Cinque ciclisti sardi della Karel Sport al Gran fondo "Il Lombardia Felice Gimondi", con un migliaio di ciclisti amatori che si sono sfidati su uno dei percorsi più tecnici e affascinanti fra le gare che si corrono in Italia, tra paesaggi spettacolari e un tracciato impegnativo, tra le salite leggendarie del Ghisallo e il terribile Muro di Sormano, con pendenze che arrivano fino al 27%, in un susseguirsi di emozioni, fatica e adrenalina.

Andrea Cappai è stato il miglior classificato tra i sardi, chiudendo in 225ª posizione assoluta con un tempo di 3:45:46: «Il Muro di Sormano è qualcosa che non si può spiegare a parole, scritte sull’asfalto che ti caricano come in una tappa del Giro. Ho stretto i denti e non ho mai messo piede a terra. Per me era una sfida personale, e l’ho vinta».

A seguirlo Giorgio Lecca, 257 posto finale che ha percorso la gara in 3:49:35. «Il Muro è tremendo, ma la vera magia sta nella discesa che segue: tecnica, velocissima, adrenalina pura. Questa non è stata solo una gara, ma un viaggio nel cuore del ciclismo. Ho noleggiato la bici e aveva una cassetta posteriore 11-30: nel Muro di Sormano ho sofferto, ma non mi sono fermato».

Alessandro Manca ha concluso al 421 posto in 4:04:52. «Il Ghisallo ha detto-è davvero una  poesia: una salita pedalabile, panorami da cartolina e l’arrivo al santuario. Lì ho capito perché questa corsa è così speciale. È sicuramente un’esperienza da ripetere».

Fabio Benuzzi, 584° con un tempo di 4:24:56, ha affrontato anche lui il Muro di Sormano con determinazione e spirito combattivo: «Non è una salita, è un muro vero. Ho cercato di rimanere lucido e concentrato, metro dopo metro. La pendenza ti spinge a mollare, ma la testa fa la differenza. Arrivare in cima senza mettere piede a terra è una soddisfazione enorme».

Giovanni Massidda ha partecipato con grande soddisfazione, vivendo un’esperienza fantastica insieme agli amici: «Ciclismo è anche questo: non solo prestazione, ma passione condivisa. Pedalare, ridere, faticare insieme e arrivare al traguardo con il sorriso è ciò che rende giornate così davvero indimenticabili».

Il percorso della Gran Fondo Il Lombardia parte in modo scorrevole, ma è a Maglio che comincia il tratto più duro: sette chilometri che culminano nei due finali del Muro di Sormano, una vera e propria rampa che mette alla prova anche i più preparati. Dopo una discesa fino a Nesso, la gara risale verso Regatola per affrontare la salita del Ghisallo, meno aggressiva ma comunque impegnativa. La partecipazione dei cinque atleti sardi dimostra la vivacità del movimento ciclistico isolano, capace di farsi notare anche nei grandi eventi del Continente. Tutti e cinque hanno confermato la volontà di tornare il prossimo anno, spinti dall’emozione e dalla bellezza di una gara che lascia il segno.

«Non è solo una gara. È un’emozione continua, una celebrazione dello sport. Il Muro, il Ghisallo, l’arrivo, ti resta tutto dentro. Torneremo», hanno dichiarato i cinque sardi nel dopo gara.

© Riproduzione riservata