«Stasera sarò allo stadio San Siro per tifare l'Italia confermando che ha ragione Gattuso ad invitare tutti a sostenere gli Azzurri. Ribadisco però che, quando ritengono, i tifosi hanno il diritto anche di fischiare, purché senza violenza e intendo né fisica né verbale». Così il presidente del Senato, Ignazio La Russa, tornando sullo scambio di battute a distanza con Gattuso dopo la partita con la Moldova.

Le tensioni tra La Russa e Gattuso sono scoppiate dopo che l’allenatore dell’Italia aveva denunciato i fischi e i cori di disapprovazione dei tifosi durante il match. Secondo Gattuso, non si trattava di semplici fischi, ma di insulti e minacce di morte diretti a lui e allo staff tecnico. La Russa è intervenuto, ma in difesa del diritto dei tifosi a manifestare il proprio dissenso: «Non si può dire “vergogna” a uno spettatore che fischia», aveva dichiarato nei giorni scorsi. Quindi la replica di Gattuso: «Rispetto La Russa ma non so dove fosse quella sera, sicuramente non era allo stadio e non l’ha vista nemmeno in tv».

«Io - ha spiegato oggi La Russa in un post sui social - l'incontro l'ho visto all'aeroporto di Napoli su un tablet e non è emerso (nemmeno dalle dichiarazioni post partita) quello che solo ora il ct denuncia e cioè i gravissimi e inaccettabili attacchi personali che vanno non solo condannati ma, a querela, perseguiti penalmente. Sono comunque contento se questa piccola polemica ha aiutato a parlare meno della modestissima partita».

«Dopo la gara con la Norvegia, se Gattuso vorrà - ha quindi provato a stemperare La Russa -, lo inviterò a pranzo in Senato, magari insieme a Walter Zenga».

(Unioneonline)

© Riproduzione riservata