, era tutto un po’ troppo lontano dal mio modo di pensare. Ma in fondo è stato sempre e soltanto un divertimento. Fondamentale perché ha consentito a me, straniera, di ambientarmi, di fare conoscenze, amicizie".

A Cagliari cominciò a giocare al Dopolavoro Ferroviario. "Con Enrico Marrazzi, ricordo, poi con Angelo Murtas, Remigio Pisanu, Gianni Bittichesu. Quelli davvero hanno fatto tantissimo per il tennis sardo, sono diventati bravissimi partendo in pratica da zero, da niente. Io, sinceramente, non mi sono mai sentita brava o competitiva. Giocavo con le mie amiche, mi divertivo, passavo il tempo, conoscevo altre famiglie cagliaritane, questo sì. E mi bastava".

Quasi per caso è diventata campionessa sarda, nel 1969 in singolare, e poi in doppio con l’amica Bona Binaghi, la madre di Angelo, l’attuale presidente della Federtennis nazionale.

"Mi sembrava di avere un buon dritto, e, infatti, in doppio giocavo sempre a destra, ma con il rovescio ero nulla. Il mio gioco forse era prevedibile, ma non è che potessi variarlo molto. Sapevo fare giusto quelle due tre cose, quegli schemi. Imparai un minimo a giocare a rete grazie al doppio misto, ma davvero poca cosa. Lo sport è stato importantissimo per me personalmente così come è stato fondamentale l’insegnamento. Mi ha permesso di ambientarmi in una realtà per me all’inizio molto difficile".

Fadda passò poi al golf: "Ho iniziato anche questo sport da ragazza, con i miei genitori. E l'Isola mi ha consentito di conoscere angoli affascinanti come Is Arenas, nell’Oristanese. Un posto selvaggio, sia l’entroterra, sia il mare. Affascinante".

Francoise ha continuato a praticare sport fino a quando il fisico longilineo, magro e scattante glielo ha consentito. Sempre con il sorriso sulle labbra.

Addio Francoise, il tennis sardo sente già la sua mancanza.
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