"Le cose inaspettate sono le più belle. Finita la partita con la Primavera, a Salerno, mi dicono: 'Devi andare a Roma'. Non riuscivo a realizzare cosa stesse succedendo e forse non l'ho fatto neanche quando sono entrato all'Olimpico. Ringrazio tutti per l'appoggio. Un piccolo grande traguardo raggiunto: da Planedda all'Olimpico!".

In queste parole affidate a Instagram ci sono tutti i sedici anni di Niccolò Cabras, giovane portiere di Baunei che domenica sera è andato in panchina con il Cagliari nella gara contro la Lazio, in seguito all'indisponibilità di Cragno e Rafael.

Un traguardo che solo due anni fa sarebbe stato impensabile, dato che Niccolò giocava nei Giovanissimi della Baunese, nel campionato Provinciale Ogliastra.

Le doti del giovane portiere classe 2001 erano però già evidenti, e gli osservatori del Cagliari, che lo seguivano da tempo, alla fine del campionato 2014-2015 lo hanno prelevato dalle giovanili per inserirlo nel gruppo dei giovani calciatori rossoblù che ogni giorno, ad Asseminello, coltivano il sogno di giocare il calcio dei grandi, negli stadi che si vedono sulla pay Tv.

Della probabile convocazione di Niccolò in Prima squadra si parlava già in settimana, e quando domenica in televisione, durante il pre-partita, è apparso l'elenco dei giocatori del Cagliari, nelle case e nei bar di Baunei e Santa Maria Navarrese ci sono state esultanze da stadio.

Perché la maglia numero 40 era di Niccolò Cabras che fino a due anni fa parava nella terra battuta del comunale Planedda.

Niccolò ha un sorella più grande, Giorgia, e una madre giovane, Donatella, che ha avuto la forza di tirare su due figli dopo che il marito Tonino è tragicamente scomparso, in un incidente sul lavoro nel 2005, quando Niccolò aveva appena quattro anni.

Domenica mamma Donatella ha vissuto una grande emozione davanti alla televisione. I baunesi hanno gioito per un ragazzo che ha già fatto della serietà e della correttezza uno stile di vita.

A Baunei tutti sperano che Niccolò possa coronare un giorno il suo sogno di giocare in Serie A. E il giorno si chiuderà un cerchio. Perché Tonino, il padre di Niccolò, da ragazzo faceva il portiere.

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