Sardegna sempre più isolata: «Il nostro Ponte costa 1,8 miliardi»
Nessuna rotta intercontinentale e meno collegamenti navali. Pesa la distanza con la Penisola mentre si guarda al super progetto per la SiciliaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
La Sardegna è poco connessa con le rotte aeree intercontinentali, ha meno accosti portuali rispetto al resto d’Italia e trasporti interni classificati come «critici». Nel quotidiano tutto questo si ripercuote sulla mobilità di studenti e lavoratori, ma anche nell’accesso alle prestazioni sanitarie, oltre a condizionare «svago e turismo». Intorno a questo isolamento geografico – un freno allo sviluppo riconosciuto in Costituzione attraverso il principio di insularità – si snoda il nuovo Piano regionale dei trasporti (Prt).
La Giunta lo ha adottato il 7 agosto. Sono in tutto quattrocento pagine divise in due parti: una descrittiva, sulla «perifericità» della Sardegna; l’altra operativa, definita «scenario di Piano», sino ai prossimi cinquant’anni, in cui è previsto un pacchetto di «interventi prioritari». Valore: 1,8 miliardi per «ridurre i deficit nella dotazione delle grandi infrastrutture».
L’isolamento è innanzitutto una questione di rotte: la Sardegna non è una meta mondiale. Trascurabile la sua posizione al centro del Mediterraneo. Gli scali di Cagliari, Olbia e Alghero sommano «un massimo di quaranta mete intercontinentali collegate con voli raggiungibili entro le cinque ore di viaggio». Da Roma in su il valore supera quota 120. Il peso economico è enorme: l’isolamento nei trasporti penalizza il Pil sardo, inferiore alla media dell’80% dell’Ue.