Prosegue la querelle tra il presidente del Senato Ignazio La Russa e il commissario tecnico della Nazionale Gennaro Gattuso.

Un botta e risposta cominciato dopo le dichiarazioni del tecnico degli azzurri a commento della contestazione dopo la sfida tra Italia e Moldova: «È una vergogna la contestazione dei tifosi, mi dispiace quello che ho sentito oggi. Non è il momento di dire ai giocatori di andare a lavorare: bisogna stare uniti, perché la squadra sta combattendo in campo con le difficoltà e sentire 500 tifosi che contestano fuori casa non lo accetto», le parole del tecnico, cui erano seguite quelle della seconda carica dello Stato: «Non si può dire “vergogna” a uno spettatore che fischia. Gattuso ha ragione quando dice che in vista della speranza di andare ai Mondiali dobbiamo unirci e sostenere la nazionale, ma anche i fischi degli spettatori possono essere uno stimolo finché non sono violenti».

Ora, alla vigilia della partita con la Norvegia, Gattuso in conferenza stampa ritorna così sulla vicenda: «Rispetto quello che dice La Russa, ma non so dove fosse quella sera, sicuramente non era allo stadio e non l'ha vista nemmeno in tv. C'era gente che augurava la morte, c'era gente che diceva che veniva a Coverciano, che dovevamo andare a lavorare. Sono d'accordo che i fischi vanno accettati – ha concluso Gattuso -, ma non erano fischi, erano molto più gravi e non si potevano accettare».

(Unioneonline)

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