Nemo propheta in patria. Capita spesso. Soprattutto nel calcio e con la maglia del Cagliari addosso. Alessandro Deiola, sardo doc, nato e cresciuto a San Gavino Monreale, nel cuore del Medio Campidano, è dovuto emigrare in Salento per prendersi la scena e raddrizzare una carriera che rischiava di incancrenirsi a soli 24 anni. Troppa concorrenza (o poca considerazione?) in rossoblù dove in cinque mesi ha racimolato appena quattro minuti di campionato contro la Lazio e il turno di Coppa Italia con la Sampdoria. Da quando è al Lecce non ha saltato un match. Sempre sul pezzo, spesso decisivo. E nell'Isola c'è già chi lo rimpiange.

IL LECCE NEL DESTINO - Il Lecce non è una rivincita per lui, non potrebbe mai esserlo per chi ha la maglia del Cagliari appiccicata sulla pelle. La strada del riscatto sì, però. E il dubbio serpeggia, vien da sé: perché nel girone d'andata è stato utilizzato poco o nulla da Maran? E soprattutto: cederlo a gennaio è stata la scelta migliore? Vista l'emergenza che si è poi creata a centrocampo nel Cagliari e le sue prestazioni con la squadra di Liverani evidentemente no. Anche se un bilancio più equilibrato e attendibile si potrà fare alla distanza, magari tra uno o due mesi.

Alessandro Deiola con la maglia del Cagliari (foto L'Unione Sarda - Solinas)
Alessandro Deiola con la maglia del Cagliari (foto L'Unione Sarda - Solinas)
Alessandro Deiola con la maglia del Cagliari (foto L'Unione Sarda - Solinas)

LA SCELTA E IL RUOLO - Da ultima ruota del carro a pezzo portante del Lecce di Liverani, nel quale, tra l'altro, svolge un ruolo cruciale, quello del regista. Del resto, Gianfranco Matteoli - che lo ha scoperto e accompagnato nella crescita nel settore giovanile rossoblù - lo ripeteva in continuazione: "Alessandro deve giocare davanti alla difesa. Poi può fare anche l'interno, ma la sua posizione ideale resta quella". In effetti, là nel mezzo Deiola ha avuto un impatto esplosivo con il Lecce. Subito titolare a Parma, tre giorni dopo il suo arrivo. Tra i protagonisti il weekend successivo nel pareggio con l'Inter. Alla quarta presenza, in casa col Torino, ha segnato addirittura il primo gol con i giallorossi, che poi è anche il primo in Serie A. Ormai è una pedina fondamentale nello scacchiere di Liverani. E i tifosi pugliesi stravedono per lui.

SOGNI E TORMENTI ROSSOBLÙ - Da San Gavino con furore. Dopo aver dato i primi calci sotto casa - prima nella Sangavinese, poi con il Santa Teresa - Deiola ha proseguito la trafila nella "cantera" rossoblù, sino alla Primavera. Con il Tuttocuoio la prima esperienza tra i professionisti, in Serie C. La retrocessione in B del Cagliari ha probabilmente anticipato (e agevolato) il suo rientro dal prestito nell'Isola, nell'estate del 2015. Anche se nel ritiro di Aritzo era di passaggio, in attesa di trovare una nuova sistemazione. "Ma io me la voglio giocare qui", ripeteva un giorno sì e l'altro pure. E allenamento dopo allenamento, ha conquistato davvero la fiducia dell'allenatore Massimo Rastelli e della società che hanno deciso così di inserirlo nella rosa. L'attimo fuggente ma vincente. Deiola ha avuto un approccio forte, segnando sia in Coppa Italia sia all'esordio tra i cadetti. Ha chiuso poi la stagione con 22 presenze arricchite da 2 reti lasciando un'impronta forte nella promozione. Una volta sbarcato in Serie A, però. Il centrocampista sangavinese ha faticato a ritagliarsi uno spazio e a dare continuità al suo percorso dopo l'esordio contro la Roma. Tra una (anonima) parentesi di cinque mesi in B allo Spezia e un'altra (decisamente più intrigante) in A con il Parma ha prevalso sempre il richiamo della Sardegna, nella speranza di potersi prendere prima o poi il Cagliari, forte anche della stima del presidente Tommaso Giulini.

LA SVOLTA DI GENNAIO - Le aspettative, però, non hanno trovato sfogo in campo. Soprattutto in questa stagione, quasi surreale per Deiola, che sino a quei quattro minuti finali contro la Lazio alla sedicesima giornata del girone d'andata non è stato mai preso in considerazione dall'allenatore. Inevitabile la quarta separazione a gennaio. Sulle sue tracce c'erano diverse squadre, tra cui il Brescia di Cellino. Alla fine è stato ceduto al Lecce, in prestito con un diritto di riscatto da parte dei pugliesi (e di un eventuale contro riscatto del Cagliari). "C'è un po' di rabbia per non essere stato preso molto in considerazione in questa prima parte di stagione", ha ammesso nella conferenza stampa di presentazione in Salento. "Ma questa rabbia poi deve diventare uno stimolo". E così è stato. La fiducia di Liverani (uno dei più apprezzati tra i tecnici italiani emergenti) ha evidentemente tirato fuori il meglio di lui. E la presenza in squadra di altri due sardi (il trequartista e capitano Marco Mancosu e il portiere Mauro Vigorito) lo ha probabilmente agevolato nell'inserimento. In quest'ultimo mese e mezzo il Lecce ha dato una spallata importante alla classifica uscendo così dalle sabbie mobili e Deiola è stato addirittura uno dei trascinatori. Finalmente apprezzato e protagonista anche in campo. In fondo, Alessandro cercava questo.
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