«E' un grande onore ricevere questo riconoscimento in casa, è un premio anche per la mia associazione e per tutte le donne toscane che mi hanno preceduto. Vengo da 16 anni di sacrifici, sono felice che il sogno si sia realizzato».

Maria Sole Ferrieri Caputi, primo arbitro donna in Serie A, livornese, 32 anni compiuti ieri, ha ricevuto oggi il Pegaso speciale delle donne all'interno della manifestazione della Regione Toscana sull'universo femminile. A consegnarle il premio a Coverciano il governatore della Toscana Eugenio Giani, presente fra gli altri anche il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo. «Sono stata fortunata perché la Toscana anche a livello arbitrale ha offerto personalità di spicco - ha continuato Ferreri Caputi che ha esordito in A dirigendo Sassuolo-Salernitana lo scorso 2 ottobre -. Cosa mi ha colpito di più in questo primo periodo? Di sicuro il livello di professionalità in cui mi sono inserita che è cambiato sia da parte dei calciatori che delle società e dei miei colleghi arbitri. Ringrazio la mia associazione, la Lega A e la Federazione. Un complimento particolare di un collega uomo? Mi soffermo sempre di più sulle critiche», ha sorriso. Il mondo del calcio è ancora permeato da pregiudizi. «Io chiedo di giudicarmi come arbitro e non come arbitro donna, di porre sempre l'attenzione sulla mia performance arbitrale e non sugli atteggiamenti che posso avere in relazione al mio sesso».

Caputi Ferreri dirigerà mercoledì la sfida di Champions League donne fra Real Madrid e Chelsea: tanti obiettivi li ha già realizzati ma ne ha tanti altri nel cassetto dopo aver applaudito la direzione di Orsato ieri nella gara inaugurale del Mondiale fra Qatar e Ecuador: «E' il nostro massimo rappresentante, ci ispiriamo a lui. Io un domani al Mondiale? Oggi lì ci sono tre donne arbitro e tre assistenti, spero di farcela pure io riuscendo con il lavoro ad arrivare ai loro livelli. Ci sono stati grandi cambiamenti in questi due anni, si è voluto investire molto sul movimento femminile. E' importante il tema dell'inclusione che è al centro dell'iniziativa della Regione, se ne parla poco e non sempre in maniera incisiva, per me è un orgoglio rappresentare tutto questo». «Questo riconoscimento - le parole di Giani - è per una livornese purosangue, una toscana doc, una donna che ha saputo scalare un mondo difficile. Maria Sole è un simbolo nello sport che deve aprirsi sempre più alle donne».

Siparietto finale: il presidente della Regione si è recato sul dischetto per battere un rigore (in porta Mazzeo) al fischio di Caputi Ferreri. 

(Unioneonline)

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