Matias Morla, ex avvocato di Diego Armando Maradona, ha sostenuto che le cure mediche prestate al campione argentino, dopo l'operazione al cervello "sono state pessime, e lo hanno portato alla morte", evento a cui – secondo lui –avrebbe contribuito anche la superficialità delle figlie, Dalma e Giannina, che ne hanno autorizzato il trasferimento in una villetta, invece di tenerlo ricoverato in clinica.

Al termine di un interrogatorio da parte del pm di San Isidro, che indaga sulle circostanze della morte dell'ex calciatore, Morla ha riferito alcuni particolari dell'ultima volta che lo vide, il 16 novembre 2020, nove giorni prima del decesso.

"Gli errori commessi - ha affermato - sono stati tanti perché Diego è morto, si è gonfiato e gonfiato fino a quando il suo cuore è esploso".

Le cure mediche che Maradona ha ricevuto "sono state pessime, per questo è morto" il 25 novembre 2020, ha insistito il legale, ricordando che il Pibe de oro soffriva di problemi ai reni e al fegato, di insufficienza cardiaca, deterioramento neurologico e dipendenza da alcol e psicofarmaci.

"Quando entrai in casa - ha ricordato - aveva una voce strana, come quella di un robot, molto acuta e intermittente. Ho informato tutti del suo stato di salute. Poi ho capito che era a causa della quantità di acqua trattenuta nel corpo".

L’equipe medica di sette persone che assisteva l’ex giocatore è stata ascoltata dai magistrati: i suoi componenti sono imputati del reato di omicidio semplice con eventuale dolo.

Infine Morla ha definito "follia" la decisione della famiglia di continuare il recupero di Maradona al di fuori di un ambiente ospedaliero.

Lui, ha spiegato, "non aveva motivo di tornare a una casa quando i medici hanno detto che doveva rimanere in clinica".

Il legale ha insinuato infine che l'ex calciatore del Napoli sia stato "abbandonato dalle sue figlie", Dalma e Gianinna, ma in questo ambito "una cosa è la responsabilità morale e un'altra quella legale". 

(Unioneonline/F)

© Riproduzione riservata